Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il mare nostro è pieno di barche cariche di disperati che puntano sui nostri porti e sperano, da lì, di raggiungere qualche stato del nord famoso per la generosità nell’accoglienza.
• Quanti sono?
Dall’inizio dell’anno sarebbero arrivati in Sicilia 50 mila migranti, più o meno il numero di tutto il 2013. L’elenco degli ultimi sbarchi siciliani è questo: tremila venerdì, 2.300 sabato, tutti soccorsi dalle navi della Marina militare, ieri pomeriggio ne sono arrivati 422 a Pozzallo, provincia di Ragusa, suddivisi su due mercantili, il Jupiter Boy, che ne aveva a bordo 322, e il Mariana III che ne ospitava altri 100. Una terza nave mercantile è annunciata in arrivo a Pozzallo con tre cadaveri a bordo. A Pozzallo, il 7 maggio, arrivò un altro bancone con un cadavere a bordo, era un eritreo, l’avevano pestato con dei bastoni alla partenza, e se n’era andato all’altro mondo durante il viaggio. Poi: a Taranto sono in arrivo altri mille profughi raccolti dai mezzi della marina militare, dopo i 380 recuperati in mare dalla fregata Aliseo lo scorso 11 maggio; a Palermo i soccorsi della Guardia costiera e della Capitaneria di porto stanno dirottando i 529 migranti (tra cui 120 donne e 19 bambini) imbarcati dal City of Sidan, mercantile che batte bandiera panamense e che dovrebbe aver attraccato stamani alle 6.30; la Scirocco della Marina militare ha soccorso anche un barcone che galleggiava a sei miglia da Lampedusa, 186 profughi con 83 donne e 58 bambini; Malta ha chiesto aiuto per un barcone su cui stanno in 1300, si trova 57 miglia a sud est di Lampedusa, ci stanno andando la nave Etna, un primo soccorso lo avrebbe prestato il mercantile Maersk Rhode Island. A bordo dovrebbero esserci due donne in stato interessante. I sindaci siciliani protestano, dicono di essere stati lasciati soli. Il mare però continua a essere pieno di uomini, donne, bambini che scappano dalla guerra e dalla miseria.
• Da dove vengono, in genere?
Siria, Libia, Somalia, Afghanistan, Eritrea. I siriani, più ricchi degli altri, hanno provocato un generali aumento dei prezzi. Il viaggio costa minimo 1.500 euro, e con questi soldi ti compri un biglietto da terza classe: stai in piedi per tutta la traversata, appiccicato agli altri, sotto coperta, in mezzo alla puzza di carburante. Con 2.500 euro ti siedi all’aperto o comunque in un posto più riparato e comodo. Ogni viaggio frutta al mercante tra i 400 mila e il milione di dollari. Devi pagarti tutto, anche il salvagente (duecento dollari). Il rincaro rispetto a un tempo è abbastanza assurdo, perché la traversata è più breve, i mezzi messi a disposizione dalla nostra operazione Mare Nostrum stazionano ormai già nelle acque libiche, questo ha permesso ai mercanti di non aver più bisogno, a bordo, di un marinaio esperto. Si affidano con un compenso di mille-millecinquecento euro a un passeggero con qualche rudimento di navigazione. Il viaggio è comunque diventato carissimo: 1500-2000 dollari per arrivare in Libia, altrettanti per la traversata fino in Italia, poi ancora soldi per essere portati in Germania o in Olanda o altri paesi del Nord.
• Che cos’è Mare Nostrum?
È l’operazione decisa dal governo Letta dopo la tragedia dello scorso ottobre (naufragio a Lampedusa con 366 morti). Aerei ed elicotteri da combattimento che perlustrano il mare alla ricerca di disperati da soccorrere. Ci costa 12 milioni di euro al mese. Finora avrebbe salvato 20-25 mila persone. Nel 2014 l’Italia ha stanziato più di 8 milioni per due programmi di addestramento-pattugliamento anti-immigrazione direttamente in Libia.
• È in Libia il problema principale, no?
Uno dei modi per tenere sotto controllo i flussi è fare accordi con i paesi da cui partono i migranti. La Spagna c’è riuscita bene con il Marocco (anche se bloccano i clandestini con molta brutalità) e ha meno problemi di noi. La caduta di Gheddafi da questo punto di vista è stata un tragedia. Dobbiamo sperare nelle elezioni del 25 giugno. Oppure che Khalifa Haftar, l’ultimo generale con ambizioni golpiste, riesca a prendere il potere. Al Sisi dall’Egitto lo appoggia, o almeno sembra. Adesso in Libia comandano i fondamentalisti islamici, ma il paese è comunque un intreccio di microguerre civili, con decine di bande armate che lo saccheggiano. Non c’è un interlocutore. • Che cosa si prevede per il 2014? Quanta gente dovremo accogliere da qui a dicembre?
Lei non ci crederà, ma il saldo è negativo. Ci sono un sacco di italiani che, spinti dalla crisi e dallo stato miserabile in cui versa il Paese, se ne stanno andando all’estero. E secondo la Caritas Migrantes sono più quelli che partono che quelli che arrivano, con una differenza di 20-30 mila persone. Non succedeva da qualche decennio. A parte i barconi siciliani, l’arrivo di stranieri da noi è precipitato dai 300 mila l’anno di un tempo ai 30 mila di adesso. Nel 2014 emigreranno centomila italiani, senza contare quelli che si trasferiscono senza comunicarlo. Gli italiani che vivono a Budapest sono decuplicati (4 mila nel 2011, 400 mila oggi). A Mosca, nei primi sei mesi di quest’anno, ne sono arrivati seimila.
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