Frammenti, 10 novembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FRATE MITRA"
(vedi GIROTTO, SILVANO)
2007
Tra le celle e i corridoi delle Nuove, anche durante le rivolte dei detenuti dei primi anni Sessanta, in mezzo alle quali, facendo da "ambasciatore", incontrerà l´altra grande storia della sua vita. La interpreta un malvivente delle barriere operaie ed ex legionario in Francia: Silvano Girotto, "Frate Mitra". Sembra un miracolo vero: il rapinatore che si pente e si converte, che diventa frate e poi sacerdote, con la prima messa concelebrata in carcere assieme a padre Ruggero. Andrà a combattere da guerrigliero in Sud America sulle orme di Camillo Torres, in un´avventura in parte vera e in parte inventata: gli dedicano anche un libro famoso e gli scattano una foto sulle Ande che diventerà una «cartolina della rivoluzione». Rispunterà a Santiago del Cile nei giorni del golpe di Pinochet e rientrerà in Italia dove sarà soprattutto un "traditore": infiltrato dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nelle Br, farà arrestare a Pinerolo Renato Curcio e Alberto Franceschini.
Forse la maggiore delusione per il francescano delle Nuove che, però, non cesserà mai di credere nel suo compito: «Come non ricordare che il primo santo accolto in paradiso fu proprio il ladrone pentito?». Sempre pronto a rievocare e a narrare di quell´ultima esecuzione che segnò anche la fine di una ferocia barbarica: con un´intervista, un discorso ufficiale o un libro di memorie. Il suo piccolo e personale A sangue freddo, del quale rivelò solo nel 1982, allo scrittore Gian Franco Venè, l´ultimo segreto: «Lassù, nel massacro della cascina, fu risparmiato un bimbo di due anni, Pierino. L´anno scorso, un detenuto per dei reati finanziari legati a un fallimento di due macellerie sale nel mio ufficio e mi dice: Padre, io so chi è lei e lei sa chi sono io. Tutti e due lo sappiamo benissimo, eppure non ci siamo mai incontrati. Questa è l´occasione: io sono Pierino, quel Pierino».
Fonte: Ettore Boffano, la Repubblica 4/3/2007
2003
So che Dalla Chiesa, per fortuna nostra, era prima di tutto un formidabile cacciatore di terroristi. E quando occorreva non andava per il sottile. Per prendere Renato Curcio e Alberto Franceschini, nel settembre 1974, gli mandò contro un infiltrato, "frate Mitra".
Fonte: Giampaolo Pansa L’espresso, 13/03/2003