Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’avvocato Luca Varani, 36 anni, bello, ricco, seduttore, che fino a un anno fa girava spavaldamente per le strade di Pesaro con la sua Porsche, è stato adesso condannato a vent’anni di carcere.
• Una sentenza esemplare, me lo lasci dire. È il tizio che ha fatto sfregiare la sua collega Lucia Annibali, da cui non accettava di essere stato lasciato.
Già. Lucia, 36 anni, avvocatessa anche lei, civilista come Varani, solo che Varani era specializzato in infortunistica. Aveva lo studio con il padre in via Rossi 16, a Perugia. E proprio di fronte al suo palazzo stava il palazzo di Lucia. I due si conoscono, simpatizzano, filano, poi succede qualcosa, si lasciano e prendono, infine lei rompe... Su come sia andata la storia mentre stavano insieme abbiamo poche notizie perché Lucia non ne vuole parlare. Ha solo detto: «Era un amore malato». La rottura sarebbe avvenuta quando lei ha scoperto che lui era fidanzato regolarmente con un’altra, da cui aspettava addirittura un bambino. Lucia ha informato l’altra della situazione. Varani ha deciso di fargliela pagare.
• L’acido.
Telefonava, seguiva, rompeva. Il solito modo di fare degli stalker. Poi a un certo punto le è entrato in casa, con l’intenzione di manometterle le manopole del gas. Non gli è riuscito, ma Lucia ha cambiato la serratura, un punto che al processo la difesa ha tentato di giocare a suo favore. Insomma, l’uomo non si dava pace e voleva vendicarsi. Così ha cominciato a cercare qualcuno che gli facesse il lavoretto, e ha trovato questi due albanesi, Rubin Ago Talaban, 31 anni, e Altistin Precetaj, 28. Si tratta di due tipacci, e sarebbe interessante sapere come il ricco avvocato di Pesaro (ma iscritto a Rimini) li ha conosciuti. Altistin è un pregiudicato di Scutari, già nei guai per spaccio di droga (è stato condannato a un mese mentre era in carcere per la faccenda di Lucia, è imputato in un altro processo per spaccio di cocaina). Varani promette un compenso di 30 mila euro, cinquemila subito e il resto da riscuotere dopo.
• Dove si sono procurati l’acido?
Si tratta di acido solforico concentrato al 66%, si compra in qualunque supermercato. Però dovrebbe averglielo fornito Varani: qualche mese prima dell’aggressione, ha portato dal rottamatore la Smart (aveva anche una Smart) e se n’è subito comprata un’altra. Quando ha saputo che il rottamatore, invece di demolire la macchina, la stava passando alla figlia è andato a chiedergli i sedili da vendere su e-bay. Secondo l’accusa, le poltroncine erano state segnate dall’acido. Tracce di acido sono state trovate sull’accensione.
• Come è avvenuta l’aggressione?
La sera del 16 aprile 2013, verso le nove e mezza di sera, Lucia è rientrata, ha aperto la porta di casa e s’è trovata di fronte Talaban, incapucciato e con un barattolo in mano, che le ha tirato in faccia l’acido solforico ed è scappato. L’altro stava fuori a fare il palo. Lucia gridava e l’acido intanto le corrodeva la fronte, gli occhi, le guance. Lei ha detto poi che sentiva la faccia friggerle. Ai soccorritori, prima di perdere i sensi, ha mormorato subito: «È stato il mio ex». L’hanno portata all’ospedale di Parma dove ha subito finora sette operazioni di ricostruzione del viso. Per parecchie settimane sembrava sicuro che sarebbe rimasta cieca. Intanto gli inquirenti mettevano dentro Varani e pescavano i due albanesi. Talaban, che stava per scappare in Albania, a San Salvo Marina (Chieti), Precetaj nascosto in un casolare di Novilara (Pesaro).
• Lucia Annibali ha trasformato il caso in un momento della battaglia femminista contro i soprusi degli uomini sulle donne.
Sì, ha preso la decisione di mostrare il suo viso e di farlo diventare l’emblema di quella battaglia. Ha parlato molte volte, e forse la sua frase più significativa è questa: «Alle donne voglio dire: voletevi bene, tanto, tantissimo. Credete in voi stesse e sappiate che ogni atto di violenza subita non dipende mai da voi che amate l’uomo sbagliato, ma da lui che lo commette». Napolitano l’ha nominata cavaliere del Lavoro e la battaglia di questa donna che ha trasformato il suo viso deturpato in una bandiera è assai importante. Gli avvocati matrimonialisti, riuniti l’anno scorso, hanno dedicato a Lucia il loro congresso e fatto sapere che solo il 7% delle violenze domestiche viene denunciato, mentre 40 volte su 100 la vittima della violenza maschile chiede aiuto alle autorità senza ottenerlo. Gli avvocati quella volta hanno proposto di monitorare gli stalker e di segnarli col braccialetto elettronico, «in Italia abbiamo 400 braccialetti elettronici e non vengono utilizzati». La sentenza di ieri - 20 anni a Varani, 14 ai due albanesi - è la più pesante che sia mai stata inflitta in un caso come questo. Voglio ricordare, però, che appena sei mesi prima del fatto di Pesaro, a Travagliato, in provincia di Brescia, William Pezzullo, di 27 anni, è stato sfigurato da una secchiata di acido solforico tiratagli in faccia dalla ex fidanzata, Elena Perotti, 23 anni, di Berlingo (sempre Brescia). Pezzullo (anche lui dice che il suo con Elena «era un amore malato») ha subito da allora undici interventi ed è praticamente cieco. La Perotti, subito processata, è stata condannata a dieci anni. Dieci anni alla sfregiatrice donna, e venti allo sfregiatore uomo. Trattandosi di due casi identici, una delle due sentenze, direi, non è equilibrata.
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