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 2010  ottobre 08 Venerdì calendario

Ross Dennis

• San Francisco (Stati Uniti) 26 novembre 1948. Politico. Già inviato e capo negoziatore americano in medio oriente con George H. W. Bush e Bill Clinton, nel 2009 Hillary Clinton lo nominò consigliere e inviato speciale per il Golfo Persico e l’Asia Sud-occidentale, quindi anche per l’Iran • «[...] Per dodici anni è stato l’inviato speciale della Casa Bianca nella regione, servendo George Bush padre e Bill Clinton. Lui aveva creato la coalizione per la Guerra del Golfo nel 1991, lui aveva organizzato la conferenza di Madrid che dopo il conflitto aveva avviato il processo di pace, e ancora lui aveva messo intorno allo stesso tavolo Arafat con Rabin, Peres e poi Barak [...]» (Paolo Mastrolilli, “La Stampa” 1/4/2007) • «[…] è tra i fondatori del Washington institute for near east policy, un centro studi che il settimanale Time ha […] definito “di falchi filo-israeliani”, e collabora come analista di politica estera con il network conservatore Fox news. Prima che Obama venisse eletto, per il nuovo inquilino della Casa Bianca aveva preparato un documento – “Rafforzare l’alleanza. Come approfondire la cooperazione tra Stati Uniti e Israele sulla sfida nucleare iraniana” -, sottoscritto anche dall’ambasciatrice usa all’Onu Susan Rice. […]» (Michelangelo Cocco, “il manifesto” 25/2/2009) • «[…] è di madre ebrea, ha legami con Israele e sul programma nucleare dell’Iran ha posizioni dure. Ha cominciato lavorando come specialista di questioni sovietiche sotto Reagan al dipartimento di stato e alla Difesa, con altri due duri, Paul Wolfowitz – poi diventato vice del segretario alla Difesa di George Bush, Donald Rumsfeld – e Andrew Marshall. Ha fondato un think tank pro Israele, il Washington Institute for Near East Policy, che […] ha pubblicato un rapporto in cui si definiva l’intervento armato contro i siti nucleari iraniani “un’opzione fattibile”. Ross ha seguito i negoziati in medio oriente per le Amministrazioni di Bill Clinton e di Bush secondo. A Camp David nel 2000 guidava la rappresentanza americana, anche se Yasser Arafat diffidava profondamente di lui (sentimento ricambiato). Durante un momento di tensione nei negoziati, scagliò un dossier sul tavolo tra le bottiglie e la frutta. E quando è uscita la notizia della sua nomina con Obama, Kazem Jalali, della commissione Sicurezza del Parlamento iraniano, ha commentato: “Tanto valeva scegliere Ariel Sharon come inviato speciale per l’Iran”. […]» (“Il Foglio” 15/4/2009).