Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 10 Mercoledì calendario

TAGLIOLE IN GIARDINO PER I LADRI DI CANNABIS

John Lloyd, come l’omonimo Edward Lloyd che nella Londra di fine Seicento trasformò la sua caffetteria nella più famosa società di assicurazione al mondo, è un tipo determinato e ambizioso. E come Edward anche lui ha cominciato la sua carriera con un prodotto molto gettonato. Non il caffè, bensì la marijuana. Che coltiva lui stesso nel giardino di casa.

Niente di illegale. È tutto dichiarato e certificato dalle autorità del suo stato, l’Oregon, che è uno dei 18 stati americani in cui è permesso, a chi si registra, di fumare canapa indiana "a fini terapeutici". Per combattere il dolore. Lloyd vive nel centro di Wood Village, un paese di 3mila anime a una ventina di chilometri da Portland, in cui non c’è praticamente mai stata una vera e propria criminalità. Al massimo qualche ladro di polli. Ma da quando ha cominciato a coltivare marijuana, il suo giardino è stato oggetto di numerose incursioni notturne. Ladri di foglie.

John ha quindi deciso di attrezzarsi. E ha fortificato la sua proprietà. Con un recinto di legno munito di chiodi e cocci di vetro, una fossa con bastoni appuntiti e persino trappole a tagliola. Trattandosi di una proprietà privata pochi ne erano a conoscenza e nessuno aveva mai protestato.

Fino a qualche giorno fa, quando un incendio nel terreno del suo vicino ha portato in zona i vigili del fuoco e le trappole hanno intralciato il lavoro. «Fortunatamente nessuno si è fatto male, ma i pompieri hanno perso tempo prezioso», ha dichiarato la portavoce della polizia municipale Kelli Sheffer, secondo cui il caso di Lloyd è l’ennesima dimostrazione di un problema sempre più diffuso. Poiché i coltivatori hanno un rapporto difficile con la polizia e ritengono di non essere sufficientemente protetti, sono sempre più quelli che si attrezzano - o si armano - per proteggersi da soli. «In più occasioni ci sono stati tentativi di furto finiti in sparatorie», spiega Sheffer. Considerando che in Oregon ci sono circa 42mila coltivatori di marijuana legalmente registrati, il fenomeno rischia di raggiungere dimensioni preoccupanti.

Forse anche per questo, il 2 novembre scorso, l’elettorato ha bocciato una proposta referendaria che avrebbe ulteriormente liberalizzato il consumo della marijuana attraverso speciali dispensari statali in cui sarebbe stata venduta - e tassata - legalmente.