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 2012  ottobre 15 Lunedì calendario

La ministra Severino è andata a farsi intervistare da Maria Latella su Sky e ha rilanciato, e reso universale, un concetto che gira dal giorno in cui hanno arrestato Zambetti

La ministra Severino è andata a farsi intervistare da Maria Latella su Sky e ha rilanciato, e reso universale, un concetto che gira dal giorno in cui hanno arrestato Zambetti. Questo: «Quella che viviamo è una seconda Tangentopoli, mi sembra inevitabile dirlo, il numero di casi rende evidente questo paragone, con qualche differenza rispetto al ’92 […] Lucrare sul denaro pubblico mentre si chiedono sacrifici ai cittadini è di una gravità inaudita». Con queste affermazioni, Severino introduce due sue esigenze: che sia approvata la legge anticorruzione e che sia data al governo la delega per una legge che impedisca ai condannati in via definitiva di candidarsi. Sul primo punto: «La corruzione è dilagante, dannosissima per l’economia e per l’immagine del Paese, è necessario combatterla con una legge che mira a prevenire e a colpirla con delle sanzioni efficace». Sul secondo punto: «Il governo è impegnato a costruire la norma entro un mese dall’approvazione del disegno di legge. Si tratta di decidere se perdere altro tempo e non approvare ancora una volta il disegno di legge o se riteniamo che il governo sia sufficientemente affidabile, per procedere una volta approvato il testo».

Lei ha già detto una volta che la legge sulla corruzione servirà e non servirà.
La legge ci vuole, ma è illusorio pensare che con un provvedimento si sanerà il problema. Sul piano pratico: la corruzione vive innanzi tutto di procedure burocratiche insormontabili. Facciamo caso, nella faccenda Formigoni, alla funzione del carcerato Daccò: il csuo compito era quello di sbloccare le pratiche, cioè di far arrivare alle strutture sanitarie che si rivolgevano a lui soldi a cui avevano diritto. Per pompare denaro nelle tasche dei privati senza che ne uscisse dalle casse pubbliche bastava che la Regione rallentasse i pagamenti fino all’inverosimile e senza far capire perché. Esiste quindi una procedura che rende la corruzione addirittura inevitabile e finché non si colpirà questa procedura la legge servirà a poco. Nonostante tutto, però, approvare questo disegno al più presto è indispensabile almeno per mostrare al mondo un minimo di volontà moralizzatrice.  

Il Pdl, a mettersi di traverso, sta sbagliando?
Sì, anche se mi pare che da ultimo siano venuti a più miti consigli. Speravano di agganciare l’approvazione della legge a provvedimenti capaci di limitare le prepotenze della magistratura, ma a questo punto il messaggio che passa è invece il seguente: Berlusconi e i berlusconiani sono amici dei corrotti e dei corruttori. Anche le critiche al commissariamento di Reggio Calabria, avanzate da Alfano, accentuano questa impressione generale. Non dico che fossero prive di fondamento, ma il momento è talmente drammatico che le forze politiche intenzionate a sopravvivere dovrebbero avere più coscienza di quello che gli italiani sentono, cosa di cui non sembrano sempre consapevoli.  

È un momento peggiore di Tangentopoli?
Severino dice che è peggiore anche in termini numerici e su questo punto non sono sicuro che abbia ragione: Tangentopoli mise alla sbarra in pochi mesi più di 1.600 persone. Ha senz’altro ragione, invece, sulla qualità degli inquisiti e dei loro ipotetici reati. Come ha detto a Goffredo De Marchis di “Repubblica” Bruno Tabacci, che forse sarà candidato dal centro-sinistra al governo della Regione Lombardia: «Vogliamo paragonare Citaristi a questi ladri? Il tesoriere della Dc affrontò 60 processi e quando la Democrazia cristiana sparì, cominciò a pagarsi gli avvocati di tasca sua. Questi rubano per la casa, la barca, le vacanze. È molto peggio di allora. Batman Fiorito, prima di finire dentro, è stato una settimana in televisione a prenderci per il culo. Sergio Moroni imbracciò un fucile e si sparò in faccia. Questa è la differenza».  

E Formigoni?
Come riferiamo altrove, e come avevamo anticipato ieri, Berlusconi gli ha tolto ogni sostegno, proprio perché sta disperatamente tentando di smarcarsi da corrotti e tangentari. Il governatore ha passato la giornata a twittare e a minacciare querele. È possibile che per il centro-destra sia impossibile non candidarlo in Parlamento. Stasera davanti al Pirellone ci sarà una manifestazione contro di lui e anche ieri a Lecco sostenitori delle opposte fazioni per poco non sono venuti alle mani. L’uomo, quando è molto in difficoltà, si fa ancora più arrogante.  

Siamo sicuri che la magistratura abbia ragione su tutto? Che tutte queste inchieste stiano davvero in piedi?
No, non siamo sicuri per niente. Ma quello è il versante giudiziario. Il versante politico deve fare i conti con il numero di inquisiti, e con l’incredibile verità, a cui ha mostrato di credere anche Formigoni, che la ‘ndrangheta fa eleggere chi vuole non solo al Sud ma anche in Lombardia. E che adopera le istituzioni come dei bamcomat.