Giacomo Bassi, Il ole 24 Ore 8/10/2010, 8 ottobre 2010
IL VETRO È PIÙ VERDE SE È DA SOLO
Oltre un milione e mezzo di tonnellate riciclate, sistemi di lavorazione sempre più efficienti, un trend di crescita costante che lancia l’Italia tra i grandi paesi europei. La raccolta differenziata del vetro, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, taglia ogni anno nuovi e più importanti traguardi. Ma nonostante i buoni risultati raggiunti fino a ora, il Coreve, il Consorzio nazionale di recupero del vetro, lancia l’allarme sulla tipologia del materiale inviato al riciclo e si appella ai comuni e alle amministrazioni locali affinché cambino i metodi di raccolta: non più contenitori nei quali gettare insieme bottiglie, lattine e imballaggi di plastica, addio al costoso porta a porta e nuovo spazio invece alle campane stradali monomateriale. «Negli ultimi anni – spiega Enzo Cavalli, presidente del Coreve – la raccolta del vetro è cresciuta in maniera costante, tanto che oggi si ricicla il 66% di tutto quello immesso nel mercato italiano. A fronte di un miglioramento della quantità, però, assistiamo a un peggioramento della qualità del materiale».
Nel corso del 2009 il 16% di tutto il vetro raccolto in Italia non è stato avviato al riciclo perché troppo inquinato da altri materiali (plastica e alluminio ma anche ceramica e pirex, che fondono a temperature troppo elevate per i forni delle vetrerie) e quindi inutilizzabile. Scarti che contestualmente hanno fatto crescere i costi dell’intera filiera del riciclo. La scarsa qualità del prodotto selezionato con la raccolta differenziata e inviato alle vetrerie, infatti, genera un’alta quantità di sovvalli che devono essere smaltiti. Secondo gli ultimi studi sul settore, l’attività di separazione di alluminio e plastica dal vetro costa tra i 16 e i 31 euro a tonnellata mentre lo smaltimento in discarica di questi scarti arriva a toccare i 144 euro a tonnellata. Costi che indeboliscono l’intera filiera del riciclo e che devono essere abbattuti.
Nei comuni e nelle regioni in cui la raccolta viene effettuata in prevalenza attraverso campane stradali monomateriale il costo industriale medio del riciclo del vetro è di 27 euro a tonnellata, mentre in quelle che si affidano ai contenitori multimateriale o al porta a porta l’importo sale fino a cinque volte a causa di una maggiore frequenza di raccolta, dell’attività di separazione e di stoccaggio dei diversi materiali e dello smaltimento degli scarti. «Quello delle campane per vetro, plastica e alluminio – conclude Cavalli – è un metodo che alla lunga è antieconomico e rischia di danneggiare tutto il sistema del riciclo. Per questo i comuni dovrebbero cambiare le loro strategie e il Coreve è disponibile ad affiancarli e accompagnarli in questo processo che deve portare al ritorno delle campane monomateriale così come già si fa in gran parte d’Italia».
A partire dalla Liguria, dalle Marche e dal Molise, regioni che raccolgono in questo modo la quasi totalità del vetro inviato alla filiera del riciclo. Una filiera ottimale che salvaguarda anche l’ambiente: lo scorso anno, a livello nazionale, sono state risparmiate dall’industria degli imballaggi di vetro 2.800.000 tonnellate di materie prime (sabbie e altri materiali di cava necessari alla produzione), 1.100.000 megawatt di energia e 1.800.000 tonnellate di anidride carbonica immessa nell’atmosfera.