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 2012  marzo 27 Martedì calendario

La metà dei farmaci su internet è una truffa - Prima di mettere la croce sulle farmacie online e immaginare di comprare le medicine per sempre lontano dalla rete, è bene sapere che dal prossimo anno il web sarà invaso da migliaia di nuove farmacie dove si andrà a comprare

La metà dei farmaci su internet è una truffa - Prima di mettere la croce sulle farmacie online e immaginare di comprare le medicine per sempre lontano dalla rete, è bene sapere che dal prossimo anno il web sarà invaso da migliaia di nuove farmacie dove si andrà a comprare. Sono i professionisti di tutta l’Unione europea che, per effetto di una direttiva del 2011, entro il prossimo gennaio potranno mettere a disposizione i loro prodotti anche su Internet. Con una differenza sostanziale rispetto alle farmacie illegali ora presenti: avranno un logo di riconoscimento e venderanno soltanto quello che è legale vendere, con le prescrizioni e le norme in vigore. In questo modo l’Unione Europea spera di colmare il ritardo rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, ad esempio, dove esistono già norme precise per esercitare il commercio in rete e bollini di riconoscimento a rassicurare i consumatori. Una goccia nel mare delle farmacie online: forse 400 su circa 40mila siti, in pratica l’1% secondo l’ente statunitense LegitScript, il servizio di verifica e controllo delle farmacie on-line, l’unico riconosciuto ufficialmente dalle federazioni dei farmacisti. L’altro 99% è invece rappresentato da farmacie false o illegali, nate esclusivamente per frodare i poveri gonzi che le contattano o per diffondere prodotti sospetti o impossibili da acquistare senza aggirare le regole. E gli italiani come si comportano? «Difficile dirlo - spiega Marta Gramazio dell’unità dell’Aifa per la prevenzione della contraffazione - si tratta di operazioni che avvengono nell’illegalità e dunque non hanno contorni precisi. Dalle operazioni di sequestro effettuate dalle forze di polizia e da una indagine Aifa su un campione rappresentativo, riscontriamo un aumento del fenomeno». Un aumento, ma ancora limitato: secondo le stime Censis-Oms l’incidenza dei prodotti contraffatti in Italia è molto più bassa che altrove, circa lo 0,1% del mercato rispetto alla media mondiale del 6-7% e europea dell’1%. Meno numerosi che altrove gli italiani che si rivolgono al web, ed interessati solo a prodotti illegali, dai vari tipi di Viagra ai preparati che aiutano a perdere peso. Ma, purtroppo, poco attenti ai rischi: tre italiani su dieci valutano positivamente un eventuale acquisto, secondo l’indagine realizzata dall’Swg, «in ragione di una scarsa percezione dei possibili pericoli collegati». E il 41% del campione ignora che l’acquisto di farmaci su Internet in Italia è vietato. Invece, come ricordano i senatori in una mozione di palazzo Madama del 2011, il rischio di falsificazione è molto alto: l’85% dei siti non chiede la prescrizione per la vendita di farmaci anche quando è obbligatoria per legge e per l’8% dei siti è sufficiente una ricetta inviata via fax. E, quindi, le truffe proliferano. Secondo i risultati di un progetto di campionamento realizzato da Aifa e Who, i farmaci comprati su Internet dall’Italia - escludendo le farmacie completamente false (ovvero quelle dedite alla truffa informatica) - risultano contraffatti in oltre il 50% dei casi. Si tratta di negozi virtuali, che si approvvigionano di volta in volta da fornitori diversi, che producono senza alcuna conformità agli standard di qualità e sicurezza riconosciuti a livello mondiale. Per fermarle non si può fare molto di più se non sensibilizzare i consumatori e dotare di certificazioni chi opera in assoluta legittimità. Anche se sembrerà strano, la semplice vendita di farmaci contraffatti non può essere punita. In base ad una sentenza del 1966 della Corte di Cassazione perché un farmaco sia pericoloso deve esserci un «rapporto causa-effetto tra assunzione del medicinale e possibile danno» Insomma ci deve scappare il morto, come è capitato la scorsa settimana a Barletta. Walter Gatti, autore del libro «Sanità e web»: «E di fronte a quest’ultima vittima ci si rende conto di quanto sia importante una regolamentazione e quanto gravi siano i rischi che si corrono se anche il medico cade nelle trappole della rete. Per evitare problemi non resta che affidarsi a soggetti conosciuti, anche se si tratta di siti».