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 2014  marzo 30 Domenica calendario

UNO SLALOM SULLE PISTE DI KIM JONG


«Masikryong» in coreano significa «collina dove anche i cavalli devono riposare», e il suo significato è legato a un’antica leggenda del XVI secolo, quando le due Coree erano unite sotto la dinastia Joseon. Per vendere parte del raccolto, un contadino di Wonsan (Sud-Est dell’attuale Corea del Nord) dovette percorrere a cavallo i 200 chilometri.

Era il tragitto tra la sua città natale e Pyongyang, e le impervie montagne misero a dura prova l’animale e obbligarono l’agricoltore a fermarsi più volte per farlo riposare.
È proprio su questo ripido versante che l’attuale leader nordcoreano, Kim Jong-un, ha fatto costruire a tempo di record (meno di un anno) il primo comprensorio sciistico del Paese, il «Masik Pass Ski Resort», un demanio capace di competere con diverse realtà «minori» del panorama sciistico occidentale. E la scelta della posizione non è stata certo casuale, in quanto una delle residenze di Kim si trova a Wonsan, a meno di mezz’ora di strada da Masik.
L’offerta sciistica nordcoreana è una novità di quest’inverno, e Masik Pass, a 184 chilometri e 3 ore e mezza di macchina da Pyongyang, ha aperto ufficialmente lo scorso 31 dicembre. Vi si accede tramite l’autostrada «dell’arcobaleno», che fende da Ovest a Est la penisola coreana ed è stata realizzata con la posa di grandi lastre di cemento sul tracciato. Nei punti strategici del percorso, inoltre, sono stati posizionati imponenti pilastri che in caso di necessità possono essere fatti esplodere alla base e cadere sull’arteria, bloccando così l’accesso a punti strategici da proteggere.
La base degli impianti di risalita (dove un maxi schermo trasmette karaoke e video di propaganda) è situata a un’altezza di 650 metri sul livello del mare, mentre il punto più alto del comprensorio, il «Taehwabong Pavillon» (al quale si arriva dopo 40 minuti di risalita su tre seggiovie), è a 1350 metri di quota. Nei 10 mesi di lavori a Masik sono state realizzate 4 seggiovie (2 a due posti e due a quattro), 2 tapis roulant per i principianti e uno skilift. Le piste in totale sono 10 (una illuminata anche di notte alla cui base si trova la guest house dove ha dormito l’ex cestista Usa Dennis Rodman) per un totale di 17 chilometri di discese. Queste sono numerate in ordine crescente da Est a Ovest (l’esposizione è a Nord) e hanno diverse difficoltà: da quelle più semplici a quelle molto impegnative e dalle pendenze severe. Mancano ancora colori che definiscano la difficoltà delle piste e anche la segnaletica è scarsa (mentre il resort è dotato di cannoni sparaneve), ma i maestri di sci sono sicuri: «Il prossimo anno il comprensorio sarà potenziato e anche questi aspetti verranno migliorati».
Nel Masikryong Hotel, 9 piani e 5 stelle alla partenza dagli impianti, c’è proprio tutto: una piscina da 25 metri, una spa, una palestra, una sala giochi, bar e ristoranti (uno aperto 24 ore), una sala da ballo a cui si accede pagando 13 dollari all’ora, un minimarket, una sala Internet dove i social network non sono criptati, sale congressi, un negozio di abbigliamento e un noleggio (attrezzatura tutta made in Italy a 30 euro al giorno compreso lo ski pass). Anche le stanze, nonostante alcuni materiali non siano di prim’ordine, sono lussuosissime, con frigo bar, tv al plasma che trasmette anche Raiuno e una scrivania con matita, temperino e gomma, nel caso il turista volesse studiare o prendere appunti. Ma resta un rebus: chi verrà a sciare fin qui? Di turisti stranieri se ne sono visti pochi, mentre il resto della clientela è caratterizzato da studenti e militari in vacanza premio o «local» che salgono per fare qualche discesa col bob, mentre le piste e l’albergo rimangono generalmente mezzi vuoti.
Il contrasto tra questa piccola Svizzera scintillante e i campi poco distanti - dove l’agricoltura è ancora praticata con mucche pelle ossa che tirano l’aratro, o con pale e badili - è sicuramente stridente. Tuttavia, le agenzie occidentali che portano turisti in Corea del Nord (ve ne sono molte, ma i pionieri attivi dal 1993 con maggior esperienza sono gli inglesi della «Koryo Tours») hanno già in programma settimane bianche da proporre per la prossima stagione invernale.
E, ovviamente, l’unico modo per accedere al Paese più isolato e misterioso al mondo è quello di prendere parte a uno di questi viaggi organizzati (che non propongono solo lo sci). Va da sé, però, che il viaggio sarà interamente pianificato e controllato da agenzie turistiche governative, le cui guide (normalmente 2 per ogni gruppo, con l’aggiunta di una guida supplementare di controllo nel caso ci fossero statunitensi), oltreché presentare al mondo esterno la propria nazione, controlleranno con attenzione il comportamento dei turisti, chiedendo di cancellare le fotografie non autorizzate (soprattutto militari, ma anche quelle che non ritraggono per intero le statue dei leader) e di rispettare le spesso iperboliche norme di comportamento nelle visite ai mausolei e ai luoghi cari al popolo: giacca e cravatta per il mausoleo di Kim Il-sung e Kim Jong-il e inchino di fronte alle statue.