Rassegna, 27 marzo 2012
A giudizio la riforma sanitaria di Obama
• Da ieri alla Corte Suprema degli Stati Uniti i giudici discutono della costituzionalità della riforma sanitaria voluta da Obama. Il caso è stato sollevato dai repubblicani. I nove giudici togati per tre giorni dovranno ascoltare le parti in causa. La sentenza invece è attesa per giugno. I nove giudici sono prevalentemente di destra: cinque nominati da presidenti repubblicani (Ronald Reagan, Bush padre e figlio), quattro dai democratici Bill Clinton e Obama. I due legali più importanti a perorare pro e contro sono Paul Clement, per i 26 Stati a guida repubblicana che contestano la legge; e Donald Verrilli che rappresenta l’Amministrazione. Il nodo cruciale è l’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria per tutti i cittadini. Per Obama, l’obbligo è indispensabile per imporre alle compagnie assicurative un controllo sulle tariffe. La destra sostiene che Washington con quell’obbligo abusa dei propri poteri costituzionali, imponendo ai cittadini un onere, di fatto l’equivalente di una tassa, che fuoriesce dalle sue competenze. [Rampini, Rep]