Federico De Rosa, Corriere della Sera 19/03/2012, 19 marzo 2012
SVOLTA MONTEPASCHI, ARRIVA PROFUMO. SIENA SARA’ BANCA MODELLO —
Confronto serrato fino a tarda notte a Palazzo Sansedoni per trovare l’accordo sui nomi da candidare al consiglio del Montepaschi e dare il via libera all’ingresso di Alessandro Profumo a Rocca Salimbeni. Alla fine è arrivata la fumata bianca. Ma anche lo «strappo» del presidente della Fondazione Montepaschi, Gabriello Mancini, che ha deciso di non votare e lasciare in anticipo la riunione.
La soluzione trovata dopo quasi cinque ore di riunione segna una svolta per la banca senese, non solo per l’arrivo dell’ex amministratore delegato di Unicredit sulla poltrona più alta ma perché la Fondazione ha deciso di non confermare nessuno degli attuali consiglieri del Montepaschi. Ipotesi che sabato aveva creato non pochi dissidi tra i componenti la deputazione, al punto da aver reso necessario un aggiornamento della riunione al giorno dopo.
Sebbene la riunione si sia aperta senza un accordo, il clima attorno a Palazzo Sansedoni era di cauto ottimismo. L’intenzione era comunque di chiudere la partita e comunicare i nomi prima della riapertura della Borsa ed evitare che uno stallo in una fase delicata per gli assetti del Montepaschi — alle prese non solo con il rinnovo del board ma anche con il riassetto dell’azionariato — avesse riflessi sul titolo.
Le consultazioni sono andate avanti tutto il giorno. E solo a fine serata è arrivato l’accordo e il via libera a Profumo, che nei giorni scorsi ha preso domicilio a Staggia Senese, una frazione di Poggibonsi, per adeguarsi allo statuto di Rocca Salimbeni e prepararsi alla nomina che avverrà all’assemblea dei soci in programma il 27 aprile.
Insieme al banchiere genovese la Fondazione indicherà l’attuale direttore generale di Mps, Fabrizio Viola, che viene quindi promosso amministratore delegato, Marco Turchi, ora sindaco revisore di Mps, Paola Demartini, Tania Groppi e Angelo Dringoli. Questi ultimi due insegnano all’Università di Siena, Demartini a Roma Tre. Non sarebbe ancora stato deciso a chi assegnare le vicepresidenze che la Fondazione proporrà per un board di dodici consiglieri.
Si tratta di un rinnovamento importante per Siena, nel quale la politica ha avuto un ruolo. All’interno del Pd locale si sarebbe consumato un duro scontro attorno alla partita delle nomine. Il sindaco Franco Ceccuzzi ha fatto muro da subito su Profumo. Ma è sugli altri nomi e sulla decisione di cambiare rappresentanza che ci sarebbe stato il confronto più duro.
La scelta di Profumo e Viola, un altro «esterno», ha fatto mancare dal tavolo due caselle importanti. Il nome dell’ex numero uno di Unicredit, che pure ha rischiato di rimanere schiacciato tra i veti incrociati e i giochi di contrada, non sarebbe stato messo in discussione. Ma non tutti a Palazzo Sansedoni hanno gradito l’accelerazione sulle nomine. Si racconta, per esempio, che l’area dell’ex Margherita, da cui vengono Mancini, e il governatore della Regione, Alberto Monaci — grande elettore della Fondazione — fino a ieri sera continuasse a sostenere la candidatura alternativa di Divo Gronchi. Una tattica per strappare la riconferma per Alfredo Monaci, presidente di Biverbanca e attuale consigliere di Mps, nonché fratello del governatore toscano.
Federico De Rosa