Fior da fiore, 30 marzo 2014
Giannini contro la «staffetta generazionale» proposta dalla Madia • La corsa straniera alle aziende italiane • La Russia vale il 2,8% del totale del nostro export • I manager da un dollaro • Condannato a vent’anni l’uomo che fece sfregiare l’ex • Il primo matrimonio gay in Inghilterra • Apre al pubblico il cottage della regina Vittoria • Stanno scomparendo i clown
Staffetta La «staffetta generazionale» proposta per gli statali dalla ministra Marianna Madia (un funzionario assunto ogni tre dirigenti che vanno in pensione in anticipo), si scontra con il «no» della collega Stefania Giannini: «Non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra. Un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani».
Dipendenti pubblici In Italia il 25% dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici ha più di 55 anni. Solo uno su cento ha meno di 29 anni.
Investimenti stranieri Gli stranieri tornano a investire in Italia. L’ultima mossa è stata dei cinesi: la Banca centrale di Pechino ha messo sul piatto 2,1 miliardi per comprare il 2% di Eni ed Enel. A piazza Affari, la stima degli investimenti in azioni solo da parte americana è di circa 90 miliardi di euro: una cifra cresciuta del 70% nel 2013. Tra questi c’è il fondo del finanziere George Soros, Quantum Strategic Partners, che come prima mossa in Italia ha puntato 22 milioni di euro su Igd, l’immobiliare delle coop. Poi ci sono gli investimenti in gruppi non quotati, per esempio nella moda e nel lusso: i cinesi di Shenzen Marisfrolg Fashion hanno rilevato Krizia; il gruppo americano Haworth ha preso il controllo di Poltrona Frau, il colosso Blackstone (sempre Usa) ha acquistato il 20% di Versace (Massaro, Cds).
Export Se dovessero scattare le sanzioni contro la Russia, in ballo per noi ci sarebbero circa 30 miliardi di euro di interscambio commerciale: oltre 10 miliardi di esportazioni e quasi 20 di importazioni. Non solo la Russia vale circa il 2,8% del totale del nostro export, ma rappresenta uno dei pochi mercati di sbocco dove il made in Italy ha continuato ad affermarsi nonostante la crisi globale degli ultimi tempi. Secondo l’ultima analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato, anticipata in esclusiva dalla Stampa, a gennaio 2014 l’export cumulato degli ultimi 12 mesi (febbraio 2012-gennaio 2013) segna infatti una flessione dello 0,7% (dovuta in particolare al -1,2% del mercato interno europeo), mentre in Russia siamo riusciti a mettere a segno un +5,3% (solo in Cina +8,7 e Belgio + 9% siamo anditi meglio). All’opposto in alcuni importanti Paesi emergenti si registrano flessioni molto significative: -5,5% in Turchia, -12,2% in India. La crisi tra Russia e Ucraina, dunque, segnala Confartigianato, «potrebbe riverberarsi su uno dei mercati più dinamici per l’export italiano ed accentuare ulteriormente il rallentamento in corso». (Baroni, Sta).
Un dollaro Di moda tra i super-ricchi della Silicon Valley farsi pagare con un dollaro simbolico per il loro contributo alla gestione dell’azienda. Tra i manager da un dollaro figurano i due fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, Mark Zuckerberg di Facebook e Larry Ellison di Oracle. Lo scomparso Steve Jobs si abbassò la paga a un dollaro fin dal ‘98 con il suo rientro nella società (il board, per ringraziarlo, gli regalò un aereo privato). (Sideri, Cds).
Sfregiata 1 Vent’anni a Luca Varani, quattordici ai due complici albanesi. Con queste condanne si è concluso il processo di Pesaro per l’aggressione subìta da Lucia Annibali, l’avvocatessa di 36 anni sfigurata dall’acido del suo ex fidanzato. Un applauso ha accolto la sentenza. Ora una causa civile separata dovrà quantificare il risarcimento della vittima, che ha detto: «È passato soltanto un anno ma è come se ne avessi vissuti dieci. La mia vita è completamente cambiata e in tutti questi mesi è stata intensa come non mai. Me la sto riprendendo un pezzettino alla volta. Oggi, con questa sentenza, me ne porto a casa un bel po’» (Fasano, Cds).
Sfregiata 2 Che volto vedi quando ti guardi allo specchio? «Vedo un viso che fa un passetto alla volta assieme a me. Che migliora e che migliorerà sempre più. Ho una maschera per il giorno, una per la notte e ho una faccia in carne e ossa che non è ancora quella definitiva. Nessuna delle Lucie di oggi sarà la Lucia di domani. Quella non è ancora pronta. In questo momento, come dico sempre, il mio volto è un progetto e gli ho promesso di prendermi cura di lui fino in fondo, cioè fino al massimo della guarigione possibile» (ibidem). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Gay Nella sala comunale del quartiere di Islington, nel nord di Londra, allo scoccare della mezzanotte tra venerdì e sabato Peter McGraith, 49 anni e David Cabreza, 42 si sono sposati – davanti a telecamere e giornalisti - a pochi minuti dall’entrata in vigore della legge che consente i matrimoni civili omosessuali in Inghilterra e Galles. Fidanzati da 17 anni, McGraith e Cabreza hanno due figli adottivi.
Cottage Il cottage svizzero di Osborne House, sull’Isola di Wight, è stato restaurato e aperto al pubblico. Era un’autentica casetta svizzera di legno, fatta smontare e portare sull’isola nel 1850 dal principe Alberto, marito della regina Vittoria. Il cottage aveva una funzione del tutto particolare: serviva a insegnare ai nove figli della coppia reale, durante le vacanze estive, come vive la gente comune, e come ci si può arrangiare coltivando un orto, vendendo i prodotti al mercato e cucinando da soli. Intorno allo chalet svizzero, Albert aveva assegnato a ogni bambino un piccolo appezzamento di terreno nel quale dovevano coltivare frutta, verdura e fiori. In casa c’erano farina, uova, zucchero e una cucina. I bambini cuocevano torte e biscotti che servivano per il tè della regina e avevano l’obbligo di curare ogni giorno l’orto. Per spiegare ai figli le regole dell’economia, Albert aveva organizzato un vero mercato, nel quale i bambini portavano la loro frutta e verdura. A comprarle era lo stesso principe, che aveva così modo di spiegare che se sono in offerta troppe patate il loro prezzo scende e che una carota dall’aspetto vigoroso vale di più di una carota avvizzita. Albert spiegò che lo faceva per «tenere con i piedi per terra» i figli e per spiegare loro come viveva la maggior parte della gente al di fuori dei palazzi, faticando e sudando per poche monete (Sabadin, Sta).
Clown Se negli anni d’oro i membri della federazione britannica dei clown erano 1.000, oggi, a due decadi di distanza, sono appena 100. Blue Brattle, nome d’arte Clown Bluey, 70 anni: «Una volta mi prenotavano per le feste di bambini sino a 12 anni, adesso se mi arrivano delle richieste sono tutte per bimbi più piccoli, di due, tre o quattro anni. I più grandi preferiscono le feste a tema o il disc jockey». La colpa è in parte della tecnologia - troppa televisione, troppo cinema, al circo non va più nessuno - ma anche di Hollywood, accusa il pagliaccio inglese: «Il clown viene spesso mostrato come una figura ambigua», come nei Simpsons e nella pellicola horror «It» tratta da un libro di Stephen King, «mentre in realtà al pagliaccio interessa solo far sorridere la gente, regalare loro un momento di magia» (De Carolis, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)