Paola De Carolis, Corriere della Sera 30/3/2014, 30 marzo 2014
SE SCOMPARE IL SORRISO DEI CLOWN
LONDRA — Sorriso sulle labbra e occhi tristi. Lo stereotipo del pagliaccio si avvicina sempre più alla realtà. In Gran Bretagna quella del clown è oggi una categoria in crisi, i cui esemplari dalla faccia colorata e lo scherzo sempre pronto sono in via d’estinzione. Con la tecnologia — troppa televisione, troppo cinema, al circo non va più nessuno — i gusti che cambiano, le nuove tendenze, i numeri parlano chiaro. Se negli anni d’oro i membri della federazione britannica erano 1.000, oggi, a due decadi di distanza, sono appena 100.
«Non siamo più di moda», si lamenta Blue Brattle, nome d’arte Clown Bluey. «Una volta mi prenotavano per le feste di bambini sino a 12 anni, adesso se mi arrivano delle richieste sono tutte per bimbi più piccoli, di due, tre o quattro anni. I più grandi preferiscono le feste a tema o il disc jockey». In pratica, ha sottolineato parlando al Daily Telegraph , oggi si cresce più in fretta. La colpa è in parte degli adulti, «che sono molto più cinici di una volta». Non apprezzano l’humour, dice, e soprattutto non hanno la concentrazione che serve per seguire uno spettacolo di un’ora tutto parlato. Ma la responsabilità è anche di Hollywood, accusa il pagliaccio inglese, che a 70 anni si prepara a struccarsi definitivamente il viso. «Il clown viene spesso mostrato come una figura ambigua», come nei Simpsons e nella pellicola horror «It» tratta da un libro di Stephen King, «mentre in realtà al pagliaccio interessa solo far sorridere la gente, regalare loro un momento di magia».
Il periodo è nero. Quest’anno per la prima volta la riunione dei clown inglesi è stata disdetta. Era prevista per l’inizio di marzo presso il Butlin’s hotel di Bognor Regis, nel Sussex, ma non c’erano abbastanza adesioni e così non se n’è fatto nulla. Il problema è anche che mancano i giovani, fa notare Ia Thom, vicepresidente della Clown International. «La nostra professione non attira più nuove reclute». Una volta gli attori in cerca di lavoro nel tempo libero facevano i clown, adesso guadagnano di più come camerieri. È vero che c’è chi ha paura dei pagliacci, chi soffre di coulrofobia? «Mah, in tutta la mia vita professionale ho incontrato una persona sola che ne soffrisse veramente», sottolinea. «No, la colpa è dei genitori, delle abitudini, della crisi: tanti ristoranti, tanti negozi che ci prenotavano per intrattenere i bambini mentre gli adulti facevano compere o mangiavano sono stati costretti a tagliare i costi».
Nonostante il calo del lavoro e l’avvicinarsi della pensione, Clown Bluey rimane ottimista. «Non credo che spariremo, un giorno torneremo di moda», dice speranzoso. «Quando i bambini ci vedono rimangono a bocca aperta. Non sono più abituati alle emozioni del teatro dal vivo, ma alla fine la loro reazione oggi è come quella dei bambini di mezzo secolo fa».