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 2008  novembre 26 Mercoledì calendario

Se non poteva essere giudicato per il caso delle sim svizzere (e non lo è stato), non poteva esserlo nemmeno per lo scandalo del calcio

Se non poteva essere giudicato per il caso delle sim svizzere (e non lo è stato), non poteva esserlo nemmeno per lo scandalo del calcio. Luciano Moggi ieri ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia federale della Figc, 16 pagine in cui l’ex direttore generale della Juventus ripercorre le sue tappe nelle aule del tribunale sportivo con una conclusione che ha subito innescato malumori ai piani alti di via Allegri. Moggi chiede alla Corte l’annullamento della squalifica di 5 anni più proposta di radiazione e 50 mila euro di ammenda perché, si legge nel ricorso, quando il 22 giugno 2006 fu deferito dal pm Palazzi non era più un tesserato della Figc da quasi un mese e mezzo essendosi dimesso il 16 maggio. Da dove nasce il contropiede di big Luciano? Dalla sentenza della stessa Corte di Giustizia federale che, il 27 ottobre scorso, ha annullato la squalifica di 14 mesi che pesava su Moggi per la cosiddetta Calciopoli-2, il caso delle sim svizzere possedute da Lucianone e consegnate ad alcuni arbitri per poter parlare loro in gran segreto. «L’inibizione di 1 anno e 2 mesi gli è stata tolta - così l’avvocato Paco D’Onofrio - perché è stata accolta la tesi dell’ingiudicabilità di Moggi in quanto non più tesserato. Da lì la decisione di presentare il ricorso per cancellare anche la sentenza dell’estate di 2 anni fa perché anche allora il mio assistito non aveva più la tessera della Figc quando è stato deferito del procuratore federale». Moggi dunque si prepara a un ritorno in grande stile: l’ex dg bianconero punta alla cancellazione della squalifica per poter rientrare nel mondo del calcio senza che chi interagirà con lui rischi di finire sotto processo per aver avuto contatti con un inibito. Il principio della non giudicabilità di un ex tesserato va a toccare un capitolo ancora scoperto nel codice di giustizia sportiva. Il presidente della Figc, Giancarlo Abate, ha annunciato che il prossimo Consiglio federale metterà fine alla lacuna creando una norma che permetta alle toghe del calcio di giudicare anche chi non è più in possesso della tessera Figc. Intanto però il contropiede di Moggi fa discutere perché è stato proprio il massimo organo di giustizia sportiva, con la sentenza del mese scorso, a offrire l’assist al grande accusato di Calciopoli. Il ricorso di Moggi dovrà ora trovare spazio nell’agenda della Corte di Giustizia federale, una tempistica che si incrocerà però con le decisioni del Consiglio federale che pare già pronto a creare una norma anti-Moggi. «C’è il principio della non retroattività da rispettare - sottolinea D’Onofrio -. Se dovesse nascere una nuova legge, non sarebbe applicabile a eventuali casi precedenti». Moggi aspetta il verdetto sportivo del suo ricorso che potrebbe arrivare proprio mentre a Napoli si alzerà il sipario sul processo penale a Calciopoli e a Roma si conoscerà la sentenza di primo grado per il processo-Gea, procedimento penale per il quale il pm Palamara ha chiesto 6 anni di condanna per big Luciano. GUGLIELMO BUCCHERI PER LA STAMPA DI MERCOLEDì 26 NOVEMBRE