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 2010  novembre 10 Mercoledì calendario

APERTURA DEL FOGLIO DEI FOGLI DELL’8 NOVEMBRE 2010 SU DELITTO SCAZZI


Venerdì 5 novembre il contadino Michele Misseri, 57 anni, ha rivelato che la nipote quindicenne Sarah Scazzi non l’ha uccisa lui ma la figlia prediletta Sabrina, 22 anni. Cinque ore di dichiarazioni spontanee ai magistrati (dalle 16 alle 21): «Sabrina ha fatto tutto da sola. Io l’ho solo aiutata a nascondere il cadavere». Il movente: Sabrina era pazzamente gelosa delle attenzioni che Ivano Russo, 27 anni, riservava alla cugina [1]

Possibile che Sabrina abbia ammazzato la cugina solo per gelosia?
Che Ivano fosse per Sabrina un’ossessione l’ha rivelato la sua ex amica del cuore Mariangela Spagnoletti, testimone chiave della vicenda, ritenuta da gip e accusa «assolutamente genuina». Mariangela ha raccontato che Sabrina le chiedeva spesso di venir con lei a pedinare Ivano. Di lui voleva sapere tutto: dove andava, che faceva, chi vedeva. «Ne parlava ogni giorno. La sua giornata era scandita dagli umori e dai comportamenti di quel ragazzo. Tutti sapevamo che era fuori di testa per questa storia. Negli ultimi tempi era diventata una fissazione, e anche lui lo sapeva bene». Sarah, da parte sua, accettava volentieri gli abbracci di Ivano, e sul suo diario aveva scritto che sognava un ragazzo come lui. Ivano: «Sarah la trattavo come una ragazzina di 15 anni, con un senso di protezione. Una volta Sabrina mi disse che gli piacevo fisicamente, ma che sentimentalmente non c’era niente». La sera del 25 agosto le due cugine, in un pub di Avetrana, avevano litigato proprio per lui. Sabrina, davanti ad alcuni testimoni, aveva urlato a Sarah: «Ti vendi, ti vendi per due coccole...». Sabrina ha anche tenuto nascosto per diversi giorni il diario in cui la ragazzina aveva scritto: «Sabrina è arrabbiata con me perché sto sempre con Ivano». Che Sabrina ce l’avesse con la cugina più giovane e più bella l’ha anche confermato, alla segreteria telefonica di Chi l’ha visto?, uno dei gladiatori del video girato durante la vacanza romana: «Quella bambina non l’abbiamo nemmeno fatta paga’, perché ce stava ‘na cicciona, non sapevamo ch’era la cugina, che la trattava male, le diceva un sacco de parolacce» [2]

Ma se Sabrina l’ha aggredita da sola come mai Sarah non si è difesa?
Sabrina, grande e grossa, ha braccia così forti che potrebbero strangolare chiunque, non solo Sarah, uno scricciolo di 40 chili per un metro e mezzo d’altezza. Dalle ultime dichiarazioni di Michele Misseri pare che la figlia abbia ucciso la cuginetta a mani nude e solo in un secondo momento, quando era già cadavere a terra, le avrebbe stretto una cintura (non una corda, come s’era detto finora) attorno al collo. Però c’è qualcosa che non torna: il medico legale Luigi Strada ha detto a Quarto grado (in onda venerdì scorso su Rete 4) che sulle spalle e sulle braccia di Sarah erano presenti i segni tipici di un «omicidio a quattro mani». Due che la tengono ferma e due che la strozzano. [3]

Se Misseri non era con Sabrina quando lei ha strangolato Sarah, quando sarebbe comparso sulla scena del delitto?
Misseri ha raccontato che quel primo pomeriggio di giovedì 26 agosto lui dormiva beato su una sdraio in salotto quando è arrivata Sabrina, tutta trafelata, che l’ha svegliato gridando: «Papà papà ho combinato un casino, ho ucciso Sarah». Lui allora sarebbe corso giù in garage e avrebbe trovato la nipote cadavere, davanti alla porta, con questa cintura da uomo stretta al collo. Misseri il giorno dopo ha fatto ritrovare ai carabinieri non solo questa cintura, secondo indiscrezioni bianca e lunga, nascosta nella sua Marbella, ma pure le chiavi di casa di Sarah. Stavano dentro la cavità di un albero d’ulivo vicino al pozzo dove l’aveva seppellita. Inoltre ha raccontato che nel pozzo ce l’ha calata con una corda: quella corda, seguendo le sue indicazioni, è stata ritrovata nel bagagliaio dell’Opel Astra della moglie Cosima, la cui posizione è a questo punto grave. Misseri ha pure raccontato di aver detto a Sabrina, quel 26 agosto: «Non preoccuparti, sarò io a sacrificarmi per te». Una promessa che poi, però, non è riuscito a mantenere. [4]

Comunque la storia che zio Michele ha stuprato Sarah da morta è senz’altro falsa. Giusto?
Misseri, dal 26 agosto a oggi, ha cambiato la sua versione dei fatti sette volte. Dopo la fase «non so niente e non ho visto niente»; dopo il finto ritrovamento del telefonino; dopo la confessione «ho ucciso Sarah ma non so perché, ho perso la testa»; dopo le rivelazioni sugli abusi da morta e il «mi respingeva e l’ho strangolata»; dopo aver tirato in ballo sua figlia Sabrina nell’omicidio, lunedì 18 ottobre è arrivata la sesta verità: «Non è vero che l’ho violentata prima di buttarla nel pozzo». E questo dettaglio l’ha confermato anche venerdì scorso, quando, nella settima versione dei fatti, ha scaricato l’intera responsabilità del delitto sulla figlia. D’altronde anche dall’autopsia non risultavano tracce di abusi sessuali. Quantomeno non nella vagina (il medico legale Luigi Strada ha spiegato che il cadavere, rimasto in acqua per oltre quaranta giorni, è così malridotto che è impossibile capire se la ragazzina abbia subito violenza in altre parti del corpo). [5]

Sabato scorso i Ris, accompagnati da Misseri, hanno fatto un sopralluogo nella villetta in via Deledda. Questo significa che Sarah non è stata uccisa nel garage ma in casa?
In effetti i carabinieri sono tornati nella villetta in via Deledda per nuovi rilievi tecnici. Ma nella ricostruzione dell’uccisione di Sarah il luogo dell’omicidio non sarebbe in discussione: resterebbe il garage di casa Misseri. Il fatto che nel garage non siano state trovate tracce dei liquidi fisiologici rilasciati dal corpo della vittima non basta per dire che la giovane non è stata ammazzata proprio lì: i residui organici potrebbero essere stati cancellati con un’accurata pulizia. Manca però, e mancherà anche nel processo, la prova scientifica. [6]

Sabrina è davvero l’assassina? Che prove ci sono?
L’accusa, già prima di queste ultime dichiarazioni di Misseri, aveva in mano otto punti che inchioderebbero Sabrina. Si tratta però più di indizi che di prove. Il primo riguarda la posizione della ragazza all’arrivo di Mariangela: Sabrina dice che si trovava sul patio, l’ex amica racconta invece che era in strada, per di più agitatissima. Altri due punti riguardano il racconto di Concetta, la mamma di Sarah: Concetta giura di non aver mai detto per prima «l’hanno presa, l’hanno presa» e soprattutto ricorda di come Sabrina le avesse raccontato che i suoi genitori non erano in casa. Falso, dicono tutti gli altri testimoni, come poi è costretta ad ammettere la stessa Sabrina. C’è poi l’esito dei tabulati: Sabrina dice di essere stata sempre con Mariangela quel pomeriggio, i loro telefonini dicono il contrario. Il quinto riguarda i tentativi di depistaggio: Sabrina prima aveva cercato di far cadere i sospetti sulla badante rumena della famiglia Scazzi, poi sui parenti di San Pancrazio, quindi sul padre di Sara, Giacomo, che lavora a Milano. Il sesto sono i diari nascosti per giorni. Il settimo: ha taciuto la litigata furiosa avuta con la cugina la vigilia della scomparsa. Infine, quella strana intercettazione ambientale nel giorno in cui fu ritrovato il telefonino: «Lì ci sono le mie impronte». Anche se lei, poi, ha spiegato: «Era una constatazione, non uno sfogo. Chissà quante volte l’ho tenuto in mano, era chiaro che c’erano anche le mie impronte». Nino Cirillo sul Messaggero: «Fra gli alambicchi di Avetrana ci si può perdere ancora, perché quest’inchiesta regge solo su una progressiva – credibile sì, ma non per questo decisiva – chiamata di correità, quella di un padre verso una figlia. Non c’è nient’altro, non c’è nessun’altra prova. È di questo che gli investigatori dovrebbero preoccuparsi, a 72 giorni dalla scomparsa di Sarah, a 31 dal ritrovamento del corpo». [7]

L’ultima versione di Misseri, insomma, è quella definitiva o no?
Secondo il criminologo Francesco Bruno è «senz’altro la più credibile»: «Quello che è certo è che si tratta di un delitto di famiglia al quale tutti hanno partecipato in un modo o nell’altro. Sono convinto che il delitto materiale possa essere stato commesso da Sabrina, perché il veleno che nutriva potrebbe averla portata ad uccidere. Credo che il padre, Michele Misseri, sia stato il capro espiatorio dell’intera vicenda. Il piano per uccidere Sarah lo avrebbe escogitato Sabrina, ma fa acqua da tutte le parti. È sicuramente una ragazza intelligente, ma con poca esperienza, non sa come vanno veramente le cose: probabilmente con una cultura prettamente televisiva. Il padre ha cercato di salvare tutti, è andato in carcere ma non è riuscito a restare coerente. Il pentimento ed il rimorso per la tragedia lo hanno portato a svelarsi sempre di più, a raccontare pian piano la verità, facendosi così nemica la sua stessa famiglia». [8]

Adesso che succederà a Sabrina?
Domani, martedì 9 novembre, Sabrina si giocherà al Riesame buona parte delle sue chances per riacquistare la libertà (è rinchiusa nel carcere di Taranto con l’accusa di concorso in sequestro di persona ed omicidio). Ma è difficile che, di fronte alle nuove dichiarazioni del padre, il tribunale decida di scarcerarla [9]


Note: [1] Tutti i giornali del 6/11; [2] Chi l’ha visto? 3/11; Mimmo Mazza, La Gazzetta del Mezzogiorno.it 5/11; [3] (Quarto grado, puntata di venerdì 5/11; Giuliano Foschini, la Repubblica 3/11). [4] Nostra intervista a Giuliano Foschini di Repubblica; Tg 5 delle ore 20, 6/11 [5] Giusi Fasano, Corriere della sera 19/10; Giuliano Foschini, la Repubblica 3/11 [6] Mimmo Mazza, lagazzettadelmezzogiorno.it, 5/11; Corriere.it 6/11; [7] Giuliano Foschini, la Repubblica 3/11; Nino Cirillo, Il Messaggero 6/11; [8] www.lagazzettadelmezzogiorno.it 6/11; [9] Corriere.it 5/11.