Giovanni Bazoli, Il Sole 24 Ore 26/11/2008, 26 novembre 2008
COSI’ I MIEI RAPPORTI CON ROMAIN ZALESKI (LETTERA DI GIOVANNI BAZOLI AL SOLE 24 ORE)
Caro direttore,
l’attenzione e lo spazio che il
suo giornale e tutti i media dedicano in questi giorni al
"caso Zaleski"
sono giustificati e ben comprensibili,
considerata la dimensione
finanziaria degli impegni,
nonché la notorietà del protagonista.
Tuttavia,per quanto riguarda
i miei rapporti con l’ingegner
Zaleski, ho letto su alcuni organi
di stampa ricostruzioni fantasiose e false,
che tendono ad accreditare
l’idea che tutti i suoi investimenti
siano stati suggeriti da me.
Si arriva perfino a insinuare
la tesi grottesca dell’esistenza
tra noi di un rapporto
fiduciario. La verità non ha
nulla a che vedere con questa
rappresentazione. Nella scelta
e nella gestione di tutti i
suoi investimenti l’ingegner
Zaleski,come sanno perfettamente
tutti coloro che lo conoscono,
hasempre proceduto
da solo, in totale autonomia,
decidendo sempre di testa
sua. E, in ogni caso, senza
alcunmio coinvolgimento.
Unicaeccezione: la Mittel. I
miei rapporti professionali
con Zaleski, infatti, riguardano
soltanto la Mittel. in Mittel che io lo conobbi molti anni
fa, ai tempi in cui egli realizzò
le sue prime operazioni industriali
e finanziarie. Mittel, di
cui oggi egli è il maggior azionista
ed è vicepresidente, è
l’unico consesso dove ho condiviso
e condivido con lui responsabilità gestionali.
Sulpiano
privato, per converso, ho
avuto spesso modo di verificare,
al pari di tanti amici, le sue
dotidi operosità benefica.
In merito agli affidamenti
concessi dal sistema bancario
alla Tassara (la società d iZaleski) -
in nessun modo da me favoriti,
né direttamente né indirettamente
- non intendo qui
entrare nel dibattito che si è
sviluppato in questi giorni.Mi
limito a osservare che molti
commentatori, secondo la logica del
"senno di poi",omettono
di ricordare che prima
dell’insorgere della crisi attuale,
ci si trovava in una condizione
di eccesso di liquidità. E la
Tassara, che evidenziava consistenze
patrimoniali largamente
superiori all’indebitamento,
rappresentava un
cliente che le banche, e non solo
quelle italiane, si contendevano.
Oggi, il precipitare della
crisi globale dei mercati - la
cui eccezionale dimensione
nessuno aveva previsto - penalizza in misura abnorme il valore
degli attivi della Tassara e
delle garanzie in mano alle
banche (consistenti, come è
noto, in titoli di primari e società quotate,
tra cui Intesa Sanpaolo).
Nella ragionevole prospettiva di recuperare di più attendibili
valori di mercato
non corrisponderebbe all’interesse
di tutti che le banche,
principali se non uniche creditrici,
optassero per soluzioni
di rientro graduale?
Avendo pazientato sinora
di fronte a un quotidiano stillicidio di
informazioni false, sono
certo che lei comprenderà,
caro direttore, come io non
possa più oltre tollerare il diffondersi
di notizie del tutto
fuorvianti e in alcuni casi anche diffamatorie.