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 2010  ottobre 08 Venerdì calendario

IL RITORNO DELLA BOMBETTA

Confinata negli armadi dei sacerdoti della nostalgia, snobbata e sbeffeggiata, improvvisamente la bombetta, sacro simbolo della Cool Britannia, copricapo imprescindibile per bancari e agenti di Borsa dalla fine dell’Ottocento fino alla rivoluzione culturale degli anni Sessanta, è tornata di moda riconquistando la vetrina di Austen Reed in Saint James Street, cuore elegante della Londra che va di moda. Cinquanta sterline e l’affare è fatto.
Fuori c’è la fila. A portarla non sono più anonimi signori in grigio, ma le sante icone dell’Inghilterra che piace, da Jude Law, immortalato dai paparazzi in compagnia di Sienna Miller all’ingresso di un ristorante di South Kensington, al divino e controverso Ozzy Osbourne, da Peaches Geldof, figlia di Bob, a Fearne Cotton, bionda e decisamente sensuale presentatrice televisiva, che ha adornato il copricapo di feltro nero con un’orchidea blu incongrua, fuori luogo e proprio per questo perfetta. Sdoganata e trasversale. Una febbre.
Un portavoce di Austen Reed, storico atelier nato a Londra all’inizio del Novecento che riprenderà la distribuzione nella capitale prima di allargarla all’intero Paese, ha spiegato eccitato: «L’abbiamo reintrodotta nel nostro catalogo come tributo alla moda britannica tradizionale. Lo stile British è alla base del nostro patrimonio culturale. Uomini e donne di oggi guardano sempre di più ai classici, al design e alle finiture di qualità. La bombetta comunica in modo naturale lo stile British. E in effetti l’idea è venuta ai nostri clienti».
Indossata da Winston Churchill, amata da Magritte, Totò e Liza Minnelli, esaltata da Stan Laurel e da Charlie Chaplin, la bombetta fu pensata oltre 150 anni fa da Edward Coke, fratello del secondo conte di Leicester, che intendeva proteggere la testa del suo guardacaccia dai rami dei boschi mentre andava a cavallo.
Cercava qualcosa di solido e pratico e così, nel 1849, commissionò l’opera agli artigiani londinesi William e Thomas Bowler, a cui il cappello - in inglese bowler hat - deve il nome. Nel giro di pochi anni, pur rimanendo meno prestigiosa del cilindro, divenne una mania, grazie a quel suo tono sofisticato e ironico a metà tra il militaresco e la recita scolastica di fine anno.
, quando la moda aveva già attraversato l’Oceano contagiando anche Billy the Kid e il bandito Butch Cassidy, affascinanti non solo dal disegno dell’oggetto, ma anche dalla sua solidità, garantita dall’utilizzo di una speciale resina asiatica che consente alla bombetta una resistenza agli urti pari al peso di chi la indossa. Le donne del Perù e della Bolivia la considerano parte del loro abbigliamento tradizionale.
Secondo Chaplin «la bombetta ti consegna immediatamente un’aria di superiorità e di rispettabilità che induce chi ti incontra a inchinarsi come di fronte a un aristocratico». Deve esserselo detto anche il serial killer Albert Fish, cannibale e stupratore conosciuto come il Lupo Mannaro di Wysteria o il Vampiro di Brooklyn, che nelle foto segnaletiche pretese di indossarne una. Un tocco di gran classe che non gli evitò la condanna a morte.