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 2010  maggio 03 Lunedì calendario

QUEL MERCATO MILIONARIO CHE NON CONOSCE CRISI

Si può coniugare la passione per l’auto d’epoca con l’investimento fruttifero di un sostanzioso capitale? La domanda non è nuova, ma torna in mente quando ci si confronta con la parata di capolavori a quattro ruote che ci ha offerto l’edizione 2010 del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este (2325 aprile). La manifestazione ha portato sulle rive del lago di Como, nella elegante cornice di uno dei Grand Hotel più esclusivi del mondo, un piccolo plotone di straordinarie automobili d’epoca. Un evento nato addirittura nel 1929, per lungo tempo sospeso e poi ripreso nel 1995. un concorso è unico al mondo perché la giuria (presieduta da Lorenzo Ramacciotti, responsabile dello stile Ferrari e oggi capo del design dell’intero gruppo Fiat, insieme a Lord March, Robert Cumberford o Horst Bruggen, presidente della Fédération Internationale des Véhicules Anciens) seleziona un numero relativamente ristretto di automobili (intorno alle 60 unità), tutte di pregio estremo e alcune di valore davvero molto elevato. Una rassegna dove si apprezza, anno dopo anno, il polso di un mercato nel quale i prezzi sembrano non fare altro che salire.
Secondo Simon Kidston, patron della Kidston SA di Ginevra, azienda specializzata nel settore delle automobili d’epoca e speaker del Concorso di Villa d’Este, «Il mercato ha tenuto abbastanza bene anche durante la recessione del 2009, è solo cambiato un poco. aumentata la forbice fra l’esemplare veramente perfetto e quello di minor livello. Chi ha ad esempio una Bugatti 35B o una Ferrari 275GTB perfetta, originale, "matching numbers" (cioè con telaio, motore, cambio e tutto il resto esattamente come il giorno che uscì dalla fabbrica) può chiedere oggi un prezzo molto più elevato di chi ha un’auto uguale ma alla quale, ad esempio, venne impiantato nel passato un motore che è uguale ma non è più quello originale». Dunque, l’originalità come parametro fondamentale della quotazione. «Non solo», precisa Kidston, «quella vettura perfetta, con tutti i numeri corrispondenti, avrà maggior valore nel tempo se ha avuto una storia sportiva o precedenti proprietari importanti e così via». Non si parla di spiccioli, è bene ricordarlo. Un calcolo approssimativo può far stimare che le sessanta vetture presenti a Villa d’Este avessero un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro. Alcuni di questi modelli passano agevolmente i 5 milioni, come la TalbotLago T150 C SS che ha vinto alla fine il premio più prestigioso del Concorso. Non più di dieci anni fa, il suo valore era l’equivalente di circa un milione, e sembrava spropositato.
Non sono cifre insolite del mondo dell’automobile d’epoca, che sta sempre più assomigliando a quello delle opere d’arte. «Questa Bmw è un pezzo molto bello e verrà offerta all’asta fra pochi giorni con un prezzo di riserva di 7 milioni di euro», dice Kidston, indicando una 328 da corsa. «Un’automobile come questa ha una storia molto particolare e essendo rimasta in condizioni sostanzialmente originali, chi avrà la prossimità di spendere quella cifra avrà fatto un investimento di qualità».
"Qualità" è dunque oggi il punto centrale di un mercato che ha attraversato con pochi traumi un anno tanto difficile per l’economia mondiale com’è stato il 2009. Ma anche la rarità di questi pezzi rappresenta un patrimonio irripetibile. E ci fa venire in mente il celebre consiglio di Will Rogers, celebre attore, comico e giornalista che negli anni Venti scrisse «Comprate terreno, di quello non ne costruiscono più».