varie, 9 giugno 2014
NOTE LEGGE SUL RISPARMIO/ DISCORSO VELTRONI PER LIBRO GAZZETTA
2. Legge sul risparmio
La legge sul risparmio è stata approvata dal Parlamento il 28 dicembre 2005 (legge n. 262), con il via libera del Senato alle nuove “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari”. La legge, composta di 44 articoli, fu fortemente voluta dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ne annunciò la presentazione nel 2004 per rispondere alle esigenze di chiarezza e di controlli manifestate dai risparmiatori e dal mercato dopo gli scandali finanziari Cirio, Parmalat e Tango bond. Un’iniziativa legislativa che ha incontrato favori bipartisan, nonostante il centrosinistra non abbia mai perdonato al governo Berlusconi di aver derubricato portata e pene del falso in bilancio.
Questa la legge in pillole:
• Strumenti finanziari. L’articolo 11 stabilisce che con la riforma non sarà più possibile vendere ai risparmiatori obbligazioni senza prospetto informativo, e tra i risparmiatori vanno inclusi gli investitori istituzionali e professionali. L’obbligo, previsto dall’articolo 11, è esteso anche agli strumenti finanziari non azionari delle banche e delle assicurazioni.
• Falso in bilancio. La riforma sul falso in bilancio approvata nella primavera del 2002 è modificata solo in parte dal disposto della legge sul Risparmio. Sopravvive la distinzione tra le fattispecie di falso in bilancio “semplice” e falso in bilancio “con danno”. Nel primo caso il comportamento illecito è punibile con l’arresto fino a due anni. Nel secondo caso c’è la procedibilità a querela di parte nel caso di società non quotate, la procedibilità d’ufficio in caso di società quotate a Piazza Affari e nessuna modifica rilevante sul fronte delle pene. La novità più importante riguarda l’aggravante del danno ai risparmiatori, con la relativa modifica dell’articolo 2622 del Codice Civile: la previsione si configura quando il danno ha riguardato un numero di risparmiatori superiore allo 0,1 per mille della popolazione risultante dall’ultimo censimento Istat oppure è consistito nella distruzione o nella riduzione del valore di titoli per almeno lo 0,1 del Pil.
• Banca d’Italia. L’altro grande tema affrontato dalla legge è la riforma di Bankitalia, con il via libera alla nuova governance dell’Istituto di via Nazionale e il mandato a termine di 6 anni, rinnovabili per altri sei, per il Governatore. La nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, e sentito il Consiglio superiore della Banca d’Italia. La legge rinvia di tre anni ogni decisione sull’assetto proprietario di Banca d’Italia: lo Stato non entra per ora in gioco come principale azionista. La Banca d’Italia resta dunque una società per azioni che appartiene ai gruppi bancari e alle compagnie assicurative: una quota pari al 27% è detenuta da Intesa, seguita da San Paolo con il 17%, e Capitalia e Unicredit con circa l’11%.
• Antitrust, Consob, Covip, Isvap. Con la nuova legge rimangono cinque le autorità di vigilanza: Banca d’Italia, Antitrust, Consob, Covip e Isvap. Recita l’articolo 21 della legge che questi istituti «collaborano tra loro, anche mediante scambio di informazioni, per agevolare l’esercizio delle rispettive funzioni. Le Autorità non possono reciprocamente opporsi il segreto d’ufficio».