La Stampa 3/5/2010, pagina 25, 3 maggio 2010
LA MIA SVOLTA ACQUA E LIMONE
Il suo successo è in una fetta di limone. Fino ai 30 anni ha girato il mondo, osservando e cercando stimoli. Poi la folgorazione, un’idea semplice, come tutte le soluzioni vincenti: il Lemonbar, un laboratorio mobile giallo, rotondo, dalla forma di un limone. Sulle ruote. Che si apre a metà e che sforna migliaia di bicchieri di spremuta. Marco Lucchetta, l’inventore quarantenne, è figlio del Nord-est e della sua voglia d’impresa. Nasce e vive a Pieve di Soligo in provincia di Treviso, nella patria del prosecco, ma si dedica a una bevanda tutta acqua, zucchero e limone. Nelle sue scorribande in California trova anche il tempo di laurearsi in economia, a San Francisco, grazie a una borsa di studio. Dopo Canada, Francia, Austria e Stati Uniti torna in Italia, con un’idea in testa: una specie di bar mobile, molto particolare, che produce una fresca e gradevole spremuta di limone. Insomma, una cosa estremamente semplice che ha saputo in breve tempo dimostrarsi altrettanto fruttuosa.
Dal primo punto mobile e itinerante sulle spiagge di Jesolo, che offre spremute a tutti, a tutt’oggi ha raggiunto traguardi imprenditoriali di tutto rispetto. Sono 80 i suoi affiliati, tenuti insieme da una rete in franchising, che sgommano e spremono in tutta Italia; tre in Germania; due in Australia, tutti laboratori artigiani mobili, più uno fisso, ed la novità, a Dubai, nel Dubai Mall, sotto la cima del Burj Dubai, la torre di 850 metri più alta del mondo. Ma Lucchetta accarezza molte altre idee.
«L’anno scorso - racconta -, ho venduto un milione di bicchieri targati Lemonbar. Ho raggiunto dal nulla un giro d’affari di 4 milioni. Ma ho un’idea e un rimpianto: l’idea è quella simile a quella appena realizzata a Dubai, sviluppare altri laboratori mobili, ma anche puntare su quelli fissi nei centri commerciali; il rammarico è quello di non riuscire a far esplodere come potrebbe il business in Italia, il mio Paese, per invidie, forse, e per troppa burocrazia». Lucchetta afferma che, pastoie e scartoffie permettendo, potrebbe far nascere altri 300 imprenditori in franchising legati al suo giro nei prossimi tre anni, che significa creare, tra titolari artigiani e collaboratori dipendenti, mille nuovi posti di lavoro. Ma i risultati non sarebbero solo occupazionali, ma avrebbero ricadute altrove, come incentivo al consumo di bevande naturali, sia nel consumo di agrumi rigorosamente made in Italy.
L’imprenditore non nasconde di avere in testa dei concept per altri business mobili in nuovi e accattivanti settori, ma in questo momento preferisce concentrarsi sul Lemonbar, sia sulla bevanda sia sul supporto mobile dotato di ruote, che viene prodotto da lui e dalla sua azienda e trainato nei luoghi affollati da potenziali clienti da una normale automobile, come una roulotte. Quella di Lucchetta è una storia semplice e possibile, un incentivo per chi ha voglia di sperimentare. Di un ragazzo come tanti e senza soldi che, appese al chiodo le scarpette da calciatore (è stato una giovane promessa del Treviso), si è dato al business dei limoni. Per condividere con altri la sua sete imprenditoriale.