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 2012  marzo 27 Martedì calendario

WEB RADIO, PER VOCE ARANCIO


Amatoriale o commerciale? Le web radio si dividono in tre categorie: personali (più comunemente dette amatoriali); istituzionali o comunitarie (quelle di enti, partiti, università, società etc.) e commerciali. Le prime due devono essere «prive di introiti diretti o indiretti e di qualsiasi finalità commerciale», mentre la terza può sfruttare il canale pubblicitario sia all’interno del sito che nel palinsesto radiofonico.

Perché aprire una web radio. Ci sono tante ragioni per aprire la propria radio, ognuna diversa a seconda della categoria:

– Personale: Se siete cantanti o musicisti e non riuscite ancora ad ottenere un contratto da una casa discografica potete farvi conoscere dal mondo in linea diretta, e chissà se, con un numero di ascoltatori non indifferente, una major possa interessarsi maggiormente a voi. Oppure se avete in mente nuovi format di programmi radiofonici potreste farli voi e metterli sul web così da avere più possibilità di entrare nel giro della radio tradizionale. Se invece avete più semplicemente una passione per la musica, potete trasmettere le vostre playlist preferite e condividerle con gli altri, conoscendo così anche persone nuove.

– Istituzionale. Se siete a capo di un’azienda potete aprirvi una web radio istituzionale per allietare le ore di lavoro dei vostri dipendenti e dare comunicazioni aziendali (ricordandovi però che nessun messaggio deve essere promozionale o a scopo di lucro altrimenti si rientra nella categoria commerciale).

– Commerciale. Aprendo una web radio commerciale siete a tutti gli effetti come una radio tradizionale, solo che trasmettete dal web e non in Fm. Quindi, oltre alla musica, nel vostro palinsesto potete inserire pubblicità e messaggi promozionali (anche banner sul sito). Così facendo avrete il guadagno che vi arriverà dagli sponsor.

I programmi. Per crearsi la propria radio personale oltre alla passione e un pc servono tre programmi che si trovano gratuitamente in rete: Winamp (http://www.winamp.com/media-player), ShoutCast DSP e ShoutcastServer (http://www.shoutcast.com/broadcast-tools).

ShoutCast. Al momento sono 51.986 le radio che trasmettono con ShoutCast (http://www.shoutcast.com/).

La procedura. Per Microsoft Windows o Linux la configurazione dei software è abbastanza semplice ma è necessario seguire la procedura passo passo sul sito della Wra (Web Radio Associated) (http://www.wra.it/come-costruire-una-web-radio.html). Mentre per fare una web radio con un Mac bisogna scaricare Nicecast (http://nicecast.en.softonic.com/mac) che si integra perfettamente con iTunes: si possono seguire le istruzioni di questo video su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=UCcSJvB44zw).

La regia automatica. Se si vuole mettere una regia automatica, un software che gestisce la radio anche in vostra assenza si può optare per MbStudio (http://www.mbradio.it/it/mb-studio/presentazione): costa dai 362 ai 908 euro Iva inclusa a seconda della versione, ma per farsi un’idea si può scaricare qui la demo (http://www.mbradio.it/it/download/demo-software). L’alternativa è Xautomation (http://www.xdevel.com/software.asp): i prezzi partono dai 500 euro circa.

1998. Le prime web radio in Italia sono nate nel 1998.

La Siae e l’Scf. Per essere in regola dopo aver configurato i programmi e fatto le prime prove di trasmissione bisogna aprire una posizione in Siae come Web radio personale: la quota è di 400 euro+Iva all’anno (scarica qui il modulo http://www.siae.it/view.asp?pdf=Multimedialita_Modello_AWR.pdf) (come web radio commerciale invece si pagano 250 euro+Iva a trimestre se gli introiti sono inferiori ai 3 mila euro lordi annui) e bisogna sottoscrivere una licenza con la Scf, il consorzio fonografici, che racchiude il 90 per cento delle case discografiche italiane: il costo è di 390 euro+Iva (per le web radio commerciali invece si paga un fisso di 1.600 euro+Iva e a fine anno c’è un saldo in base agli introiti pubblicitari). Infine, bisogna abbonarsi ad un servizio Streaming (circa 80 euro al mese per una contemporaneità di 35 utenti. Il prezzo varia a seconda degli utenti e del servizio).

16. Trasmettere con una web radio nel 1996 sarebbe costato circa 16 milioni di lire all’anno: tanto costava lo streaming 16 anni fa.

Le personali. Al momento le web radio personali iscritte Scf sono circa 115.

Talk Radio. Le uniche radio che non hanno bisogno di iscriversi alla Siae o Scf sono la talk radio o quelle che trasmettono brani non tutelati ovvero se l’autore non è associato o mandante della Siae o delle Società d’autori estere ad essa collegate, con l’autorizzazione concessa direttamente dall’autore; e non appartenenti all’Scf (ovvero le etichette indipendenti che non hanno aderito ad Audiocoop).

Associazione e convenzioni. La Wra (Web Radio Associated) opera dal 2005 per rappresentare, promuovere e tutelare le web radio. Iscriversi costa 15 euro all’anno, ma le radio che aderiscono hanno a sconti:
- del 7,5 per cento in Siae (la quota per le web radio personali scende così a 370 euro+Iva. Leggi qui la convenzione http://www.wra.it/siae.html)
- del 15 per cento in Scf (la quota per gli amatoriali scende così a 330 euro+Iva. Leggi qui la convenzione http://www.wra.it/convenzione-scf.html)
Inoltre, possono usufruire del servizio AudiWebRadio, un servizio di statistica sugli ascolti della propria web radio per approfondirne le potenzialità, oltre a far scaturire la curiosità in potenziali investitori pubblicitari.
- del 15 per cento sull’acquisto del software per la regia automatica MbStudio (vedi qui la convenzione http://www.wra.it/software-automazione-radiofonica.html)

Casa Bastiano. Michele, 38 anni, responsabile IT di un’azienda che si occupa di coperture in legno nel modenese, ha aperto Radio Casa Bastiano, la sua radio amatoriale: «Le prime prove di trasmissione le ho fatte nel 2007. Radio Casa Bastiano nasce dalla passione per la musica. Mi divertivo a fare playlist per gli amici e dato che piacevano mi sono deciso ad allargare il mio pubblico con la webradio». Vero è che come IT Michele ha conoscenze tecniche, ma assicura a VoceArancio che farsi la propria radio sul web è semplicissimo: «Io uso Nicecast, perché ho un Mac, si interfaccia direttamente con la mia libreria di iTunes e legge tutte le mie playlist. Mando tutti i generi musicali dalla classica al rock». Michele è sposato con due figli piccoli: «Alla radio dedico in media un’oretta al giorno, ma se avessi più tempo mi piacerebbe farla diventare commerciale». Casa Bastiano è il nome della località in cui vive: «Dato che trasmetto da casa mi sembrava il giusto». Ogni giorno Radio Casa Bastiano ha una media di cento ascoltatori unici: «Al lavoro la mia radio fa compagnia a tutti i miei colleghi e poi mi ascoltano anche dal Giappone e dagli Usa. Fare una radio mi ha permesso di conoscere anche nuove persone: c’è un ingegnere di Bologna, che si occupa di fotografia immersiva, che ha realizzato un video ( http://bit.ly/9pfBTb) per la Nasa ascoltando la mia radio. E mi ha scritto per dirmelo».

La mail dell’ingegnere. «Visto che ci siamo, ti mando i saluti che non sono riuscito a spedirti prima delle vacanze (ero proprio di corsa…). Ti stavo ringraziando per Sergio Endrigo, J. Mitchell, D. Sylvian, Japan, B. Holliday, J. Cash, Portishead, Penguin Café Orchestra… Me li hai fatti rincontrare dopo un bel po’ di tempo… Quasi come cari amici che rivedi dopo qualche anno. Ecco allora uno degli ultimi lavori (http://bit.ly/9pfBTb ). Cerco di darti – stavolta io, se possibile – qualche minuto di svago. Diciamo che in qualche maniera c’entrate anche voi, dato che tutta la concentrazione – e ce ne vuole tanta, dietro c’è una marea di programmazione – è affidata a voi. Grazie» (così la mail dell’ingegnere di Bologna a Radio Casa Bastiano).


Link
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