Antonio Pascale, Il Post 19/03/2012, 19 marzo 2012
[...] Negli anni a venire ho visto decine di suoi spettacoli e rivisto tante volte i suoi film. Per un accidente, sedevo accanto a Michele Cucuzza, tanti anni fa, a Roma, al teatro dell’Angelo, quando durante l’Adelchi uno spettatore disse: Carmé abbassa il volume, e poi scappò via
[...] Negli anni a venire ho visto decine di suoi spettacoli e rivisto tante volte i suoi film. Per un accidente, sedevo accanto a Michele Cucuzza, tanti anni fa, a Roma, al teatro dell’Angelo, quando durante l’Adelchi uno spettatore disse: Carmé abbassa il volume, e poi scappò via. Lui interruppe lo spettacolo e noi lo pregammo di continuare, ma niente, ci disse: non mi siete piaciuti, lo dovevate linciare. Michele Cucuzza andò nei camerini nel tentativo di convincerlo a ricominciare, ma si sentirono solo urla e parolacce e minacce nei suoi confronti. Michele Cucuzza, quindi, con molto aplomb, risalì sopra e ci disse: è un po’ nervoso, meglio lasciare perdere. Ero a Napoli, all’Augusteo, per Dino Campana, Bene era tutto bendato, quasi incartapecorito dalle fasciature. Disse: faccio una pausa, non perché sia stanco, ma perché devo cambiare il leggio, voi potete approfittarne per commentare Campana. Poi si fermò: anzi, non commentate affatto, che è meglio. Non commentate! Come precedeva i tempi. Dopo quella serata all’Augusteo ci fu una rivolta: Carmelo Bene era stato in scena meno di un’ora, quindi non valeva il prezzo del biglietto: quanti inutili commenti, e non c’erano ancora i social network. [...] (Antonio Pascale)