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 2012  marzo 27 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Non è difficile immaginare i titoli dei quotidiani di stamattina: «Monti minaccia le dimissioni» oppure «Non sono Andreotti» o anche «Non punto alla durata ma a fare un buon lavoro». Il tema è sempre quello della riforma del mercato del lavoro.

• Ma non era andato in Asia?

Sì, in Corea, Giappone e Cina. Con l’intento di convincere gli orientali a investire in Italia, dato che oggi l’Italia sarebbe un paese diverso da quello di pochi mesi fa grazie alla riforma delle pensioni, alle liberalizzaioni e a questa riforma del mercato del lavoro che però è di là da venire, visto che lo strumento scelto per vararla è il normale disegno di legge, lunghissimo da approvare. Monti era in aereo da Astana a Seul e ha rilasciato ai giornalisti in volo con lui questa dichiarazione: «La riforma del lavoro è equa e incisiva, il Parlamento è sovrano, cercheremo tuttavia di avere un risultato finale, in tempi non troppo lunghi, il più vicino possibile al testo varato dal consiglio dei ministri. Sento il peso di decisioni non facili, dettate dal fatto che la situazione dell’Italia resta nonostante tutto piuttosto grave. Abbiamo cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici. Non abbiamo mai potuto, dal 16 novembre in qua, evitare di prendere decisioni difficili. Non ci si può illudere che l’Italia ricominci a crescere dall’oggi al domani dopo qualche decennio gestito, diciamo così, in modo non ottimale. E però io non punto alla durata, ma a fare un buon lavoro, un lavoro nell’interesse generale. Un illustrissimo uomo politico (Andreotti – ndr) diceva: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Per noi nessuna delle due espressioni vale perché l’obiettivo è molto più ambizioso della durata ed è fare un buon lavoro. Se il Paese – questo è il passaggio culminante della dichiarazione –, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente propnto a quello che secondo noi è un buon lavoro non chiederemo certo di continuare per arrivare a una certa data».

• Non è un po’ duro? Che idea ci dobbiamo fare?

Bersani ha risposto che Monti ha espresso questi concetti almeno una ventina di volte: non sarebbe dunque il caso di dar troppo peso alle sue parole. Sarà, ma in pubblico non gliele abbiamo sentite dire tanto spesso.

Che accadrebbe se il governo si dimettesse?

È abbastanza facile da prevedere. Si andrebbe alle elezioni e l’Udc, cioè Casini, si proclamerebbe campione del montismo, chiedendo agli elettori di votare per la rimessa in trono dell’attuale governo. Ho l’impressione che il Pdl, cioè Berlusconi, starebbe sostanzialmente al gioco, specie se le dimissioni venissero presentate sul tema della riforma del lavoro e cioè in rotta di collisione con la Cgil. Ipotizzo invece che il Pd andrebbe in pezzi perché l’asse Letta-Veltroni starebbe con Monti e il combinato Bindi-Vendola no. Non so dire Bersani personalmente che farebbe. Ma, badi bene, stiamo scherzando. L’ipotesi “caduta del governo” è molto remota.

• Perché?

Intanto il Pd, che ha riunito ieri la direzione, ha approvato all’unanimità la relazione di Bersani, che dice sostanzialmente due cose: il governo va sostenuto; la riforma del lavoro va cambiata. Da venerdì a oggi i partiti hanno generalmente ammorbidito le loro posizioni: si tratta in definitiva di mettere nelle mani del giudice anche i licenziamenti di natura economica, evento che anche l’Udc adesso giudica non impossibile, e questo solo passaggio basterebbe – a quanto capisco – a metter tutti d’accordo (a parte la sinistra Cgil). Anche la Camusso ha prudentemente annunciato il suo sciopero per la fine di maggio, cioè non c’è fretta di far vedere quanto il padrone è cattivo. Per tutto questo schieramento la nomina di Squinzi, al posto del marchionniano Bombassei, al vertice di Confindustria è una consolazione: la concertazione forse non è morta del tutto. Resta poi la probabilità – che giudico altissima – che la riforma affondi nelle sabbie mobili parlamentari, cioè che alla fine non se ne faccia niente e che le arrabbiature di questi giorni si rivelino puro teatro, o accademia, come è accaduto tante volte in passato. In questo caso Monti, checché ne dica, se non facesse la crisi mostrerebbe d’essere più simila ad Andreotti di quanto pretende.

• Gli umori del paese intorno al premier sono sempre quelli di prima ?Che dicono i sondaggisti?

Il nostro sondaggista preferito – cioè Renato Mannheimer – dice che dal 50-60% di approvazione variamente rilevato nei mesi scorsi, il consenso nei confronti dell’azione dell’esecutivo è adesso precipitato al 44%. In sostanza alla maggioranza degli italiani la riforma Monti-Fornero non piace: il giudizio è negativo per il 67%, cioè per due italiani su tre. Non è poco, eppure siamo sicuri che Monti non ne terrà alcun conto.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 27 marzo 2012]

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