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 2010  ottobre 08 Venerdì calendario

DUE IMPERI, UN’ANTEPRIMA

Otto cavalieri, un cavallo e due leoni: solo un «antipasto» della mostra «I due imperi. L’aquila e il dragone», che verrà inaugurata l’11 novembre a Palazzo Venezia. Il piccolo gruppo di sculture è stato presentato ieri mattina all’interno della Curia Iulia al Foro romano, in occasione della visita del primo ministro cinese Wen Jabao e del ministro della cultura Cai Wu per le celebrazioni di apertura dell’Anno culturale della Cina. All’inizio come sede della mostra, che raccoglie oltre quattrocento pezzi e arriva nella capitale dopo le tappe di Pechino, Luoyang e Palazzo Reale a Milano, era stato annunciato il Colosseo. «Poi abbiamo capito che l’allestimento avrebbe comportato spese troppo alte», spiega Stefano De Caro, direttore generale per i Beni archeologici. «Per proteggere alcune opere molto sensibili, come il pregiato stendardo in seta dipinta che esce per la prima volta dalla Cina, avremmo dovuto mettere in piedi un impianto di climatizzazione che sarebbe costato un patrimonio».
Così si è ripiegato su Palazzo Venezia, anche perché è proprio qui che si stanno preparando le sale destinate ad ospitare un museo statale della cultura cinese, offerte in cambio degli spazi che in piazza Tiennanmen diventeranno, a partire dalla prossima primavera, una vetrina delle civiltà e delle testimonianze artistiche della penisola italiana. In attesa della grande esposizione, che ricostruirà i momenti salienti della storia dei due imperi, quello romano e quello cinese, mettendone in luce aspetti della vita quotidiana, della società del culto e dell’economia, si può dunque visitare fino al 9 gennaio questo primo assaggio nell’imponente sede del senato romano, dove i guerrieri di terracotta provenienti dal mausoleo del primo imperatore, Qin Shihuang, sono collocati accanto alle statue degli imperatori romani, Traiano e Caracalla, tutti scortati dai due felini ruggenti che furono ritrovati nello Shaanxi, lungo la Via dello Spirito, il percorso cerimoniale che conduceva alla sepoltura e al luogo di culto posto all’interno dell’area sepolcrale. Nati quasi parallelamente (nel II secolo a. C. quello cinese e nel I quello romano) i due imperi in realtà non hanno mai avuto contatti diretti. Imercanti romani non si spinsero mai oltre il grande impero persiano, anche se le merci cinesi arrivavano fino a Roma. Le sete trasparenti si vendevano proprio davanti alla Curia Iulia, nelle botteghe del Vicus Tuscus ed erano ignorate dalle signore perbene perché segno di lascivia.
Lauretta Colonnelli