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 2012  marzo 27 Martedì calendario

L’ex amica di Ruby: “Sesso con il premier? Lo disse scherzando” - Sedicenti ballerine, spogliarellisti aspiranti magistrati, imprenditori, ricettatori, prostitute: è un mondo variegato e un po’ squallido quello che sfila nell’aula della quarta penale per raccontare la vita di Ruby Rubacuori all’ ombra del «presidente»

L’ex amica di Ruby: “Sesso con il premier? Lo disse scherzando” - Sedicenti ballerine, spogliarellisti aspiranti magistrati, imprenditori, ricettatori, prostitute: è un mondo variegato e un po’ squallido quello che sfila nell’aula della quarta penale per raccontare la vita di Ruby Rubacuori all’ ombra del «presidente» . Una vita che sfuma nei ricordi sempre un po’ reticenti e parecchio ambigui di questo «popolo della notte» che frequentava Karima El Marhoug, minorenne sbandata e incline alla menzogna, senza darle troppo credito. Nemmeno, sostengono, quando lei raccontava di essere «amica» di quello che era l’uomo più potente del Paese, Silvio Berlusconi. Ma tutti pronti, gli uomini soprattutto, ad ospitarla in casa, ovviamente senza mai fare sesso. «Per amicizia». «Perchè mi faceva un po’ pena». «Perchè non sapeva dove andare». Una sfilata di improbabili samaritani. Anche se nei ricordi interessati di Caterina «Katia» Pasquino, la «ballerina» ex amica («mi ha devastato la vita») che denunciò Ruby sostenendo di essere stata rapinata di 3000 euro, c’è tutta un’ altra storia: «Ruby usciva spesso tardi la sera, andava nei locali. Non sapevo che si prostituisse». «Al telefono mi disse: “Sono dal presidente, adesso ballo, poi mi spoglio e faccio sesso”. Io le chiesi: “Ma sei scema?” e lei mi rispose: “Ma va’, sto scherzando!”». Uno scherzo. A verbale però, «Katia» aveva suonato un’altra musica, dicendo che Ruby era stata esplicita sul punto e che non aveva mai negato, ad Arcore, di essere minorenne. Jeans attillatissimi su tacco 15, la Pasquino proprio non ricorda come mai la sera del fermo di Ruby, telefonò almeno una dozzina di volte a Michelle de Coinceicao, la prostituta brasiliana che per prima avvisò il premier mentre questi si trovava a Parigi. In compenso «Katia», che ha diviso l’appartamento in via Settala a Milano dal gennaio al maggio del 2010 con Ruby, ha spiegato come l’ex amica le dicesse «che i soldi arrivavano a volte dalla famiglia e a volte dal presidente» che l’aiutava. Anche se «solo una volta ho visto Ruby con in mano 5 mila euro in contanti». Perché un po’ a tutti, Ruby amava raccontare di essere figlia di una facoltosa famiglia egiziana e a qualcuno di essere anche imparentata con l’ex presidente egiziano Mubarak. Certo, suona un po’ strano che poi chiedesse anche a uomini conosciuti per una sera e ben più anziani di lei, di essere ospitata a casa loro «perché non aveva dove andare». Ma a quanto sembra, era un dettaglio che non preoccupava nessuno. Non certo un tipo come Giuseppe Villa, un cinquantaseienne abbronzatissimo con l’aria del play boy in disarmo: un vecchio procedimento per ricettazione e un passato da «imprenditore» e mediatore per un affare con Paolo Berlusconi. Scusi, gli chiede a un certo punto il pm Antonio Sangermano, lei ha 56 anni: che tipo di rapporti aveva con una ragazzina di 17? «Di amicizia», risponde serafico Villa. Il quale precisa che seppe solo in un secondo tempo della vera età di Ruby, così come era informato che la ragazzina trascorresse qualche serata alle feste di Arcore. «Quando Ruby subì uno scippo, mi raccontò che mentre era alla polizia per la denuncia aveva telefonato a Silvio Berlusconi e che lui l’aveva aiutata mandando lì la sua segretaria...». Mentre una volta, al bar, vide sul cellulare di Karima comparire i nome del Premier e poi, ascoltando la telefonata, «mi sembrò di riconoscere la sua voce». Sapeva che Ruby ogni tano andava a Arcore? «Si, cena, dopocena, un po’ di discoteca, quelle cose lì, insomma...». La signora Grazia Randazzo di Catania, madre di un ragazzo che aveva preso una cotta per Ruby, racconta ad esempio che quando insieme al figlio vennero a trovarla a Milano, «lei ci venne a prendere alla stazione con l’autista e pagava sempre i conti in tutti i locali in cui ci portò». «Ci disse che Lele Mora la voleva in affidamento e di aver conosciuto Emilio Fede». Ma soprattutto che «anche Berlusconi si interessò del suo affidamento. Ma io non le ho mai creduto - ha aggiunto - perché la ragazza era fantasiosa».