Flavio Pompetti, Il Messaggero 9/6/2014, 9 giugno 2014
JACK MA IL MAGO DI ALIBABA
NEW YORK Al tempo del suo primo viaggio negli Usa venti anni fa Jack Ma aveva poca dimestichezza con l’Internet, ma abbastanza da verificare che una ricerca su Google delle aziende cinesi dava risultati scarsi e ingannevoli, dal momento che il Paese era già in movimento, e pullulava di nuove imprese. Tornato in patria provò a pubblicare con poco successo una sua versione delle pagine gialle; poi entrò egli stesso in commercio nel 1999 con l’aiuto di 17 amici, usando il suo appartamento come sede della società di vendite on line Alibaba. Oggi il signor Ma a 48 anni ha appena annunciato l’abbandono degli affari per concentrarsi a promuovere la difesa dell’ambiente del suo Paese e la salute dei suoi concittadini. Nel frattempo Alibaba è divenuta la più grande venditrice di beni su Internet di tutta la Cina e forse del mondo, con 600 milioni di clienti e un valore che il prossimo lancio in borsa dovrebbe fissare tra i 150 e i 200 miliardi di dollari. Jack Ma è ancora un illustre sconosciuto agli occhi di tanti, ma Alibaba è una delle più importanti aziende del mondo, al pari di Facebook, Oracle e IBM. Tanto che il Financial Times ha rivelato che nell’obiettivo del miliardario cinese è entrato anche il calcio. Jack Ma ha infatti annunciato che investirà 192 milioni di dollari nel Guangzhou Evergrande Football Club, squadra campione di Cina e vincitrice della Coppa d’Asia, attualmente allenata da Marcello Lippi e con Alessandro Diamanti in attacco. Con questa mossa, che dovrebbe verificarsi l’8 agosto, giorno superfausto per i cinesi, il re dell’ecommerce arriverà a controllare il 50% del team.
LA STORIA
L’ex amministratore delegato della società (e attuale presidente) è nato da una coppia di attori teatrali nella città di Hangzhou, nella provincia orientale di Zhejiang a sud di Shanghai. A scuola era molto più interessato alla letteratura che alla matematica, e nel tempo libero si aggirava intorno all’ingresso dell’albergo cittadino in cerca di turisti americani cui offrirsi come guida per praticare la lingua. È stato professore per alcuni anni prima di entrare nel ministero per il Commercio ed essere inviato nel fatidico viaggio di affari alla volta di Seattle. A Pechino qualche tempo prima era stato assegnato come guida personale ad un turista di eccezione: Jerry Yang, ad di Yahoo. Ama le arti marziali e molti dei suoi funzionari (Ali people) si chiamano tra loro con i nomi dei protagonisti di film di Kung Fu.
Quando fondò Alibaba, Ma annunciò che stava scendendo in guerra contro l’americana eBay che anche in Cina dominava il mercato delle vendite sul web. Tre anni dopo il suo sito aveva in mano l’80% degli acquisti sul web, mentre eBay era ridotta all’8%. E quando Yahoo rischiava di essere travolta dallo scandalo per aver consentito l’accesso del governo locale ai profili dei suoi utenti, Ma convinse Jerry Jang a cedergli l’intera divisione, del valore di 1 miliardo di dollari, in cambio del 40% della Alibaba.
Ma è un negoziatore accorto, dotato di un entusiasmo contagioso e irresistibile. Ha convinto i più grandi distributori del suo Paese a offrire i loro articoli sul suo sito a prezzi scontatissimi, fino al 50%, almeno un giorno l’anno. Poi ha avuto la brillante idea di identificare quel giorno nell’11 di novembre (11-11): quattro uno per celebrare lo stato di single cui sono condannati per ragioni anagrafiche milioni di maschi cinesi e un numero minore di donne nati al tempo della politica del figlio unico. «Se non puoi accoppiarti e formare una famiglia, risarcisciti spendendo». È così che l’11-11 è divenuto in Cina un giorno di spese: l’anno scorso 5,75 miliardi di dollari, più che nel black friday americano.
LE CRITICHE
Con il successo sono arrivate anche le critiche. Molti produttori di beni americani si sono rifiutati di entrare nel catalogo di Alibaba in protesta per i tanti casi di pirateria e di violazione del copyright che le aziende cinesi presenti nel sito praticano con enorme disinvoltura, e solo in tempi recenti il management ha cominciato a monitorare il traffico con più serietà a caccia di violazioni. Ma la crescita è stata tanto tumultuosa da sanare qualsiasi difetto. Alibaba produce oggi il 2% del Pil cinese e ospita l’80% la quasi totalità del traffico degli acquisti elettronici.
In quanto a Ma, l’ex professore ha appeso già i guantoni al chiodo. Lo ha fatto a modo suo, con una festa per 40.000 persone tra cui i coniugi Clinton e Arnold Schwarzenegger, ai quali si è presentato in giacca grigia fluorescente, cantando Can you feel the love tonight? di Elton John. «La nostra acqua sta diventando imbevibile e il cibo immangiabile - ha detto dal palco - Il nostro latte è avvelenato, e l’aria è così inquinata che non riusciamo più a vedere il sole. Venti anni fa sognavamo appena di poter sopravvivere agli stenti, ma oggi che stiamo meglio rischiamo di non poter più nemmeno sognare». Ma ha deciso che dedicherà tutte le sue energie a rinfocolare il sogno, e a proteggere il futuro della sua genteo: «Investiremo in salute e felicità - ha detto - investire nel calcio significa investire in felicità».