Guia Soncini, la Repubblica 9/6/2014, 9 giugno 2014
E NASCE IL SITO PER AFFITTARE FINTI FIDANZATI SU FACEBOOK
Tommaso Ferrari ha 25 anni e, dopo pochi minuti di conversazione, mi viene il sospetto che mia nonna fosse una millennial. Mia nonna era nata nel 1910 e dava un’importanza assoluta all’«avere un fidanzato». Come un venticinquenne del 2014.
Siccome il fidanzato non è più quello che porti a pranzo dalla nonna ma è quello che i tuoi amici possono cliccare su Facebook, Tommaso non ha aperto un’agenzia di appuntamenti, ma un sito di escamotage. Puoi avere un fidanzato che non vedrai mai, ma che — quel che più conta — vedranno tutti gli altri, tutto il Facebook, tutta l’internet, pagando una cifra variabile (il pacchetto più costoso, settecento euro, comprende la possibilità di farsi ben tre foto assieme a chi si presta a spacciarsi come nostro partner; per quello di base, quarantacinque euro, avremo solo tre commenti in bacheca). Tutti si chiederanno chi sia questa misteriosa novità nella tua vita, e penseranno che finalmente hai fatto contenta la nonna: ti sei trovata il fidanzato.
(Acciocché i commenti non siano quelli che potrebbe lasciarti un qualunque conoscente e i tuoi soldi non vadano sprecati, la scrittura privata preparata da Ferrari, e sottoscritta dal latore della domanda e da quello dell’offerta, specifica che i due dovranno accordarsi sul tipo di commento da lasciare. Sull’amorevolezza delle parole. Forse è la creazione di un genere letterario: come si stabilisce quale prosa sia inequivocabilmente sentimentale, nel contesto «commenti su un social network»?) Quando obietto che bisogna mettercisi d’impegno, per notare un commento in una bacheca altrui, che forse è una cosa dei giovani, che di media si fa un uso di Facebook più distratto, che magari nessuno se ne accorge e ho buttato i miei soldi, Ferrari ride: «Lo credi tu, che non lo notino». Poi mi spiega che sua madre ha scoperto Facebook da un anno e sta sempre lì attaccata. «La gente vive facendosi i fatti degli altri». Mia nonna non avrebbe saputo dirlo meglio. Non ha torto: ho visto scene madri fatte da persone adulte e teoricamente sane di mente per lo status sentimentale. Lo status sentimentale è quella funzione di Facebook che comunica al mondo se sei impegnato, fidanzato, sposato, ed eventualmente con chi. Ho visto ultraquarantenni piantare musi da scuole medie perché la persona con cui vivono e del cui impegno sentimentale non dovrebbero avere ragione di dubitare non aveva però mai cambiato il proprio status Facebook da “relazione complicata” a “convivente”. Cosa sono le bollette da dividere e gli strilli perché non hai portato giù l’umido e la noia delle riunioni di condominio, se Facebook non sa di noi.
Lo status sentimentale cambiato è a metà delle tariffe di fintifidanzati.com: ci vogliono novanta euro, perché il tizio o la tizia di cui hai scelto il profilo comunichi sulla propria pagina che sì, sta con te. La scelta del prestatore d’opera può essere insidiosa: tutti siamo molto meglio di come siamo, nella foto profilo di Facebook. Scegliamo l’immagine che ci rappresenterà sui social con maggior perizia di quella che mette Giorgia Meloni nei manifesti elettorali. Ma, come chiunque abbia un po’ di pratica della rete, anche Ferrari conosce il trucco: dei candidati al ruolo di fidanzato finto, non guarda la foto che scelgono per presentarsi, ma entra nella bacheca e cerca quelle meno posate e ritoccate. Le foto con gli amici, in situazioni pubbliche. La verità estetica non sta mai in “profile pic”, ma sempre in “caricamenti da cellulare”.
Ma poi, se anche qualcuno non somiglia alle foto che ha su Facebook, in questo caso non è un problema: è solo lì, che dobbiamo risultare fidanzati. È l’unico posto in cui metterà a tacere vicini di scrivania ed ex compagni di scuola che non vediamo da trent’anni, conoscenze recenti e parenti lontani: sono tutti nostri “amici di Facebook”, e tutti vedranno che c’è scritto “status: impegnato”, e non è una millanteria, perché è qualcuno di cliccabile, qualcuno con una foto persino belloccia, qualcuno che esiste e commenta in bacheca. Se è su Facebook, è vero.
Solo che, racconta Ferrari, ancora non c’è neanche un cliente. Da quando in rete si è iniziato a parlare del sito, gli arrivano un centinaio di candidature al giorno di gente disposta a fidanzarsi per finta (a loro va la metà dell’importo pagato dai clienti: è un lavoretto stagionale, e un perfetto spunto per dotti saggi sulla disperazione di un’umanità che mette in vendita il proprio status sentimentale), ma nessuno così disposto ad ammettere la propria impresentabilità sociale da dire «Tieni i quaranta euro, procurami un link che la smetta di farmi guardare con compatimento dagli amici accoppiati».
Siamo di generazioni diverse. Io mi chiedo perché uno dovrebbe rivolgersi a lui: se proprio ci tiene, può creare un profilo Facebook con un nome qualunque e spacciarlo come quello di un nuovo partner; «Ma poi si vede che è finto», obietta Ferrari. Lui, invece, tiene alla reputazione almeno quanto ci teneva mia nonna. Non si offrirebbe mai come fidanzato finto: «Poi magari gli amici mi prendono in giro, mi chiedono “Ma chi è questa a cui lasci commenti”: io al mio Facebook ci tengo».
Guia Soncini, la Repubblica 9/6/2014