Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi, ha confessato dopo dieci ore di interrogatorio: «L’ho strangolata io, con una cordicella, mentre era di spalle. Ho abusato di lei dopo che era già morta».
• Il corpo è stato ritrovato?
L’assassino ha detto subito dove si trovava. Ma per recuperarlo ci sono volute ore. La cavità nella quale era stato gettato è un inghiottitoio non profondo ma stretto, che porta a un pozzetto di raccolta di acqua piovana. L’apertura è un buco con un diametro di poche decine di centimetri. Per consentire il recupero del cadavere è stato necessario lo sbancamento di terreno circostante, in gran parte roccioso. Sarah, una ragazzina di 15 anni, un faccino grazioso, era piccolina, appena un metro e 58 d’altezza. Una figura esile. Per lo zio è stato facile infilarla là dentro. Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha spiegato: «È una sorta di covo interrato all’interno del suolo con un foro d’ingresso di poche decine di centimetri coperto da rami, foglie e pietre. Era praticamente impossibile accorgersene, forse anche passandoci sopra. Il corpo si stava disfacendo. Era in stato colliquativo». Dal giorno della scomparsa – e della morte – è passato più di un mese. 26 agosto 2010, intorno alle 14.30.
• Adesso si è finalmente capito che cosa è successo quel giorno?
Verso le due e mezza del pomeriggio, Sara esce dalla sua casa ad Avetrana, 8 mila anime in provincia di Taranto, per percorrere a piedi i trecento passi che la separano dall’abitazione della cugina Sabrina, 22 anni, con la quale ha intenzione di andare al mare. Per avvertire la cugina che sta arrivando, le fa il solito squillo al cellulare. Poi niente. L’altra, non vedendola, la richiama due volte. La prima il telefonino squilla a vuoto. La seconda (alle 14.42) l’utente risulta irraggiungibile. Da allora di Sarah non si sa più nulla. Al momento della sparizione la ragazzina indossava una maglietta rosa con il coniglietto di Playboy, pantaloncini rosa, infradito nere. Al collo un laccio nero con un ciondolo argento a forma di scoiattolo e una collanina con un teschio di strass rosa. Con sé aveva un cellulare Vodafone 735 con cuffia stereo, una sacca di stoffa nera, un telo da mare e un caricabatterie. Adesso si sa che Misseri ha avvicinato la nipote, ha cominciato a rimproverarla perché lei aveva raccontato alla cugina di essere stata infastidita, l’ha costretta a entrare nel garage probabilmente a spintoni. Qui ha poi fatto quello che ha fatto. Dopo, ha sistemato il cadavere nel portabagagli dell’auto e l’ha portato in un podere al confine della provincia di Lecce, tra Avetrana e San Pancrazio Salentino, proprietà della famiglia. Ha denudato il cadavere e l’ha buttato nel pozzo. Poi ha bruciato i vestiti. È stato svelto. La cugina Sabrina, che ieri abbiamo visto piangere disperata al Tg5, era usicta per vedere come mai Sarah non arrivava. E ha visto il padre in strada, molto tranquillo. «Sai niente di Sarah? Dovevamo andare al mare». «No – ha risposto lui – non l’ho vista».
• È stato lui stesso a mettere i carabinieri sulle sue tracce, però. Con la storia del telefonino.
A Misseri nessuno aveva fatto troppo caso. All’inizio si era pensato a una fuga, o a qualche coetaneo, o a qualche amico di Facebook. Poi a un certo punto s’è presentato agli inquirenti questo zio Michele. Ha consegnato il telefonino di Sarah, senza scheda sim e senza batteria. «Stavo bruciando le stoppie, era come se Sarah mi stesse chiamando. Ero tornato a cercare un cacciavite e ho trovato un cellulare». Le probabilità che dopo 35 giorni, a sette chilometri da Avetrana, un aggeggio simile sia ritrovato per terra proprio da un membro della famiglia sono prossime allo zero. Le televisioni scoprono il personaggio, un tipo dalle braccia forti e le mani a badile tipiche dei contadini. Copre spesso la calvizie con un cappellino da pescatore. Ha la lacrima facile. «Me la rivedo ancora qui in cantina, non c’è più, non c’è più».
• Ci sono polemiche per la trasmissione Chi l’ha visto?
La Sciarelli aveva mandato cronisti e telecamere proprio a casa di Misseri e rispondeva alle domande anche Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah. Doveva esserci pure Misseri, che però non arrivava. A un certo punto s’è capito quello che stava succedendo e la Sciarelli ha invitato la signora Concetta ad andarsene, se voleva. Secondo alcuni troppo tardi, cioè la giornalista avrebbe esagerato nell’approfittare professionalmente della situazione.
• Molestie precedenti?
Le figlie dell’assassino e sua moglie negano. Ma è difficile credergli. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/10/2010]
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