Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gli italiani rapiti nel mondo sono a questo punto dieci, dato che un’organizzazione maoista ha sequestrato l’altra sera altri due nostri connazionali nello stato di Orissa, in India. È un brutto rapimento, perché i banditi hanno stilato, attraverso un audio, una lista di 13 richieste, tra le quali c’è il pagamento di un riscatto e la liberazione di un certo numero di prigionieri politici.
• Chi sono i due?
Paolo Bosusco, di 54 anni, e Claudio Colangelo, di 61. Si tratta di due professionisti dell’avventura, per dir così. Bosusco, piemontese di Condove (Torino) gestisce da una decina d’anni un’agenzia di trekking, che porta gente a Puri, sempre nello stato di Orissa, e gli fa poi percorrere a piedi tutti i sentieri dell’interno, dove vivono tribù primitive, tribù cioè che non hanno e/o non vogliono contatti con la nostra civiltà. Sul turismo di questo tipo, che prende anche il nome negativo di «safari umano», ci sono sempre state parecchie polemiche. Tanti non credono che sia giusto andare a disturbare per motivi sciocchi (fare magari delle foto da mostrare agli amici al ritorno a casa) popolazioni che si vogliono innocenti e incontaminate. Mesi fa nel distretto di Malkangiri sono scoppiate polemiche perché turisti capitati fra i membri della tribù Bonda hanno chiesto agli indigeni di ballare, per rendere più interessanti i video. La cosa ha provocato un indurimento del governo dell’Orissa sulle autorizzazioni per le visite e la proibizione di riprese foto e video. Ora, nel loro comunicato, i rapitori sostengono che Bosusco e Colangelo stavano facendo foto proibite, cosa che risulta strana dato che si tratta di persone molto esperte. Ma dicono i sequestratori: «Abbiamo arrestato due turisti italiani che come centinaia di turisti stranieri trattano la gente locale come scimmie e oggetti ridicoli. Questo è contro l’umanità e vogliamo che la popolazione si sollevi».
• E Colangelo?
Colangelo, 61 anni, da Rocca di Papa (Roma), una figlia di 32 anni e un figlio di 35, ha la stessa indole, parrebbe, di Giovanni Lo Porto, il trentottenne palermitano rapito nel Punjab pakistano: gira il mondo per aiutare il prossimo. Lo scorso 12 marzo aveva chiesto a Bosusco di organizzargli un trekking di cinque giorni nello stato di Orissa. Questi trekking, una volta sbarcati a Puri, sono effettivamente fatti tutti a piedi. L’agenzia, in funzione dal 2001, si chiama Orissa Adventurous Trekking. Bosusco la gestisce con un socio locale che si chiama Bijay Kumar Dash. La città di Puri è celebre per i templi induisti, in particolare per il tempio di Jagannath. Sul sito di Bosusco si legge: «[Si precisa che a parte il trasferimento a Puri] tutti gli itinerari sono svolti sempre a piedi attraverso gli stessi sentieri usati dalle popolazioni tribali». Si promette anche di instaurare «dei rapporti genuini e onesti con le popolazioni che vivono ancora una vita secondo le loro antiche usanze e tradizioni». Sembrerebbe impossibile che viaggiatori come questi commettano imprudenze…
• Però mi pare che andarsi a infilare su quei sentieri sia considerato pericoloso dalle stesse autorità locali…
Il pericolo dei sentieri di Kandhamal. Secondo la stampa indiana i tour operator erano stati messi in guardia rispetto alla minaccia rappresentata dai guerriglieri maoisti della zona. Il sovrintendente di polizia Jaynarayan Pankaj sostiene che i due avevano assicurato che non sarebbero entrati nella zona pericolosa. Secondo lo stesso funzionario, i maoisti avrebbero sequestrato quattro persone, due italiani e due indiani, e i due indiani poi sarebbero stati liberati. Questi due indiani si chiamano Santosh Moharana e Kartik Parida. Affermano che i maoisti non vogliono fare del male agli italiani.
• Come si comportano le autorità di Orissa? C’è la stessa ostilità di Kerala?
No. I contatti col nostro ministero degli Esteri sono stretti. il governatore dello Stato («chief minister»), Naveen Patnaik, è stato chiamato dal ministro degli Esteri indiano S.M. Krishna. S’è deciso di sospendere ogni azione contro i maoisti e aprire una trattativa. Questo, secondo le autorità indiane e anche secondo la Farnesina, ha fatto slittare l’ultimatum, che sarebbe altrimenti scaduto ieri sera. Il console italiano Joel Melchiori ha incontrato funzionari del governo locale a Bubhaneswar. Costoro hanno ribadito che i sequestratori non hanno cattive intenzioni. Patnaik ha lanciato anche un appello ai rapitori: «Siamo aperti alla trattativa, ma lasciate prima i due italiani incolumi».
• Ha senso che i sequestratori non abbiano cattive intenzioni?
Non lo so. Le agenzie riferiscono che il capo della frazione maoista responsabile del sequestro è un moderato. Si chiama Shabhasachi Panda e in passato si sarebbe opposto agli eccidi compiuti dall’altra fazione maoista, spesso del tutto gratuitamente. Il sequestro, in questo groviglio su cui sappiamo tanto poco, avrebbe lo scopo di riaccreditarlo all’interno della sua parte politica. Non so se questo rafforzi o no l’idea che i sequestratori siano buoni.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 19 marzo 2012]