Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Berlusconi e Bossi sono andati nel Veneto alluvionato, prima a Monteforte d’Alpone (Verona), poi a Vicenza, alla fine a Padova. Contestazioni un po’ dappertutto, ma i manifestanti che reggevano cartelli e gridavano insulti erano qualche centinaio. Berlusconi ha detto: «L’aiuto dello Stato sarà sostanzioso e immediato, si provvederà ad inserirlo subito nella finanziaria». Bossi: «I soldi ci sono». Zaia, governatore del Veneto, aveva proposto di trattenere l’Irpef versata dai veneti per affrontare l’emergenza (il Veneto versa 60 miliardi l’anno e ne riceve 55). Ieri Zaia ha detto: «Alzare la voce serve, i soldi si sono trovati». Purtroppo Tremonti, a Roma, stava spiegando proprio in quel momento che, senza contare il Veneto, «ci sono esigenze minime per 7 miliardi, mentre i miliardi disponibili sono 5». Si tratta di dare un miliardo all’università, un miliardo e mezzo agli ammortizzatori sociali (la crisi e le casse integrazione continuano), 800 milioni per finanziare le missioni all’estero, altri soldi per ridurre i tagli ai comuni e alle regioni. Lo stesso Calderoli ha spiegato che la Lega forse non riuscirà a far inserire gli stanziamenti per il Veneto in finanziaria. Ci vorrà magari un decreto apposito, da emanare dopo. Il disastro ambientale è l’evento tipico che giustifica il sistema della decretazione d’urgenza.
• Di quanti soldi stiamo parlando?
Un miliardo di euro, ma è una stima fatta per ora a spanne. Tajani ha assicurato che qualche decina di milioni (non più del 2,5% del totale) verrà anche dall’Europa. Il governo ha stanziato per ora venti milioni. Quando ci fu l’alluvione di Alessandria il ministro dell’Interno era ancora Maroni. L’indicazione fu: spendete tutto quello che vi pare e mandateci il conto. Ad Alessandria ricordano ancora con ammirazione quel modo di operare, e non ci furono furti. Un’altra raccomandazione di quell’epoca (1994) venne addirittura scritta in un comunicato: «Alle persone colpite da una calamità non servono persone che sfruttando un momento di grave angoscia, anziché unire le forze per risolvere le impellenti necessità, utilizzino questi gravi momenti a scopo essenzialmente politico». Ieri il sindaco di Padova, Zanonato (centro-sinistra), dopo il discorso di Berlusconi ha detto: «Sono solo chiacchiere».
•Ci sono andati dopo una settimana. Anche sui giornali e in tv, del Veneto s’è parlato in tono minore, pezzi relegati nelle pagine interne, tutti dietro a Ruby e alle beghe politiche o al caso Scazzi.
Berlusconi ha detto che non voleva dar fastidio. Per il gusto dei media ci sono stati troppo pochi morti (due). Lo so che è una risposta terribile. Le catastrofi naturali in Italia sono anche un fatto normale, capitano di continuo. È un’altra affermazione tremenda, lo so. Ci sarà poi anche stato, nella semi-indifferenza di stampa e tv, il pensiero inconscio che tanto il Veneto è ricco, c’è poco da compiangere con tutti i soldi che hanno, hanno pure al governo i loro, eccetera eccetera. Badi, sto descrivendo la nostra cretineria.
• Perché in Italia le catastrofi sono un fatto normale? Quale maledizione…
Napolitano ieri ha detto: «Purtroppo agli uomini a volte piace concentrarsi su quello di cui hanno bisogno nell’immediato. E così non rispettano le regole: c’è chi costruisce casa senza pensare se reggerà in caso di alluvione. Dunque ci vogliono le leggi che dicano cosa fare e cosa no. E una volta che sono state fatte bisogna che vengano rispettate». Stava parlando a un gruppo di ragazzi vincitori del concorso “Immagini per la terra” e ha concluso: «Spero che voi cresciate con questa convinzione». Purtroppo la prevenzione – costruire in un certo modo o non costruire – non porta voti. Il Veneto deve il disastro del suo territorio, messo nel dramma da appena due-tre giorni di pioggia intensa, anche al proprio sviluppo, alla propria ricchezza. Non posso dimenticarmi che a Messina avevano costruito le case sul fiume. A Ischia, quando andarono a buttar giù costruzioni abusive e pericolose, ci fu la rivoluzione. Che sarebbe successo se, per allargare il Bacchiglione e metterlo in sicurezza, avessero imposto di demolire delle costruzioni? Magari non ci avrà pensato nessuno. Aspetto di sentire quello che dirà Bertolaso, il quale va in pensione domani, ma sarà nominato commissario a questo disastro.
• Com’è la situazione metereologica?
Le piogge si stanno spostando a sud. S’annunciano flagelli sul Lazio e sulla Campania. Nel Veneto va meglio, i corsi d’acqua si sono ritirati.
• Bilancio?
Ci sono due-trecentomila animali morti, specialmente galline. Per i buoi bisognerà tirarli su con gli elicotteri. I veneti lotteranno a lungo col fango. Col tempo si indurisce, dovranno prenderlo a picconate. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/11/2010]
(leggi)