Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 19 Lunedì calendario

“Arrogante anche con i detenuti” Bellavista Caltagirone cambia cella - Chi lo conosce certo non può evitarlo

“Arrogante anche con i detenuti” Bellavista Caltagirone cambia cella - Chi lo conosce certo non può evitarlo. Ma comunque lo sa. Il carattere di Francesco Bellavista Caltagirone, in qualsiasi modo lo si può definire, non è certamente remissivo. Anzi. Ed è forse per la marcata esuberanza, che per qualcuno sconfina nell’arroganza, che l’altro giorno gli agenti della polizia penitenziaria di Imperia hanno deciso che, per evitare problemi a tutti, loro compresi, non trattati in maniera soft, era forse meglio cambiarlo di cella. Caltagirone, patron della società Acqua Marcia, in carcere a Imperia dal 5 marzo scorso con l’accusa di truffa aggravata in concorso per la vicenda del nuovo porto turistico del capoluogo, quel compagno di prigionia con cui condivideva i pochi metri di spazio vitale, proprio non lo digeriva. E la cosa era assolutamente reciproca. Screzi, litigi, incomprensioni, persino l’insopportabile russare nel sonno, tutte cose che in uno contesto che non si può certamente paragonare a quello di ville in Costa Azzurra e lussuosi appartamenti romani, si amplificano fino a diventare insostenibili. Capita nelle normali famiglie, figuriamoci in carcere. E così, dopo i primi giorni di convivenza forzata, sono cominciate le prime «parole», probabilmente anche i primi vaff... sempre reciproci. E così anche il suo compagno di cella, un italiano detenuto per reati ordinari, che all’interno dello stesso carcere viene considerata una persona «estremamente puntuale e precisa» e «che ha capito come ci si deve comportare in cella in un regime di detenzione al fine di scontare regolarmente la pena», stanco di battibecchi a quanto pare dovuti al forte carattere di Caltagirone, ha chiesto e ottenuto il trasferimento del compagno in un’altra stanza di reclusione. Una richiesta accettata di buon grado dalla direzione del carcere anche perché lo stesso Caltagirone aveva espresso identico desiderio. Ora l’imprenditore romano occupa una nuova cella, con chi non si sa. Ma potrebbe essere comunque per poco tempo. Il ricorso dei suoi legali presentato al Tribunale del riesame di Genova sarà discusso il 23 marzo prossimo. Il suo caso sarà esaminato insieme a quello dell’ex direttore generale della Porto di Imperia spa Carlo Conti, anche lui arrestato il 5 marzo con la stessa accusa di truffa aggravata in concorso. Potrebbe essere la data decisiva per il rilascio di entrambi e la trasformazione della detenzione in arresti domiciliari che nel caso di Caltagirone sarebbero nella sua residenza romana. Il gip di Imperia, Ottavio Colamartino, nei giorni scorsi aveva respinto la richiesta di scarcerazione dell’imprenditore romano nonostante gli avvocati avessero evidenziato il clima di collaborazione con il loro assistito, l’eta (73 anni) e lo stato di salute. Nel caso di Carlo Conti i legali non escludono nemmeno la definitiva scarcerazione.