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 2014  marzo 30 Domenica calendario

SPETTRI, MOSTRI E TIRANNI STORIA DEL ROMANZO GOTICO

A proposito di Evita Peron, lei ha fatto cenno al «romanzo gotico». Che cos’è effettivamente?
Maria Rosa Severo
Biella

Cara Signora,
L’ inventore del «romanzo gotico» fu Horace Walpole, quarto conte di Oxford vissuto fra il il 1717 e il 1797. Letterato, erudito, uomo politico, grande collezionista, figlio di una personalità molto controversa dell’epoca georgiana, Walpole è ricordato soprattutto per due creazioni: una casa e un romanzo. La casa è la villa-castello di Strawberry Hill, costruita nel 1750 a meno di venti chilometri dal centro di Londra: una raffinata combinazione di torri, merli e archi a sesto acuto nello stile delle cattedrali e delle fortezze medioevali. Questa stravaganza piacque, divenne l’argomento del giorno ed ebbe qualche imitatore persino nella Russia della Grande Caterina.
Il libro è Il Castello di Otranto , una «storia gotica», come è scritto sul frontespizio, in cui si narra l’apparizione di un elmo gigantesco che uccide l’unico figlio di Manfredo, signore di Otranto, alla vigilia delle nozze con la leggiadra Isabella. Privo di una discendenza che garantisca la continuità del suo piccolo Stato, Manfredo decide di ripudiare la moglie per sposare Isabella, ma la promessa sposa fugge con la complicità di un giovane contadino. Questo aggrovigliato intreccio di spettri che si aggirano nelle stanze del castello e di tiranni che si ritirano in un monastero per espiare le loro colpe, fu presentato al pubblico come la traduzione inglese di un antico manoscritto italiano. Era un artificio letterario, adottato anche da Manzoni per i suoi Promessi sposi , ma fu reso più convincente, nel caso del romanzo di Walpole, da una traduzione italiana che apparve a Londra nel 1795, due anni prima della morte dell’autore.
Walpole non era un grande scrittore, ma creò un genere che ebbe grande successo e molti imitatori. Nacque così un particolare filone della letteratura romantica, studiato da Mario Praz in un libro intitolato La carne, la morte e il diavolo . Sono storie e racconti in cui l’orrore, come scrive Praz, diventa «fonte di diletto e di bellezza», in cui il piacere è inseparabile dal dolore. Una delle punte più alte di questa letteratura dell’orrido fu Frankenstein, il moderno Prometeo di Mary Shelley, moglie del poeta, a cui il cinema dette il volto di Boris Karloff. Oggi quel genere letterario sopravvive soprattutto in una ricca cinematografia dell’orrore, prevalentemente americana, popolata da mostri e vampiri. Il raffinato Walpole non ne riconoscerebbe la paternità.