Rassegna, 19 marzo 2012
Italiani rapiti in India, New Delhi tratta con i ribelli
• Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, i due italiani rapiti da guerriglieri maoisti tra venerdì e sabato in India, nello stato di Orissa, ora sarebbero in una località sconosciuta nel distretto di Kandhmal. [leggi Il fatto del giorno] Il leader dei militanti, Shabhasachi Panda, in un messaggio audio aveva fissato per la scorsa notte l’ultimatum al quale le autorità dovevano rispondere per ottenere la liberazione dei rapiti: si tratta di 13 punti tra i quali una richiesta di denaro e alcune condizioni che da tempo i maoisti pretendono dal governo, come la liberazione di tutti quelli che loro considerano prigionieri politici e la cessazione dell’offensiva Green Hunt che New Delhi ha lanciato contro di loro. Il governatore dell’Orissa, Naveen Patnaik, ieri ha manifestato la propria disponibilità «a intavolare un dialogo con i maoisti nell’ambito della legge». Inoltre si sono fermate le operazione paramilitari contro i ribelli. Il ministero degli Esteri indiano ha detto di essere in contatto continuo con le autorità italiane. Il console italiano a Calcutta, Joel Melchiori, arrivato a Bhubaneswar, ha mostrato ottimismo: «Speriamo che i rapitori accettino l’appello del governatore per rilasciare gli ostaggi». [Taino, Cds]
• La Longo sulla Stampa scrive che il rapimento è avvenuto in realtà mercoledì. La notizia è stata data solo sabato, dopo la liberazione dei due indiani che si trovavano insieme a Bosusco e Colangelo. Lo hanno rivelato il cuoco Sontosh Moharana, ed un accompagnatore, Kartik Aridas al Times of India. «Circa 30 guerriglieri maoisti ci hanno preso in ostaggio la mattina del 14 marzo – hanno spiegato –, quando stavamo preparando qualcosa da mangiare nella foresta di Gazabaldi. Ci hanno incappucciato e portati via facendoci camminare per cinque chilometri. Non ci hanno fatto male e ci hanno trattato bene».
• Paolo Bosusco, 54 anni, piemontese, gestisce un’agenzia turistica nell’Orissa, attiva dal 1999, ed è conosciuto come una guida attenta al rispetto delle popolazioni tribali che nello Stato sono una presenza centrale. Claudio Colangelo è invece un cooperante romano di 61 anni, in vacanza in India. Pare che, assieme, stessero fotografando alcune donne di un villaggio in riva a un fiume. Scrive Taino (Cds): «Negli ultimi tempi, in India ma anche in Occidente ci sono state polemiche su quello che qualcuno ha definito con una certa esagerazione “safari umano”, cioè l’attività di fotografare riti e abitudini tribali, in qualche caso anche con eccessi. I maoisti lo segnalano come uno dei motivi del rapimento: “Abbiamo arrestato due turisti italiani che, come centinaia di turisti stranieri, trattano le popolazioni locali come scimmie”».