Stefano Zurlo, Il Giornale 9/6/2014, 9 giugno 2014
QUEL PREAVVISO DI GARANZIA AI BIG POLITICI NON INDAGATI
È il solito vizietto: il preavviso di garanzia. Anche l’inchiesta sul Mose mette in circolazione frammenti di verbali, indiscrezioni, presunte anticipazioni di nomi eccellenti che potrebbero finire nel vortice. Da giorni, due pezzi da novanta come Giulio Tremonti e Gianni Letta entrano ed escono dai giornali. Scorrendo la monumentale ordinanza del gip di Venezia si trovano riferimenti ai due personaggi, anche se poi è la stessa magistratura a ricordare che Letta e Tremonti non sono indagati. Anzi, ad oggi sono fuori dal perimetro pericoloso dell’inchiesta. Una notizia che non ferma il rullo di informazioni, allusioni, citazioni. Anche ieri i quotidiani riportavano stralci dei verbali di indagati che parlano di Tremonti, sempre per il tramite del suo consigliere Marco Milanese. «Tra i destinatari delle somme raccolte da Mazzacurati (Giovanni, il presidente del Consorzio Venezia Nuova, ndr) erano... e Marco Milanese, uomo di fiducia di Tremonti. A quest’ ultimo - racconta l’ex segretaria di Giancarlo Galan, Claudia Minutillo- era destinata la somma di 500mila euro che l’ingegner Neri (stretto collaboratore di Mazzacurati, ndr ) conservava nel suo ufficio al momento dell’ispezione della Guardia di finanza». Sì, perché la visita, imprevista, delle Fiamme gialle bloccò per quel giorno i piani della cricca. La Minutillo, in un altro passaggio, torna su Tremonti: «Neri li aveva nel cassetto da consegnare a Marco Milanese per Tremonti e li buttò dietro l’armadio. La finanza sigillò l’armadio ma la sera andarono a recuperarli e furono consegnati a Milanese il 7 giugno 2010».Ma quei soldi arrivarono o no a Tremonti? No, o meglio non ci sono le prove di un suo coinvolgimento in questa storia. E gli investigatori si affannano a ripetere che l’ex ministro dell’Economia non è iscritto nel registro degli indagati. E però è tutto un sospettare perché dopo quelle triangolazioni, vere o false che siano, si scopre che il 13 maggio 2010 il Cipe sblocca 400 milioni di commesse per le imprese legate al Consorzio Venezia Nuova. Insomma, riga dopo riga Tremonti è scagionato e puntualmenteriacciuffato dai pm che lasciano trapelare anche una mezza notizia: nei prossimi giorni l’exministropotrebbeesseresentito come persona informata, per carità, per chiarire quel che formalmente non è contestato.
Anche Letta viene tirato in ballo epure per lui scatta il doppio registro: evocato qua e là,fra un’intercettazione e un interrogatorio, Letta viene collocato dai pm lontano dal crocevia degli avvisi e delle manette. «Il dottor Letta spiega il solito Mazzacurati in una deposizione atterrata sui giornali - è stato un riferimento molto importante, mi sono rivolto molte volte a lui per un sacco di problemi». Insomma, a leggere superficialmente le carte si potrebbe perfino pensare che l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio sia a disposizione. Poi,Mazzacurati afferma:«Il dottor Letta in questi anni non mi ha mai chiesto nulla». Altro che libro paga. Letta non c’entra.E però «il dottor Letta» ritorna anche in un’intercettazione penalmente innocua ma ambigua. Sempre in vista di un possibile incontro. E così il dentro-fuori va avanti, sempre più logorante.
Succede anche nell’inchiesta Expo, Il nome di Lupi viene servito da Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare Pdl già arrestato per Tangentopoli di nuovo in manette. Frigerio racconta di aver incontrato Lupi 4 volte nell’ultimo anno, Lupi smentisce, Gad Lerner s’interroga pensoso: «Uno dei due dichiara il falso. Urge chiarire di chi si tratta». Lupi è estraneo, però danza pericolosamente fra deposizioni e titoli dei giornali. Il solito i talian style . Innocenza presunta e sbandierata, accuse devastanti a ruota libera. Capita anche alla coppia Fassino-Bersani. «Pier Luigi Bersani e Piero Fassino- racconta l’imprenditore Enrico Maltauro - erano i principali referenti di Primo Greganti nella cupola di Expo». E così il polverone copre anche loro.