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 2010  maggio 03 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

La Grecia, che ha un debito pubblico in proporzione come il nostro e un sistema di sprechi non troppo dissimile da quello italiano, paga da ieri il fio dei suoi peccati con una medicina amarissima che le è stata imposta da Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea. Il primo ministro greco, Giorgios Papandreu, ha riunito il governo alle 9,30 del mattino e annunciato il raggiungimento dell’intesa e il piano relativo. Ha ricordato che non ci sono alternative: o la Grecia accetterà di essere finanziata in cambio di sacrifici durissimi oppure sarà la bancarotta, già a partire dal prossimo 19 maggio, giorno in cui dovranno essere rimborsati rate di debito per circa 9 miliardi. “Bancarotta” può sembrare una parola astratta, ma significa la riduzione in miseria, la sparizione delle merci dagli scaffali dei negozi, la vendita agli stranieri delle proprietà greche, probabilmente una crisi politica gravissima, colpi di stato…

Quelli magari potrebbero esserci lo stesso.
Ci sono stati scontri sabato scorso. E c’è preoccupazione per l’appuntamento di mercoledì: i partiti di sinistra e i sindacati rifiutano i sacrifici e gridano che a pagare dovrebbero essere quelli che in questi anni hanno guadagnato. Si ricorda che, mentre il debito greco è arrivato a 300 miliardi, le banche locali hanno messo a segno profitti per una cifra doppia. Tutto vero. Sull’altro piatto della bilancia c’è però la storia emblematica dell’isola di Aghios Stratis: cento abitanti, una scuola con dieci alunni, e 45 professori mandati sul posto a insegnare. Il che fa capire che i greci, in questi anni, si sono anche fatti mantenere.

In che consistono questi sacrifici?
Intanto: aumento dell’Iva, che già stava al 21%, al 23%. Tasse su alcolici, tabacchi, scommesse, benzina, generi di lusso. Questo dovrebbe aiutare i conti sul lato delle entrate.

E sul lato delle uscite?
Gli interventi più impressionanti riguardano i pensionati. Intanto, le pensioni sono congelate per tre anni. Cioè non potranno aumentare in nessun caso. A quelli che prendono una pensione lorda superiore ai 2.500 euro al mese, vengono tagliate tredicesima e quattordicesima. A chi prende meno di 2.500 euro, verrà concesso un bonus di 400 euro a Natale e di 200 a Pasqua e all’inizio dell’estate. Poi ci sono i tagli agli statali. Anche qui, stipendi congelati per tre anni e taglio di tredicesime e quattordicesime a chi prende più di tremila euro lordi al mese. A chi prende meno si darà un bonus di 500 euro a Natale e di 250 euro nelle altre due scadenze. Le buste-paga raddoppiate appartengono ormai al mondo dei sogni. Gli altri bonus che rimpolpavano le buste pure: gli stipendi dei dipendenti pubblici saranno comunque tagliati di un quinto. L’età pensionabile sarà portata a 65 anni per uomini e donne. Contributi per conseguire il massimo della pensione, non più di 35, ma di 40 anni. Mercato del lavoro più flessibile, con molti meno vincoli per licenziare. Infine (anche questo ci riguarda): saranno cancellate decine di province e comuni. Fonti anche queste – dal punto di vista greco – di sprechi. Papandreu giura che tra quattro anni, quando il suo mandato sarà finito e si tornerà alle elezioni, la Grecia sarà fuori pericolo. Il mondo è parecchio scettico e il partito di quelli sicuri che la Grecia a un certo punto sarà insolvente resta nutrito. In ogni caso, ispettori spediti sul posto dal Fmi e dagli altri verificheranno ogni tre mesi che la Grecia sta effettivamente facendo quello che deve fare.

In cambio di questi sacrifici, che cosa riceverà la Grecia?
Riceverà i soldi necessari a pagare i suoi debiti e non andar fallita (speriamo). Ieri si parlava di una somma complessiva di 110 miliardi in tre anni. un numero a cui credo poco e che è stato messo in circolazione per non allarmare troppo le opinioni pubbliche dei paesi impegnati nel prestito. Papandreu ha detto che il suo paese ha bisogno di 60 miliardi l’anno. Direi perciò che dovremo abituarci all’idea di un finanziamento triennale da 180-200 miliardi.

E che succederà fra tre anni?
E chi lo sa? Secondo i piani di adesso, la Grecia dovrebbe aver riportato il rapporto deficit/pil – ora al 14% – al 3% canonico. In cifre assolute: si tratterebbe di tagliare 30 miliardi. Forse l’evento più importante riguarderà la comunità europea. Ieri la Merkel – che ha annunciato per venerdì prossimo lo stanziamento degli 8,4 miliardi in quota alla Germania – ha detto che bisognerà rivedere le regole e prevedere, per esempio, che chi non sta ai patti finanziari non abbia più diritto di voto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 3/5/2010]
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