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 2012  marzo 27 Martedì calendario

Il presidente Mediobanca ai giovani: «Smettete di sognare il posto fisso» - Renato Pagliaro, il banchiere che in Mediobanca più ha fatto della riserva­tezza il proprio credo, torna tra i banchi di scuola per dettare ai giovani la propria vi­sione sui temi più discussi del momento: dalla riforma del mercato del lavoro, alla carestia di finanziamenti a famiglie e im­prese

Il presidente Mediobanca ai giovani: «Smettete di sognare il posto fisso» - Renato Pagliaro, il banchiere che in Mediobanca più ha fatto della riserva­tezza il proprio credo, torna tra i banchi di scuola per dettare ai giovani la propria vi­sione sui temi più discussi del momento: dalla riforma del mercato del lavoro, alla carestia di finanziamenti a famiglie e im­prese. In uno stile asciutto come il suo aspetto, Pagliaro ha da subito sferzato gli studenti del Liceo Carducci di Milano con­centrati per l’occasione nell’aula magna dalle 10 del mattino: «Non avrete mai la certezza del posto fisso, nessuno al mon­do ha il dovere di assumervi». Tra gli astanti serpeggia qualche bru­sio, ma il banchiere ha rincarato la dose: «Se in questa sala c’è un giovane che dice “Io non voglio lavorare la domenica”,vi di­co che siete fuori dal mondo».L’appunta­mento, promosso dall’osservatorio Giova­ni editori, si protrae per oltre due ore, agli studenti che ribattono Pagliaro replica che occorre lavorare di più. In pratica ba­sta con i bamboccioni, ma sullo sfondo ri­mane una crisi che rischia di trasformare scuole e università, che per anni sono sta­te le fucine della nuova classe dirigente, in un magazzino di precari. Pagliaro stesso ammette di fare parte del «passato»: nel 1981 è entrato in Mediobanca fresco di lau­rea in economia aziendale e vi è rimasto scalandone tutta la linea di comando in­sieme all’amministratore delegato Alber­to Nagel, entrambi eredi designati di Enri­co Cuccia e Vincenzo Maranghi. Quindi ha invitato a vivere «esperienze lavorative fin da studenti, a viaggiare al­l’estero e a non snobbare i lavori manua­li ». «Il sistema scolastico italiano ha dei de­­ficit, in giro per il mondo i ragazzi comin­ciano a lavorare quando stanno ancora studiando, anche i lavori più umili e ma­nuali. E questo è positivo, è utile a livello formativo perché ti abitua a entrare nella logica di concorrere a svolgere un lavoro, un’attività. Si apprende il senso del dove­re, della disciplina», ha proseguito il ban­chiere rimarcando che «non esiste una ge­rarchia: meglio un bravo barista che un av­vocato svogliato ». Poi ha spiazzato tutti in­vi­tando i giovani a pianificare famiglie nu­merose: «Non abbiate paura di fare figli», perché lo sviluppo «ha molto a che fare con la demografia, più un Paese è giovane e più cresce». Un invito controcorrente sia rispetto all’esperienza personale di Pa­gliaro, che come lui stesso ha ammesso non ha figli, sia guardando alla più com­plessiva situazione del Paese sotto il peso della crisi. Soprattutto per quella genera­zione­di precari a vita che fatica a fare com­baciare con le spese quotidiane una busta paga molto lontana dai circa 2,5 milioni di euro di emolumenti assicurati a Pagliaro dalla principale banca d’affari del Paese. Lontano per qualche ora dalle stanze di Mediobanca e dagli scricchiolii dei suoi parquet, Pagliaro è stato lapidario anche sulla stretta creditizia attuata dalle ban­che­davanti alle difficoltà di onorare i debi­ti da parte di famiglie e imprese: «Nessuno ha il dovere di farti credito, né tu hai il dove­re di fare credito a qualcuno. Il denaro che hanno le banche è dei clienti. Può essere prestato solo se hai la certezza semi-mate­matica che ti verrà restituito». Piazzetta Cuccia era stata tuttavia pensata da Cuc­cia come stanza di compensazione del grande capitalismo italiano, con cui è an­cora oggi fortemente legata, sia dal punto di vista azionario, sia dei crediti. Per que­sto è già capitato che qualche credito non sia stato alla fine restituito.