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 2010  ottobre 08 Venerdì calendario

NIENTE SPRECHI ALLE FIERE DEL CIBO

(Salone del Gusto e Terra Madre: Slow Food lancia le 22 azioni virtuose per rispettare l’ambiente) -


Le nuove fiere? Dovranno essere ecologiche e sostenibili. L’Associazione Slow Food, in vista del doppio evento del «Salone del gusto» e di «Terra Madre», che sarà di scena al Lingotto di Torino dal 21 al 25 ottobre, vuole ridurre l’impatto dell’evento sull’ambiente: ovvero tagliare del 65% inquinamento e sprechi. Bell’impegno, per una manifestazione che attende oltre 170 mila visitatori e oltre 1600 produttori in arrivo da tutto il mondo.
Per realizzare l’intento il team di Slow Food ha stilato una lista di ben 22 azioni virtuose, articolate in 10 sezioni, dall’utilizzo di materiali riciclati a un sistema di illuminazione a basso consumo, dal recupero di derrate alimentari avanzate a una capillare raccolta differenziata. Il tutto in accordo con Regione Piemonte e Comune di Torino, e con l’apporto tecnico del corso in Design del Politecnico e con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Una rivoluzione, quella presentata ieri ai media, di cui i visitatori si renderanno conto a partire dall’allestimento realizzato per l’area espositiva: se ai 78 mila metri quadri di moquette necessari per pavimentare il Salone (costo: 200 mila euro circa e zero possibilità di recupero), si era già rinunciato due anni fa, ora si fa un passo avanti, con l’utilizzo di «green pallet», ovvero supporti per imballaggi, presi in affitto dalle aziende Lavazza e Mapei, mentre decori e installazioni grafiche saranno in cartoncino non solo riciclato, ma pure riciclabile.
Della serie nulla si butta, tutto si recupera. Così sarà anche per il vassoietto a forma di mano, che ogni ospite della fiera potrà portare con sé lungo il tragitto per poggiarvi gli eventuali assaggi. Rigorosamente biodegradabili sono piatti, bicchieri e posate, che verranno utilizzati negli stand e nei Presìdi, per non dire degli shopper. Per la plastica, un rigoroso pollice verso: tanto che, per dissetare il pubblico, verrà distribuita acqua (sia quella dell’acquedotto sia quella targata «Lurisia», esclusivamente in contenitori di vetro).
Regole buone per ridurre, ma non certo per azzerare la produzione di rifiuti. «E qui entra in gioco la raccolta differenziata - spiegano gli organizzatori - che sarà organizzata in moltissimi punti del Lingotto, con tanto di personale addetto a fornire ogni chiarimento utile a coloro che ancora non fossero molto pratici». Novità anche per quanto riguarda l’illuminazione: almeno in alcune aree (Presìdi e sala «Slow Wine»), le lampade tradizionali spariranno per far posto a led e fibre ottiche, a vantaggio di un minor consumo, mentre in altre zone si monteranno elementi a incandescenza. Quanto agli inevitabili avanzi alimentari, non finiranno in spazzatura. «Con i progetto del “Buon samaritano”, già nel 2008, abbiamo recuperato 6 tonnellate di derrate, poi regalate al Sermig», racconta Roberto Burdese, presidente di Slow Food. E aggiunge: «Quest’anno, a fine Salone, gli operatori dell’Amiat raccoglieranno da ogni stand e cucina tutto il cibo rimasto, che sarà poi donato al Comune per la distribuzione a vari enti assistenziali, ma ci sarà pure una cena evento del riuso e del non-spreco, a cura di grandi chef stellati».
«Tutti i provvedimenti - conclude - a cui abbiamo pensato rispondono al nostro motto di “Buono, pulito e giusto” e sono applicabili ad altri eventi, anche se l’impatto zero è una chimera. Così, per compensare le emissioni di anidride carbonica che, comunque, produrremo, acquisteremo crediti certificanti per la realizzazione di un impianto eolico in Cina».