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 2012  marzo 19 Lunedì calendario

Volontario viaggiatore dalla parte dei deboli - Generoso, altruista, talmente attento alle condizioni di salute degli indigeni, che abitualmente aiuta nelle sue spedizioni da volontario di supporto a équipe sanitarie, da essere scambiato per un medico

Volontario viaggiatore dalla parte dei deboli - Generoso, altruista, talmente attento alle condizioni di salute degli indigeni, che abitualmente aiuta nelle sue spedizioni da volontario di supporto a équipe sanitarie, da essere scambiato per un medico. E invece Claudio Colangelo, 61 anni, residente a Rocca di Papa, zona dei Castelli romani, è un ex funzionario di un istituto di ricerca già in pensione. Sposato, padre di due figli, Valeria e Daniele di 32 e 35 anni, è da tempo impegnato nell’onlus Iismas (Istituto internazionale scienze mediche antropologiche e sociali) con attività di supporto ai medici. A casa di Claudio Colangelo, a Rocca di Papa, le ore trascorrono in attesa che arrivi la telefonata tanto attesa sulla sua liberazione. A ogni squillo di telefono, si accendono l’ansia e la speranza. In India il volontario era partito con la moglie, che starebbe rientrando in Italia. A Rocca di Papa, la figlia Valeria ha ricevuto il sindaco, Pasquale Boccia. «Ho portato l’affetto della città - dice quest’ultimo, che non conosce direttamente Colangelo - e aspettiamo tutti che quel filo di speranza ci riporti Claudio in Italia. Ho visto lo smarrimento negli occhi della figlia che mi ha chiesto di riferire che la famiglia non se la sente di parlare e attende notizie chiusa nelle mura domestiche. C’è molto riserbo, questa è la linea indicata dalla Farnesina, la comprendo pienamente e non posso che rispettarla perché c’è una trattativa in corso. La speranza di tutti è che si raggiunga il grande risultato della liberazione e Claudio possa tornare presto a casa». Parole di stima e di affetto per l’italiano rapito vengono espresse da amici e compagni dell’Iismas. «Un uomo equilibrato e rispettoso delle regole dei Paesi che visita» la definizione più ricorrente. Aldo Morrone, direttore generale dell’ospedale San Camillo di Roma, anche lui sostenitore dell’Iismas, esclude che «Claudio possa aver avuto atteggiamenti irriguardosi nei confronti degli indiani incontrati nel suo viaggio. Che non è stato intrapreso per scopi turistici, ma esclusivamente umanitari per raccogliere documentazione utile a sensibilizzare le istituzioni e sollecitare la cooperazione internazionale». E ancora: «Claudio Colangelo è un viaggiatore instancabile che lavora per dare speranza, salute e dignità alle persone che vivono nei principali Paesi in via di sviluppo, soprattutto India e America Latina. Lui viaggia soprattutto per cercare di dare il proprio contributo in progetti volti al recupero della salute, lavorando al fianco di gruppi locali. Il suo desiderio è quello di cercare di scoprire alcune realtà per poter dare un contributo alla salute, alla dignità e all’istruzione all’interno di questi villaggi posti in questi Paesi. Lo ribadisco: credo che anche in India sia andato con questo scopo». In passato Morrone e Colangelo hanno collaborato in progetti medici di solidarietà internazionale. Come la missione nell’Amazzonia peruviana. In un resoconto di quei giorni Claudio Colangelo si descrive come un «pioniere mancato», mentre è ritratto in una foto dove spiega i rischi dell’Hiv ai bambini. «Non capisco come possa essere successo - prosegue Aldo Morrone -: Paolo Bosusco ha un’esperienza decennale nel settore. È una persona che sa “muoversi”. Sia lui, sia Claudio conoscono bene questo tipo di posti e le regole. Claudio era lì per analizzare il tipo di vita, la situazione dei villaggi, nella prospettiva di progetti di sensibilizzazione». Morrone non crede alla tesi dei maoisti sulle foto scattate alle donne mentre facevano il bagno. «Mi pare impossibile che Paolo e Claudio siano stati rapiti perché stavano scattando delle foto. Il gruppo che li ha sequestrati cerca solo visibilità per porre l’attenzione sulle loro rivendicazioni». A Rocca di Papa, intanto, il tempo è scandito dalla paura e dalla speranza. Sentimenti contrastanti ma ugualmente inevitabili.