Nanà Bottazzi, Chi, n. 45, 10/11/2010, pp. 82-88, 10 novembre 2010
Marina Cicogna. Produttrice. Ha adottato l’amica Benedetta, che oggi porta il suo cognome. «Il suo cognome di nascita è Gardona
Marina Cicogna. Produttrice. Ha adottato l’amica Benedetta, che oggi porta il suo cognome. «Il suo cognome di nascita è Gardona. Benedetta è una ragazza di Mantova, che si è laureata a Bologna. Siamo diventate amiche, poi ha iniziato ad aiutarmi in tante cose. Per esempio, si occupa di tutto ciò che è tecnologico nel mio lavoro. A un certo punto ho avuto dei grandi problemi con dei nipoti che mi hanno fatto causa per i soldi di mia madre, che peraltro non c’erano. Mi sono occupata io di lei negli ultimi anni della sua vita e così ho capito che Benedetta non avrebbe avuto nulla, un giorno, se io non l’avessi adottata. Non ho mai avuto uno spirito materno, non mi sono mai sposata e non ho voluto avere figli. Sono sicura che un figlio non ti regala la compagnia che ti dà un amico...». *** Eleganti e molto raffinate. Marina e Benedetta vanno allo stesso ritmo, si concedono poco alla mondanità, non si esibiscono mai, appaiono e scompaiono altrettanto rapidamente… *** Marina vive a Modena. «[…] Una città geograficamente perfetta: in un’ora sono a Milano, in due sono sulle piste da sci e, non ultimo, certo, Venezia è vicina (è la città dove viveva sua madre, ndr). […] Sono lombardo-veneta, perché mio padre era di Milano, ma sua madre era una napoletana di origine inglese. Mia madre, invece, era la persona più veneziana che abbia mai conosciuto, ma con una madre fiorentina. Io sono nata a Roma, a Palazzo Volpi, poi la vita e il lavoro mi hanno sempre riportata a Roma. In realtà ho vissuto anche in molti altri Paesi, da bambina a Londra, perché mio padre era antifascista e lavorava lì, tanto che la mia prima lingua è stata proprio l’inglese. […] Durante la guerra eravamo in Svizzera, la mia seconda lingua è stato il tedesco, poi l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese... Sentimentalmente sono legata a Venezia, ma per me ora lì ci sono troppi ricordi. Anche se la trovo sempre bellissima, oggi mi dà malinconia». *** «La cosa che mi ha sempre colpito di Marina è la sua inesauribile curiosità, la voglia di vivere, il talento per mille cose e la straordinaria capacità di creare intorno a sé un mondo di bellezza. Però ha un cattivo carattere! In realtà possiede una grande umanità, che si rivela nei momenti più inattesi. È una persona difficile, a volte scontrosa, molto "social" e allo stesso tempo molto segreta. È affascinante, mai banale, assolutamente incapace di serbare rancore, malgrado le difficoltà della vita. Aggiungerei pure che è molto disciplinata, perfezionista ed elegante» (Benedetta di Marina). *** «[…] Non guarda mai la televisione, è appassionata di politica e di nuove tecnologie. Mi diverte e mi esaspera, ma ho un profondo rispetto per i suoi punti di vista, che non sono mai convenzionali. È un po’ maniaca di misticismo, di religione e... di nutrizione. Non ho mai fumato, né bevuto, ma devo a lei l’aver imparato a mangiare in modo corretto: mi riempie di vitamine e di cibi organici!» (Marina di Benedetta). *** La passione per i cinema «l’ho avuta sin da ragazzina, facevo impazzire mia madre. A Venezia, durante la Mostra, ero al cinema dalle 9 di mattina». Ha vinto l’Oscar nel 1971 con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: è stata la prima donna produttore di cinema. «Ho amato enormemente quel lavoro, ma ho smesso quando è mancato mio fratello e non ho più voluto ricominciare. Probabilmente ho sbagliato, ma spesso la vita decide per noi. Forse avrei dovuto fare l’architetto». È stata eletta nella “Hall of fame” delle donne più eleganti del mondo. «Per me l’eleganza è mettere pochi orpelli, avere un po’ di fantasia e, aggiungerei, non spendere mai troppo».