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 2014  marzo 30 Domenica calendario

QUANTI SPRECHI DA BARZELLETTA PURE PER CROZZA L’UE FA RIDERE


Tu quoque Crozza prendi a schiaffi l’Europa? Brutto segno (per l’Europa). E brutto segno anche per noi. Crozza, oltre ad essere bravo, ha il polso del Paese, peggio di un sondaggio. Vede - col suo misurino - dove si accumula la richiesta di scherno, di rancore, il desiderio di satira distruttiva.
Ma proprio perché Crozza ha il polso del pubblico, persino del popolo, ha il sondaggio incorporato, la sua sortita antieuropea provoca un certo allarme. Potrebbe anche darsi che Crozza si sia fatto trascinare dall’amore per le battute. Per esempio: commentando la messa papale all’alba per i parlamentari ha commentato: «Più che una messa sembrava una retata». Micidiale. Poi ha tirato fuori la pistola per sparare sull’Europa. Ha utilizzato fra l’altro alcuni dei paradossi segnalati da Mario Giordano nel suo ultimo libro e li ha trasformati in granate. Così lo spreco dei sessanta milioni per soccorrere non ricordo più quali masse di lavoratori stranieri che poi alla fine erano soltanto sei e non seicento o seimila, mostra in tutta crudezza quanto stupida sia l’Europa, quanto sprecona sia l’Europa, quanto ipocrita sia l’Europa. E imprecisa. E politicamente corretta (ovvero ipocrita). E inaffidabile. E. E. E...
Tutti a ridere perché Crozza è bravo e fa ridere. Del resto la sera prima da Santoro (pubblico di sinistra) quando partiva una bordata contro l’Europa, anche lì, applausi scroscianti. Se prendi per i fondelli la Merkel (purché tu non sia Berlusconi) ricevi una standing ovation . Quelli del Movimento 5 stelle esultano mentre i sondaggi mostrano la loro crescita.
Insomma il fenomeno sembra quello teatrale di Jonesco nel Rinoceronte : c’era un paese in cui uno diventa rinoceronte e non si sa perché. Tutti preoccupati. Poi due. Poi tre rinoceronti che cominciano a dirsi fra loro quant’è bello essere rinoceronte, quanto è onesto essere rinoceronte e quanto disonesti e mascalzoni siano tutti coloro che non vogliono essere rinoceronti. Nella commedia un solo uomo resiste e si barrica in casa mentre orde di rinoceronti fuori dalla sua porta rumoreggiano con minacciosi grugniti da rinoceronte. Così, in modo analogo, una volta eravamo tutti europei ed europeisti. Poi, prima uno e quindi quasi tutti sono diventati rinoceronti alla carica contro l’Europa, la quale - onestamente -ci mette del suo.
Naturalmente i capi di governo italiani, il primo fu Berlusconi che accettò la gogna,e poi Monti, Letta ed ora Renzi, non fanno che dire che bisogna cambiare l’Europa senza buttare con l’acqua sporca anche il bambino dentro. È vero, ma il popolo, si sa, va per le spicce, semplifica, non tollera l’ esprit de finesse ma va giù di brutto con esprit de géométrie ;ovvero, brutalmente al sodo: in tempi di carestia è sospettoso e irato: basta rileggersi alcuni passi di autobiografia nazionale come l’assalto ai forni o la caccia agli untori nei Promessi Sposi di Manzoni (il quale non fece un romanzo come quelli di Victor Hugo, ma aveva il dono di fotografare l’anima degli italiani), per capire come butta.
Il popolo usa i forconi, non riconosce alcuna propria colpa perché in democrazia la colpa è sempre soltanto della casta, di chi governa e della strega Merkel. Anche il Papa, l’abbiamo visto, si adegua chiamando a sé i parlamentari italiani per dar loro dei corruttori. Quel che dice Francesco, come dire, è vangelo. Un vangelo, anche il suo, che va per le spicce: le guerre secondo sua santità sono causate dai mercanti di cannoni come i Krupp, fabbricanti di cannoni, di cent’anni fa. E così via: tutto è sempre più politicamente corretto, omologato, tarato e trascinato in televisione dove s’impara l’arte di acciuffare il consenso che passa spinto dal vento della Storia: un rozzo e casalingo «spirito del tempo», lo Zeitgeist del Faust di Goethe.
E Crozza, per dire la punta avanzata della satira collettiva, sale sul surf e s’inebria sull’onda. È il suo mestiere. Ci fa ridere e ci fa piangere perché lo «Zeitgeist» ce lo tira in faccia. Si direbbe dunque che il lezzo del torbido destino europeo stia per portarci via come le foglie. Che ci possiamo fare noi? Niente. Chi potrebbe? Qui o la politica- Renzi per primo ma non soltanto - trova un modo emotivo, sentimentale oltre che economico, per far sentire agli italiani che fiocamente batte persino uno spirito nobile dell’Europa oppure smettiamo di perdere tempo e prepariamoci ad essere il primo dei paesi mediterranei, un Paese guida tra Cipro e Tunisia, con un occhio al Bangladesh.