Fausto Biloslavo, il Giornale 19/3/2012, 19 marzo 2012
I narcos asiatici nostalgici del comunismo - «Il fucile è l’unica via per la rivoluzione » dichiarava Sabyasachi Panda nel 1996 rilanciando la minaccia dei guerriglieri maoisti che insanguinano l’India
I narcos asiatici nostalgici del comunismo - «Il fucile è l’unica via per la rivoluzione » dichiarava Sabyasachi Panda nel 1996 rilanciando la minaccia dei guerriglieri maoisti che insanguinano l’India. Sempre lui ha annunciato con un messaggio audio la cattura dei due italiani «Abbiamo arrestato due turisti italiani che, come centinaia di stranieri, trattano le popolazioni locali come scimmie » sostiene il leader dei sequestratori. I guerriglieri che si ispirano a Mao sono circa 70mila, compresi i quadri «politici». Li chiamano naxaliti, dal nome del villaggio bengalese dove è nato il movimento, e fino al 2009 combattevano in 180 distretti di ben 10 Stati, soprattutto nell’India orientale. Il primo ministro Manmohan Singh li ha bollati come la «più grave minaccia interna del paese». Fin dal 1967, quando è nato il fenomeno, i maoisti in armi sono stati dichiarati «terroristi». Negli anni Settanta hanno subito un pesante declino, ma la lotta armata è risuscitata con Panda, 43 anni, che ha scelto la latitanza nella foresta al posto di una sicura carriera politica. Un fratello e il padre sono membri del partito al potere nello stato di Orissa. La moglie, invece, è stata arrestata perché raccoglieva fondi per la guerriglia. Alcuni accusano Panda di stupri e atrocità, altri lo considerano moderato rispetto ad altri capi maoisti. Per la prima volta i guerriglieri comunisti sequestrano degli stranieri. Il rapimento potrebbe servire a Panda per ristabilire il controllo su altri comandanti. La guerriglia maoista è dominata dalle bande che agiscono nell’Andhra Pradesh, nel sud est del paese. I naxaliti occupano un «corridoio rosso» che si estende dall’Orissa al Nepal. Le unità militari organizzate come un vero e proprio esercito sono affiancate dai quadri che si occupano di indottrinamento ideologico e reclutamento. Anche bambini di 12 anni vengono arruolati, inizialmente come corrieri, per poi farli diventare perfetti combattenti maoisti. La basi dei naxaliti sono nascoste nelle foreste e per lungo tempo hanno ottenuto l’appoggio delle tribù locali. Ultimamente questo legame si è un po’ allentato e i maoisti cercano di espandersi verso le zone urbane infiltrandosi fra gli studenti. Lo slogan è la difesa delle masse liberandole dai proprietari terrieri e dal capitalismo identificato con le grandi aziende che sfruttano il territorio, a cominciare dalle multinazionali. In province come l’Orissa, dove il 47% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, il gioco è facile. E non mancano gli intellettuali di sinistra che li comprendono come la scrittrice pacifista Arundhati Roy. I maoisti controllerebbero in tutta l’India la bellezza di 10 milioni di ettari di foreste e negli ultimi dieci anni hanno compiuto numerosi attentati sanguinosi. L’anno nero è stato il 2009 con oltre mille attacchi che hanno provocato circa 600 vittime. Spesso i guerriglieri sequestrano funzionari governativi o poliziotti per autofinanziarsi con il riscatto. La dottrina militare si basa sugli scritti di Che Guevara, ma per sopravvivere i naxaliti coltivano anche oppio e marijuana. Le compagnie che operanonelle loro zone devono pagare una tangente, solitamente del 10% per cento, per stare tranquille.Secondo l’intelligence indiana gli storici rivali dei servizi segreti pachistani (Isi) aiutano i maoisti fornendo armi. Tornando a Panda, lo scorso anno è stato lì lì per essere catturato e nella fuga ha abbandonato, forse volutamente, il suo computer. I dati contenuti hanno permesso alle forze di sicurezza di individuare e uccidere Koteshwar Rao, uno dei leader più in vista del movimento. Sulla testa di Panda c’è una taglia milionaria e il governo indiano sta conducendo una pesante offensiva contro i santuari maoisti. Ora sospesa per trattare il rilascio degli italiani.