Fabio Monti, Corriere della Sera 9/6/2014, 9 giugno 2014
AUGURI CONI LA FEDERAZIONE DELLE FEDERAZIONI FESTEGGIA OGGI I PRIMI 100 ANNI
Si celebrano oggi alle 17.30, nel Parco del Foro Italico, a Roma, alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i 100 anni del Comitato olimpico che, dalla sua fondazione (9 giugno 1914, primo presidente il marchese Carlo Compans di Brichanteau, deputato del Regno) rappresenta un caso anomalo nel quadro istituzionale italiano, anomalo, ma di grande successo. Nato come ente privato per organizzare la partecipazione di atleti alle Olimpiadi e divenuto la «federazione delle federazioni», viene valorizzato da Mussolini, che considera lo sport come momento di «elevazione fisica e morale degli italiani» e valorizza il movimento sportivo per fini propagandistici, ma con risultati notevoli: non soltanto i due titoli mondiali della nazionale di calcio (1934-1938), ma anche il secondo posto nel medagliere ai Giochi di Los Angeles 1932 (con Leandro Arpinati presidente), Achille Starace segretario del partito nazionale fascista, ma anche presidente del Coni (1933-1939). Con la legge istitutiva del 1942, il Coni diventa ente di diritto pubblico con personalità giuridica e organi territoriali, un testo normativo che resterà invariato fino al 1999.
La storia cambia quando nel giugno 1944, dopo l’arrivo a Roma degli Alleati, Giulio Onesti, torinese, avvocato, classe 1911, trasferitosi nella capitale nel 1917, al seguito del padre, viene chiamato a liquidare il Coni, insieme con altri enti, espressioni del ventennio fascista. Da commissario «decisi di tradire il mandato per fedeltà agli sportivi» ed è per questo che la figura di Onesti è stata paragonata a quella di Enrico Mattei, che aveva lavorato per non sopprimere l’Eni. Due anni di gestione commissariale, 32 di presidenza attraverso nove elezioni, fino al 7 luglio 1978, quando, per un cavillo burocratico, Onesti viene dichiarato decaduto da una sentenza del Consiglio di Stato.
Quella di Onesti non è stata l’occupazione passiva di uno spazio, ma la realizzazione di un modello organizzativo, che tutto il mondo continua a guardare con rispetto e ammirazione e che ha fatto quello che i governi italiani non hanno mai fatto. Con Onesti il Coni è diventato un’istituzione che si occupa di sport dalla scuola elementare fino alla preparazione di chi punta a vincere l’oro olimpico e mondiale, un impegno a 360°, che passa anche attraverso la gestione degli impianti. Il capolavoro di Onesti è stato quello di capire che la condizione essenziale per costruire un’organizzazione che fosse esempio di efficienza e di organizzazione per tutto il Paese era quello di autofinanziarsi, anzi, capovolgendo la situazione, di arrivare a dare soldi allo Stato. Tutto questo è stato reso possibile attraverso l’acquisizione del Totocalcio, che ha garantito allo sport italiano una situazione di benessere irripetibile fra gli anni Settanta e Ottanta.
Onesti è stato anche l’uomo che ha inventato i Giochi della Gioventù e che ha portato in Italia l’Olimpiade invernale di Cortina 1956 e di Roma 1960. Il 4 agosto 1978, il giorno del record mondiale di Sara Simeoni nell’alto (m 2,01 a Brescia), Franco Carraro viene eletto alla guida del Coni e nel 1980 vince la battaglia con il governo italiano per mandare l’Italia ai Giochi di Mosca, boicottati da 65 Paesi, Stati Uniti in testa. L’oro di Mennea nei 200 dà l’immagine di un Paese che sa anche correre veloce. Nel 1987, viene eletto Arrigo Gattai e inizia la stagione d’oro dello sci italiano, nel nome di Tomba e della Compagnoni. Ad Atlanta 1996, l’Italia è sesta nel medagliere con 13 ori; il presidente (dal 1993) è Mario Pescante, che si dimette il 13 ottobre 1998 in seguito allo scandalo che travolge il laboratorio antidoping dell’Acqua Acetosa. Nel 2000, tocca Giovanni Petrucci, che lancia Carlton Myers come primo portabandiera azzurro di pelle nera. Si allarga il Consiglio nazionale (con atleti e tecnici, legge Melandri); nasce la Coni servizi, dopoché il Totocalcio è stato quasi azzerato dal Superenalotto e il Coni ha bisogno dei soldi dello Stato per sopravvivere. I Giochi invernali di Torino 2006 (l’anno dell’Italia del calcio campione del mondo in Germania) sono un grande successo; le fortune dello sport italiano sono legate alle donne, dalla Vezzali alla Pellegrini. Petrucci lascia per raggiunto limite di mandati, dopo Londra 2012; il 19 febbraio viene eletto Giovanni Malagò, che inizia un difficile lavoro di modernizzazione dell’ente (in epoca di revisione della spesa), al quale fanno capo 45 federazioni sportive; 19 discipline associate; 17 enti di promozione sportiva nazionali; 1 ente di promozione sportiva territoriale; 19 associazioni benemerite. La storia continua.