Enrico Franceschini, la Repubblica 15/10/2012, 15 ottobre 2012
LONDRA-PARIGI, SCONTRO PER LE CAPESANTE BATTAGLIA TRA PESCHERECCI SULLA MANICA
[Lancio di pietre e speronamenti. I britannici: “Ci difenda la Royal Navy”] –
La guerra dei Cent’anni è finita da qualche secolo, ma la bellicosità tra Inghilterra e Francia è dura a morire. Questa settimana è riaffiorata nelle acque della Manica, dove pescatori dei due Paesi si sono affrontati in una “battaglia navale” a base di razzi, pietre e speronamenti. Oggetto del contendere: le capesante. Molluschi prelibati sulla tavola di mezza Europa, business carico di profitti per l’industria della pesca, vittime indiscriminate
secondo gli ecologisti, che protestano per come sono pescate, con uno strascico sul fondo del mare causa di gravi danni all’ambiente. Non è per questo, tuttavia, che i pescherecci delle due nazioni ora si danno la caccia. I francesi accusano gli inglesi di essere venuti a pescare capesante in prossimità delle loro acque territoriali, nei mesi in cui Parigi impone il fermo di questo tipo di pesca per ripopolare la fauna marina. Gli inglesi replicano che sono stati attaccati da una flottiglia francese in acque internazionali. D’ora in poi i pescatori di Sua Maestà chiedono di essere accompagnati dal Fisheries Protection Squadron, una speciale unità della Royal Navy armata fino ai denti. I francesi rispondono minacciando di formare un’armata navale di 250 imbarcazioni con cui bloccare l’accesso al porto di Calais e fermare il traffico dei ferry-boat, provocando un enorme danno a decine di migliaia di viaggiatori. Mon Dieu. Oh my God.
Sembrerebbe una storia di “cappa e spada”, per così dire, affondata nella centenaria rivalità tra Londra e Parigi, sempre pronte a resuscitare il mito dell’ammiraglio Nelson e di Napoleone
quando scoppia qualche polemica fra di loro. Ma c’è poco da scherzare. Ogni anno la flotta commerciale britannica pesca 50 mila tonnellate di capesante, per un valore di 54 milioni di sterline (65 milioni di euro), due terzi delle quali destinate all’esportazione. Come se non bastasse, molte finiscono proprio in Francia. Le cui autorità vietano la pesca a questi molluschi da
maggio al primo ottobre nel timore che le riserve dei popolari molluschi si esauriscano. Questa estate qualcuno ha raccontato ai pescatori inglesi che le acque vicine alle coste francesi erano piene di capesante. E nei giorni scorsi una flottiglia proveniente da Dover ha cominciato a gettare le reti lungo tutta la costa della Normandia. Fuori dal limite di 12 miglia delle acque territoriali francesi. Ma dentro il limite di 15 miglia dalla costa su cui era stato applicato il fermo della pesca.
È bastato a scatenare il finimondo. I pescherecci francesi sono andati all’assalto di quelli inglesi, attaccandoli con i razzi usati per segnalare un allarme, con pietre, con spranghe e bastoni. Le barche si passavano così vicine che c’è mancato poco che non si speronassero. “The scallop war”, la guerra delle capesante, ha titolato a Londra il Daily Mail, e Manche Libre, un giornale francese di Calais, ha reagito titolando “Dichiarazione di guerra”. I pescatori francesi parlano di organizzare un blocco navale dei ferry-boat. Quelli inglesi di rivolgersi allo Squadrone Protezione Pescatori, la più antica unità della Royal Navy (esiste dal 1481), che pattuglia con due navi armate di cannoncini tutte le acque attorno al Regno Unito. Per ora Londra getta proverbiale acqua sul fuoco, chiedendo alla Guardia Costiera francese di vigilare per evitare altri incidenti. Ma le due nazioni non perdono mai occasione di bisticciare, che si tratti di “tasse sui ricchi”, Unione Europea o questioni morali (come la recente fuga in Francia dell’insegnante inglese 37enne con la sua studentessa 16enne, reato per gli inglesi ma non per i francesi). L’occasione per un altro litigio, stavolta a base di pesce, era troppo ghiotta per essere ignorata.