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 2008  novembre 26 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Rosa e Olindo, i due della strage di Erba, hanno preso l’ergastolo. E tre anni di isolamento diurno, proprio come aveva chiesto l’accusa. La camera di consiglio non è durata molto: appena sei ore. La gente alla fine ha applaudito. I due imputati non c’erano. Gli avvocati difensori hanno fatto sapere che ricorreranno e hanno ricordato che questo è solo il primo grado di giudizio.

Come avrebbero potuto non condannarli?
Ieri mattina Azouz, il tunisino marito della giovane Raffaella Castagna, era venuto a dire che uno sconosciuto era andato a dire ai suoi genitori che Rosa e Olindo erano innocenti. La difesa ne ha approfittato per chiedere un approfondimento. Il giudice ha respinto. Ora ci sarà una richiesta di perizia psichiatrica, imperniata sul fatto che i due non sembrano patire tanto il carcere quanto il fatto di dover stare uno lontano dall’altra. E questo, secondo gli avvocati, sarebbe da manicomio. Diciamo che è un po’ debole: è da manicomio la strage, casomai, ma i difensori hanno deciso di puntare sull’innocenza e di considerare l’infermità mentale una seconda opzione. Solo che non possono legarla al delitto, devono legarla ad altri segni di follia. Difficile.

Ricostruiamo il fatto?
La notte dell’11 dicembre 2006 i carabinieri di Erba, comandati dal colonnello Garofano, accorsero a una chiamata dei vigili del fuoco che, intervenuti in via Diaz per domare un incendio, avevano trovato cinque persone riverse. E riverse non perché asfissiate dal fumo. Riverse perché erano state sgozzate. I militari non sapevano che cosa pensare. Uno dei cinque, un uomo anziano, respirava e venne portato in ospedale. Sul pavimento del corridoio giacevano due donne. Sul divano in salotto un bambino di due anni. Sulle scale, un’altra donna. Tutti massacrati di botte e con la gola tagliata. Tra la gran folla che s’era radunata in cortile si fece avanti un vecchio. Costui mormorò: «Ma è la mia famiglia. Sono mia figlia, mia moglie, mia nipote». Era Carlo Castagna, industriale del mobile, uno degli uomini più ricchi e potenti della città. Le tre donne morte erano: sua figlia Raffaella, di anni 31, laureata in psicologia; sua moglie Paola Galli; il suo nipotino Youssef. La terza donna uccisa era una vicina di casa, Valeria Cherubini. L’assassino aveva evidentemente compiuto il suo crimine in preda a una furia selvaggia. In un primo tempo si pensò che fosse il marito di Raffaella, il tunisino pregiudicato Azouz Marzouk. Ma costui, al momento dell’eccidio, era su un aereo che lo stava temporaneamente riportando in patria. Indaga e indaga, i carabinieri scoprirono nella vita dei due vicini di casa, Rosa e Olindo, una stranezza: la loro lavatrice quella notte aveva lavorato, cosa mai successa in passato. Li interrogarono, poi l’uomo a cui avevano tagliato la gola, e che era sopravvissuto, disse che erano stati loro. Più tardi, messi alle strette, confessarono.

Come si sono difesi, adesso, visto che avevano confessato?
I difensori sostengono che la confessione fu estorta. Lui ha ripetuto varie volte di essere stato soggiogato psicologicamente, di essersi trovato a dover interpretare la parte dell’assassino. I loro avvocati dicono che nella confessione poi ritrattata i due sarebbero caduti in contraddizione 243 volte. Poi: «Frigerio è un teste a discarico perché la prima volta aveva detto di non conoscere gli assassini, la macchia di sangue sulla macchina potrebbe essere stata portata dai carabinieri, la pista vera è quella di malfattori che si sono vendicati di un qualche sgarbo di Azouz sterminandogli la famiglia». Era difficile.

L’accusa che cosa aveva detto?
Il pubblico ministero Massimo Astori, pochi giorni prima, aveva parlato per sette ore, ricostruendo minuto per minuto la strage e citando i virgolettati dei due disgraziati in cella. Ha mimato il modo come Rosa ha tirato su il bambino Youssef di due anni e gli ha tagliato la gola. Ha fatto sentire la voce di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto, che dice: «Sono sicuro. Era Olindo». Ha ricordato i 76 colpi, tra coltellate e sprangate, che hanno contrassegnato la furia dei due. E poi la confessione fatta non col tono del disgraziato a un tratto consapevole dell’orrore in cui è precipitato, ma del vendicatore che non può nascondere il gusto provato per la soddisfazione che s’è tolto.

Questa indifferenza, secondo me, ha avuto un grande peso nella sentenza.
E’ molto probabile. Olindo ha cercato di mitigarne l’effetto chiedendo la parola, alla fine, e dichiarando di essere dispiaciuto per la morte di quei quattro innocenti. Ma era troppo tardi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/11/2008]

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