Mario Cianflone, Il Sole 24 Ore 08/10/2010, 8 ottobre 2010
L’AUTO APRE LE PORTE AL «VERDE»
Ibrido plug-in. È questa la tecnologia più in voga del momento per abbattere consumi ed emissioni e al tempo stesso consentire alle case di scansare il pericolo di dover proporre, sulla scia di limiti alle emissioni di CO2 sempre più restrittivi, autovetture dal feeling di guida simile a quello di una lavatrice coreana. Battute a parte, l’abbinamento tra motori endotermici, benzina e diesel, ed elettromotori abbinati a una batteria ricaricabile dalla presa di rete e di capacità adeguata per muoversi per qualche chilometro a zero emissioni, sembra essere il tema del momento, quello che ha dominato l’edizione appena conclusa del Salone di Francoforte 2013. Una rassegna dove il tema dell’elettrificazione e dell’abbattimento dei consumi è ritornato di grande attualità dopo essere passato un po’ in sordina negli ultimi mesi. Del resto a Francoforte si è vista (come potete leggere nelle pagine di questo Rapporto) una raffica di auto verdi. Ha aperto le danze Bmw con la sua i8 in versione definitiva. Se l’appena lanciata i3 (per la casa del doppio rene la "i" è il category brand per le elettroibride) è una city car hi-tech, totalmente elettrica (ma equipaggiabile con un range extender termico) e con un sofisticato telaio in fibra di carbonio, la i8 è una sportiva emozionante che sembra uscita da un film di fantascienza. E non è più una show car, ma una macchina vera e propria che sarà sulle strade a partire dal prossimo anno. È ibrida plug-in: abbina un quattro cilindri TwinPower da 170 cavalli al posteriore con un elettromotore da 131 cavalli (96 kW) all’anteriore.
Con i due motori in azione le prestazioni sono da supercar di razza, visto che scatta in 4.4 secondi da zero fino a 100 km orari con una velocità massima limitata alla tedesca: 250 km/h. E i consumi? Quasi da scooter! La casa dichiara infatti 2,5 litri ogni 100 km, con emissioni di CO2 pari a 59 g/km. A conti fatti sono 40 km con un litro di verde e può marciare a emissioni zero per una trentina di km. Il bello è che non stiamo parlando di una vetturetta tutta eco e dalle reazioni da bradipo e neppure di una Tesla Model S: elettrica pura, a emissioni zero, che però va ricaricata per 20 ore. Insomma, la i8 dimostra che è possibile far quadrare il cerchio: creare auto emozionali ma che rispettino l’ambiente e, soprattutto, che diano una mano alle case ad abbattere la media delle emissioni per rispettare parametri via via più restrittivi (si sta andando verso i 95 grammi di CO2 per km entro il 2020). La Germania sta conducendo una battaglia affinché la Ue non imponga limiti troppo penalizzanti per la sua industria che sforna auto con grossi motori, molto efficienti, ma che comunque non possono generare emissioni di CO2 (che non è un inquinante, ma un gas serra ed è direttamente proporzionale ai consumi) a livello di citycar francesi o italiane senza ricorrere all’ibrido o all’elettrificazione. Ed ecco che sull’ibrido e sull’elettrico anche il gruppo Volkswagen sta facendo la sua parte. Al salone di Francoforte la star era la piccola up! in edizione agli ioni di litio, mentre sul fronte dell’ibrido c’era la Audi A3 e-tron, una plug-in hybrid che è un esempio tangibile di premium formato green.
E se la tecnologia ibrida, di fatto introdotta da Toyota e poi "copiata" da tutti, non interessa al gruppo Fiat che con grande pragmatismo razionalmente ne contesta costi e benefici reali (all’atto pratico, nella guida di tutti i giorni, in extraurbano i consumi delle ibride, anche a causa del peso aggiuntivo, non sono poi così bassi), tra le novità spicca la Range Rover Hybrid, prima di una nuova specie di suv green all’inglese, che indica una volta di più che la strada dell’ibrido è una scelta obbligata per molti. Anche in forme diverse dalle nozze tra i motori elettrici e quelli termici, come nel caso della Citroën Cactus, uno dei prototipi più interessanti degli ultimi mesi: monta un sistema hybrid air (un serbatoio di energia pneumatica che rende una cosa seria la trazione ad aria compressa) e sancisce il ritorno dell’auto pratica e sbarazzina. È dotata di "paraurti 2.0": elementi elastici a prova di sportellata. E di macchine protette, come una volta, nella giungla urbana si sente il bisogno più di mille vernici lucide che si graffiano solo con il pensiero. Anche questa è sostenibilità ed ecologia.