Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La ministra Severino è andata a farsi intervistare da Maria Latella su Sky e ha rilanciato, e reso universale, un concetto che gira dal giorno in cui hanno arrestato Zambetti. Questo: «Quella che viviamo è una seconda Tangentopoli, mi sembra inevitabile dirlo, il numero di casi rende evidente questo paragone, con qualche differenza rispetto al ’92 […] Lucrare sul denaro pubblico mentre si chiedono sacrifici ai cittadini è di una gravità inaudita». Con queste affermazioni, Severino introduce due sue esigenze: che sia approvata la legge anticorruzione e che sia data al governo la delega per una legge che impedisca ai condannati in via definitiva di candidarsi. Sul primo punto: «La corruzione è dilagante, dannosissima per l’economia e per l’immagine del Paese, è necessario combatterla con una legge che mira a prevenire e a colpirla con delle sanzioni efficace». Sul secondo punto: «Il governo è impegnato a costruire la norma entro un mese dall’approvazione del disegno di legge. Si tratta di decidere se perdere altro tempo e non approvare ancora una volta il disegno di legge o se riteniamo che il governo sia sufficientemente affidabile, per procedere una volta approvato il testo».
• Lei ha già detto una volta che la legge sulla corruzione servirà e non servirà.
La legge ci vuole, ma è illusorio pensare che con un provvedimento si sanerà il problema. Sul piano pratico: la corruzione vive innanzi tutto di procedure burocratiche insormontabili. Facciamo caso, nella faccenda Formigoni, alla funzione del carcerato Daccò: il csuo compito era quello di sbloccare le pratiche, cioè di far arrivare alle strutture sanitarie che si rivolgevano a lui soldi a cui avevano diritto. Per pompare denaro nelle tasche dei privati senza che ne uscisse dalle casse pubbliche bastava che la Regione rallentasse i pagamenti fino all’inverosimile e senza far capire perché. Esiste quindi una procedura che rende la corruzione addirittura inevitabile e finché non si colpirà questa procedura la legge servirà a poco. Nonostante tutto, però, approvare questo disegno al più presto è indispensabile almeno per mostrare al mondo un minimo di volontà moralizzatrice.
• Il Pdl, a mettersi di traverso, sta sbagliando?
Sì, anche se mi pare che da ultimo siano venuti a più miti consigli. Speravano di agganciare l’approvazione della legge a provvedimenti capaci di limitare le prepotenze della magistratura, ma a questo punto il messaggio che passa è invece il seguente: Berlusconi e i berlusconiani sono amici dei corrotti e dei corruttori. Anche le critiche al commissariamento di Reggio Calabria, avanzate da Alfano, accentuano questa impressione generale. Non dico che fossero prive di fondamento, ma il momento è talmente drammatico che le forze politiche intenzionate a sopravvivere dovrebbero avere più coscienza di quello che gli italiani sentono, cosa di cui non sembrano sempre consapevoli.
• È un momento peggiore di Tangentopoli?
Severino dice che è peggiore anche in termini numerici e su questo punto non sono sicuro che abbia ragione: Tangentopoli mise alla sbarra in pochi mesi più di 1.600 persone. Ha senz’altro ragione, invece, sulla qualità degli inquisiti e dei loro ipotetici reati. Come ha detto a Goffredo De Marchis di “Repubblica” Bruno Tabacci, che forse sarà candidato dal centro-sinistra al governo della Regione Lombardia: «Vogliamo paragonare Citaristi a questi ladri? Il tesoriere della Dc affrontò 60 processi e quando la Democrazia cristiana sparì, cominciò a pagarsi gli avvocati di tasca sua. Questi rubano per la casa, la barca, le vacanze. È molto peggio di allora. Batman Fiorito, prima di finire dentro, è stato una settimana in televisione a prenderci per il culo. Sergio Moroni imbracciò un fucile e si sparò in faccia. Questa è la differenza».
• E Formigoni?
Come riferiamo altrove, e come avevamo anticipato ieri, Berlusconi gli ha tolto ogni sostegno, proprio perché sta disperatamente tentando di smarcarsi da corrotti e tangentari. Il governatore ha passato la giornata a twittare e a minacciare querele. È possibile che per il centro-destra sia impossibile non candidarlo in Parlamento. Stasera davanti al Pirellone ci sarà una manifestazione contro di lui e anche ieri a Lecco sostenitori delle opposte fazioni per poco non sono venuti alle mani. L’uomo, quando è molto in difficoltà, si fa ancora più arrogante.
• Siamo sicuri che la magistratura abbia ragione su tutto? Che tutte queste inchieste stiano davvero in piedi?
No, non siamo sicuri per niente. Ma quello è il versante giudiziario. Il versante politico deve fare i conti con il numero di inquisiti, e con l’incredibile verità, a cui ha mostrato di credere anche Formigoni, che la ‘ndrangheta fa eleggere chi vuole non solo al Sud ma anche in Lombardia. E che adopera le istituzioni come dei bamcomat.
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