ALESSANDRO BARBERA, La Stampa 10/11/2010, pagina 10, 10 novembre 2010
Tremonti: ci sono cinque miliardi - All’ora di pranzo incontra la maggioranza. Si fa una chiacchierata sui divani del Transatlantico con Pierferdinando Casini e Raffaele Fitto, saluta Bruno Tabacci, si apparta con Roberto Calderoli e Paolo Romani
Tremonti: ci sono cinque miliardi - All’ora di pranzo incontra la maggioranza. Si fa una chiacchierata sui divani del Transatlantico con Pierferdinando Casini e Raffaele Fitto, saluta Bruno Tabacci, si apparta con Roberto Calderoli e Paolo Romani. Roma, Camera dei Deputati, ieri. Mentre in aula la pattuglia finiana manda il governo in minoranza, Giulio Tremonti tenta di sottrarre la legge di stabilità al tritacarne dello scontro politico. «Ci sono risorse per cinque miliardi, le richieste ammontano a sette», avverte il ministro dell’Economia. Le richieste dei finiani L’avvertimento punta dritto al problema: durante il vertice del gruppo (ex) Pdl più di un deputato, in particolare i finiani, non mancano l’occasione per chiedere nuove risorse. C’è chi insiste per ripresentare l’emendamento che permetterebbe la promozione ope legis di almeno 1.500 ricercatori universitari all’anno, chi sostiene la norma per salvare televisioni private e giornali di partito. I deputati siciliani dell’Mpa avvertono: «in caso di nuovi tagli ai fondi Fas del Sud non votiamo». Uscendo dal vertice, Italo Bocchino ipotizza una riduzione dei tagli alle Regioni. Per inciso, la settimana scorsa Futuro e Libertà ha mandato in minoranza il governo cancellando la norma che attenuava il peso di quei tagli. Ormai lo scontro interno alla maggioranza travalica ogni coerenza. Il ministro dell’Economia ascolta tutti, poi si spazientisce con la vicecapogruppo dei finiani Chiara Moroni. «Non farò più riunioni del genere con gente così incompetente». C’è tensione, eppure dopo il monito del Capo dello Stato nessuno sembra intenzionato a rompere sulla manovra. «Se non passa la Finanziaria salta il Paese», dice dal Veneto Umberto Bossi. «Stiamo trattando», sintetizza per il Fli Aldo di Biagio. Il capogruppo in commissione Antonio Lo Presti avverte: «Vogliamo vedere come intendono spendere le risorse sull’Università». I fondi Al vertice Tremonti elenca coperture per cinque miliardi di euro: 2,5 ottenuti grazie alla messa all’asta delle frequenze digitali, un miliardo arriverà dai Monopoli sotto la voce «giochi», un altro miliardo e mezzo sarà garantito dal «superfondo» della Presidenza del Consiglio. Non è da escludere che spuntino nuove voci e alla fine il saldo della manovra si fermi fra i sei e i sette miliardi. Al Tesoro hanno ipotizzato di usare le risorse per rifinanziare di 1,5 miliardi il fondo per la cassa integrazione in deroga, confermare la tassazione secca al 10% del salario di produttività (circa 800 milioni l’anno scorso) e il finanziamento del cinque per mille. C’è da mettere a bilancio nuove risorse per le missioni internazionali, i Comuni chiedono un allentamento del Patto di stabilità. Tremonti ha promesso il ripristino del taglio imposto nel 2011 alle scuole paritarie (255 milioni), dalla maggioranza arrivano pressioni per rimpinguare il fondo dei lavoratori «socialmente utili». Il premier ha promesso fondi per il Veneto, ma in questo caso gran parte di essi dovrebbero arrivare da risorse europee o rastrellati da altri capitoli di spesa. Poi c’è il capitolo Prestigiacomo, ieri elogiata da Napolitano «per come sa difendere le sue posizioni». Ma anche in questo caso le risorse ci sono già. Il mandato a Milanese In partenza per la Corea, dove è atteso il vertice G20, Tremonti ha affidato la chiusura della trattativa al suo consigliere politico e relatore di maggioranza in commissione, Marco Milanese. Per discutere dei dettagli all’ora di cena Milanese incontra Italo Bocchino e gli altri esponenti della maggioranza alla Camera. Nelle stesse ore, il governo finisce sotto nelle votazioni in aula di alcuni punti del Trattato Italia-Libia. «Quello è un chiaro avvertimento sulla manovra», spiega il numero due del gruppo Pdl alla Camera Osvaldo Napoli. Tremonti ha chiesto a tutti «responsabilità, perché ne va della credibilità del Paese», un invito allargato anche a Casini. Se in commissione si troverà l’accordo, «non ci sarà il voto di fiducia». Il testo del maxiemendamento è atteso in commissione per stasera.