Alberto Bocci, Corriere della Sera 27/3/2012, 27 marzo 2012
I primi a chiamarlo sono stati i ragazzi della sua Primavera, quelli con cui domenica ha vinto ai rigori la NextGen Series
I primi a chiamarlo sono stati i ragazzi della sua Primavera, quelli con cui domenica ha vinto ai rigori la NextGen Series. Andrea Stramaccioni, il mago dei giovani, è il nuovo allenatore dell’Inter. È successo poco prima delle dieci di sera, ma in cuor suo Moratti aveva deciso il giorno prima a Londra dopo aver visto gli sbarbati nerazzurri piegare ai rigori l’Ajax e regalare alla società la Champions dei ragazzi. «È intelligente e umile» aveva commentato ammirato il presidente. Così ieri, dopo l’ennesima sconfitta dell’Inter, ha deciso. Ci ha pensato bene, ci ha pensato tanto, ma da oggi alla Pinetina Maicon e Lucio, Sneijder e Milito dovranno confrontarsi con lo «Strama», così come lo chiamavano a Roma e nella Roma, dove si è fatto le ossa. Una rivoluzione, ma sino ad un certo punto. In fondo Stramaccioni è più giovane di Villas Boas, contattato la scorsa estate e ripetutamente accostato all’Inter per la prossima stagione. Invece ora anche il portoghese dovrà fare i conti con questo ragazzo partito dal niente e arrivato sino in cima alla scala. Una specie di Mourinho dei giovani. In dieci anni di panchine nel settore giovanile, Stramaccioni ha vinto moltissimo: un titolo provinciale Allievi con l’Az Sport nel 2001-2002, lo scudetto dei Giovanissimi dilettanti l’anno successivo sulla panchina della Romulea. Ma la svolta della sua carriera è stata la Roma. Al settore giovanile giallorosso lo ha voluto e sostenuto Bruno Conti. E Stramaccioni lo ha ripagato: uno scudetto con i Giovanissimi e un altro con gli Allievi nazionali nello spazio di tre anni (2007-2010). Poi la frattura: voleva fare il salto sino alla Primavera, ma la Roma ha scelto la continuità e ha dato fiducia ad Alberto De Rossi, il papà di Daniele, un altro specialista. Così Stramaccioni, corteggiato da diverse società, ha scelto l’Inter nonostante a Trigoria avesse un ricco contratto sino al 2012. Ieri mattina i suoi dirigenti lo hanno allertato, ieri sera lo hanno abbracciato e incoronato. «Vedi cosa si può fare». Moratti e Branca non hanno fatto richieste. Stramaccioni non si è sbilanciato in promesse. Ma ci metterà l’entusiasmo contagioso di uno che ha voglia di sfondare. Dicono che sia uno dei figli di Sacchi, sperando che la definizione non lo schiacci come ha schiacciato tanti prima di lui. Gli piace giocare all’attacco, sfruttando le fasce e tenendo sempre il ritmo alto. All’Inter ha vinto la Champions dei Giovani, è uscito ai rigori dal torneo di Viareggio, lascia una squadra prima in campionato. Non ha un modulo di riferimento, anche se in questa stagione si è affidato quasi sempre al 4-2-3-1 che in certe occasioni è diventato 4-3-2-1. Chi immagina che lo «Strama» affianchi ai campioni in declino della prima squadra i suoi ragazzini entusiasti, si sbaglia di grosso: Duncan e Bessa, le stelline della Primavera, dovrebbero continuare dove sono, agli ordini del nuovo allenatore, che sarà Daniele Bernazzani, già nello staff di Mourinho. Questa mattina Stramaccioni si presenterà alla Pinetina quasi da solo (unico alleato il preparatore atletico Federico Pannoncini), pronto a sfidare se stesso in un’avventura piena di fascino e rischi. Dopo Mourinho l’Inter non ha avuto pace. Cinque allenatori in meno di due stagioni: da Rafa Benitez a Ranieri, passando per Leonardo e Gasperini. Stramaccioni è il più giovane e il meno esperto. Ma gli interisti lo hanno accolto con entusiasmo. Su Facebook impazza la «strama-manìa». I contatti si sono moltiplicati nel giro di un’ora. Tra gli entusiasti anche Moratti, che prima di prendere la decisione definitiva ha voluto parlare con lui. Il giovane tecnico ci proverà, lavorando sul campo. Allenamenti più intensi e maggiore velocità in campo. Poi si vedrà. Il presidente, per la prossima stagione, vorrebbe regalare all’Inter un allenatore già fatto. Ma Stramaccioni ha una possibilità. E intende giocarsela. Sino adesso la carriera di questo avvocato romano con la passione della tattica non ha perso un colpo. Già l’anno scorso poteva prendere il posto di Ranieri alla Roma (poi è stato scelto Montella). Ora succede all’Inter. Ha nove partite per regalare l’Europa a Moratti e ottenere la conferma. Altrimenti tornerà alla Primavera, da quei ragazzi che ieri sera hanno riempito il telefonino del maestro di messaggi affettuosi: vai Strama, non sei solo. Alessandro Bocci