Simone Molinari, la Repubblica 26/11/2008, 26 novembre 2008
I professori universitari la chiamano responsabilità sociale di impresa. Quelli che non hanno studiato la fanno meno complessa, sintetizzando in «fare qualcosa per gli altri quando si hanno tanti soldini»
I professori universitari la chiamano responsabilità sociale di impresa. Quelli che non hanno studiato la fanno meno complessa, sintetizzando in «fare qualcosa per gli altri quando si hanno tanti soldini». La famiglia Menarini, proprietaria del Bologna da pochi mesi, ci sta provando. Il presidente Francesca aveva detto a settembre che si sarebbe impegnata per aprire lo stadio alle classi meno abbienti e ieri ha presentato il suo progetto. Che per adesso si lega a tre associazioni caritative presenti in città, la Caritas, l´Opera Padre Marella e la Fondazione Gesù Divino Operaio. «Altre, se lo vorranno, si aggiungeranno». Le tre associazioni potranno presentare alla società una richiesta per i loro assistiti che entreranno gratuitamente al Dall´Ara (dieci per ogni accompagnatore). Alcuni settori saranno loro riservati, come ai bambini, agli under 18, alle associazioni sportive e alle scuole: anche in questo caso biglietto omaggio, con gli accompagnatori che ne pagheranno uno ridotto. Sui forum on line, le moderne agorà, naturalmente c´è già, da subito, chi storce il naso e chiede (o intima) rinforzi per una squadra che in 13 partite ha vinto solo due volte raccogliendo appena 9 punti. «Altro che poveri, qui bisogna tirare fuori i soldi». Brutalizzato, ma in verità poi neanche troppo, il concetto è questo. «Il fair play porta punti in classifica?». Non c´è dubbio che, non essendo semplice solcare la ferrea logica del risultato, iniziative simili rischino di diventare quasi un boomerang agli occhi dei tifosi, o almeno di alcuni, quelli più accesi. Delusi da un gruppo evidentemente sopravvalutato. Una squadra che dopo tre stagioni in serie B si è riaffacciata euforica in A subendo però soltanto mortificazioni. Il prossimo sarà l´anno del centenario e il rischio di celebrarlo in B è una sorta di incubo che comincia a materializzarsi. Per questo i Menarini hanno garantito, pur senza quelle certificazioni economiche che pretenderebbero i tifosi, che a gennaio faranno di tutto per rinforzare il Bologna. Intanto provano anche a battere altri sentieri. Poco più di un mese fa la stessa Menarini aveva fatto notizia per aver bandito le bestemmie dallo spogliatoio. Che sia profondamente religiosa non lo ha mai nascosto. E sempre sua è l´idea, illustrata ieri, dello spot anti razzismo che ha coinvolto i giocatori e il tecnico Mihajlovic. Proprio Sinisa, che una volta, nel furore di una partita, sentitosi chiamare zingaro da Vieira gli diede del negro. «Mihajlovic che chiude lo spot contro il razzismo non è male, considerati i precedenti», rilevava ieri sera velenoso un aficionado di internet. Ora mansueto e sorridente, Sinisa suona altre melodie e forse, senza per forza tornare ai farisei e al Gesù del «chi è senza peccato», non è neanche il caso, continuamente, di rinfacciargli errori passati. «Unisci la tua voce alla nostra», è il suo placido invito. SIMONE MOLINARI PER LA REPUBBLICA DI MERCOLEDì 26 NOVEMBRE 2008