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 2012  ottobre 15 Lunedì calendario

URBANISTICA. BOOM DEI GRATTACIELI. ORA IL RISPARMIO PUNTA IN ALTO

The Shard svetta sullo skyline di Londra, sfidando la crisi. Con i suoi 310 metri d’altezza, la scheggia di Renzo Piano sovrasta tutta l’Europa e supera il primato della Commerzbank Turm di Francoforte. L’altissima piramide, inaugurata in occasione dell’Olimpiade di Londra, rappresenta il simbolo di un modo di costruire che unisce l’innovazione tecnologica alla sostenibilità ambientale. Un grattacielo sostenibile sembra un ossimoro, ma ormai per gli urbanisti è un concetto assodato: alto è il nuovo verde. Le città del futuro non potranno allargarsi all’infinito sul territorio e quindi dovranno crescere in altezza, per risparmiare risorse, aumentare l’efficienza e mettere in comune i consumi energetici.Tutti in cittàPer la prima volta nella storia dell’umanità, dall’anno scorso la popolazione urbana del pianeta ha superato quella rurale e i demografi ci dicono che già nel 2030 saremo all’80% cittadini. Vale quindi la pena concentrarsi sulla sostenibilità degli edifici urbani, responsabili del 40% dei consumi energetici del pianeta, ben più dei trasporti, che contano solo per il 28%. Solo nelle città, infatti, si continua a costruire e a ristrutturare gli edifici esistenti in chiave di sostenibilità energetica, malgrado il forte rallentamento del mercato immobiliare. L’argomento sarà all’ordine del giorno delle due grandi fiere dedicate all’architettura e all’edilizia, il Made e il Saie, che si svolgono questa settimana in contemporanea a Milano e a Bologna.Sempre più su«Città più dense, con meno sviluppo suburbano, meno strade e più trasporti pubblici su rotaia, sono l’unica soluzione per reggere l’impatto del rapido inurbamento della popolazione mondiale», sostiene Ken Shuttleworth, che insieme a Norman Foster ha realizzato il Gherkin (settimo edificio più alto di Londra), la nuova City Hall, il Millennium Bridge e ora, con il suo studio Make Architects, sta costruendo un pezzo importante della City, il palazzo al numero 5 di Broadgate. Lo skyline di Londra, con l’imponente Shard di Renzo Piano, si sta orientando chiaramente in questa direzione, imboccata recentemente anche da Milano, con il grande sviluppo in verticale della zona Garibaldi-Porta Nuova, di cui si parlerà mercoledì all’apertura del Made Expo, con un intervento del sindaco Giuliano Pisapia. Senza parcheggiNon a caso, Londra e Milano stanno diventando dei laboratori di efficienza energetica per gli edifici alti. Oltre alla Shard, Londra punta in alto anche a Canary Wharf, a Paddington Basin e nella City in generale. «Quasi 400 mila persone lavorano nella City e ci sono solo 10 mila parcheggi», fa notare Shuttleworth. Oltre il 90 per cento dei pendolari ci arriva con i mezzi pubblici, di cui il 53% in treno e il 34% in metropolitana. Solo il 5% usa la macchina. «È importante rendere la città sempre più adatta ai pedoni e alle bici, in modo che la gente non senta il bisogno dell’auto», rileva Shuttleworth. L’altro aspetto importante è l’efficienza energetica. «Con un’esposizione al sole corretta, l’aiuto della ventilazione naturale, l’utilizzo di facciate fotovoltaiche e del solare termico, il riciclo del calore per scaldare l’acqua e una copertura vegetale sul tetto per migliorare le caratteristiche bioclimatiche dell’edificio, si riesce a ridurre al minimo i consumi energetici», precisa. AutosufficienzaSu questo fronte, le tecniche costruttive sono in rapidissima evoluzione. Un grattacielo, in prospettiva, potrà diventare un ecosistema autosufficiente, con le proprie serre per coltivare le verdure necessarie al sostentamento, i giardini sui tetti, gli alberi sui terrazzi sfasati, lo smaltimento autonomo e la termovalorizzazione interna dei rifiuti per produrre calore, le vetrate fotovoltaiche per l’energia, i servizi e i consumi in comune, facilitati dalla collaborazione fra gli abitanti: un nuovo villaggio verticale con un’impronta ambientale sempre più ridotta. Caratteristiche di questo tipo si ritrovano nei progetti milanesi di Garibaldi-Porta Nuova, dove la torre di César Pelli (il più alto edificio d’Italia con i suoi 231 metri di altezza) promette di tagliare del 37% i consumi energetici rispetto a un edificio standard della stessa cubatura, mentre il Bosco Verticale di Stefano Boeri ospiterà 900 alberi, la Piramide di William McDonough sarà completamente riciclabile e l’Incubatore per l’arte, climatizzato con pompe di calore a emissioni zero, offrirà spazi dedicati alle attività artigianali e associative. L’aspetto di cooperazione sociale s’intreccia così con la sostenibilità ambientale e lascia intravvedere nuove funzioni per gli insediamenti verticali del futuro.
Elena Comelli